La puntata delle origini dei Simpson e la nascita di alcuni dei migliori comprimari
Nella prima puntata che racconta il passato e le origini di I Simpson vengono creati tantissimi nuovi personaggi e raccontato un passato di sogni infranti
Come erano - Seconda stagione, episodio 12
BARNEY: “Ehi Homer sei in ritardo per la lezione di inglese”
HOMER: “Inglese… Chi ne ha bisogno? Non andrò mai in Inghilterra!”
In un cartone animato qualsiasi cosa va disegnata da zero. In un cartone animato seriale no, solo le novità di ogni puntata. Più queste sono più la rapidità del flusso di produzione si rallenta perché in realtà tutto è fondato sulla possibilità di ripetere ciò che è stato già fatto. Ripetere sfondi, ripetere gli stessi personaggi, ripetere movimenti. Un personaggio nuovo invece va concepito e disegnato da zero, cosa che richiede più approvazioni, prove e controprove ecc. ecc.
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Il primo di questi nuovi personaggi, e forse il più longevo e importante di tutti, paradossalmente non sta nel passato ma nel presente. È McBain, eroe d’azione di film anni ‘80 ottenuto incrociando il sarcasmo del John McClane di Trappola di cristallo, il fisico e la parlata di Arnold Schwarzenegger (all’epoca la star maggiore del cinema d’azione la cui presenza era il simbolo stesso di cosa quel genere fosse diventato) e l’atteggiamento duro dell’ispettore Callaghan. McBain arriva quindi prima di Rainier Wolfcastle, l‘attore che lo interpreta, anzi è proprio la creazione di Wolfcastle ad essere stata una pezza resa necessaria dall’uscita nel 1991 di un film intitolato McBain, con Christopher Walken, che niente aveva a che vedere con tutto ciò. Per evitare rogne con la Universal si decise di rendere il McBain di I Simpson un personaggio inventato, una parodia, e dare all’attore un altro nome. L’attore è ispirato solo ed unicamente a Schwarzenegger con tanto di carriera politica e origini nella tv austriaca.
Negli anni la serie di film McBain è arrivata a VI capitoli (il primo del 1990, l’ultimo del 2008), di crescente insuccesso, cosa che riflette la storia del cinema d’azione lungo gli anni ‘90. Wolfcastle passa per clamorosi flop simili nella descrizione a Last Action Hero, ad una fase comica non diversa da Fermati o mamma spara! o Un poliziotto alle elementari (si chiama McBain: Diamoci alla pazza gioia lo spin-off che consiste di un’ora di McBain che fa cabaret davanti ad una parete ed è costato 80 milioni di dollari). Esiste anche un McBain fatto come Radiazioni BX Effetto Uomo, cioè The Incredible Shrinking Man, che Bart scopre in una puntata in cui va a trovare la figlia di Rainier Wolfcastle a casa sua. Wolfcastle assieme a Krusty è il gancio principale per parlare di show business e prendere in giro Hollywood.
Nei film di McBain il suo nemico è quello introdotto qui in questo primo spezzone, il senatore Mendoza che in realtà gestisce un traffico di droga e che McBain vuole sgominare nonostante il suo capo ce l’abbia con lui per i suoi modi violenti. “Sei fuori McBain!” è come lo licenzia ma dopo averlo fatto volare fuori dal palazzo con un pugno McBain risponde “Anche tu”.
Parodia dentro la parodia, questo spezzone di McBain è presentato all’interno della parodia di At The Movies, storica trasmissione televisiva americana in cui due critici (Gene Siskel e Roger Ebert, qui adeguatamente satirizzati tramite le loro caricature) si confrontavano sui film in uscita ogni settimana, molto spesso in modi duri e finendo per discutere animatamente. In Yakkin’ at the movies finiscono ad insultare le reciproche madri. Tutto questo è contenuto solo nei primi 2 minuti di un episodio che parlerà di tutt’altro e sarà tutto in flashback. È una delle solite, clamorose, introduzioni di I Simpson, delle overture spesso slegate dal resto della trama che funzionano come piccolissimi corti densi di creatività. Ma non è finito qui, questo segmento lavora anche su qualcosa che nelle primissime stagioni di I Simpson era cruciale: l’attaccamento alla tv.
La famiglia è in salotto che guarda la tv, i bambini sono troppo vicini, tutti ripetono le battute che vedono e quando per un malfunzionamento non si vede più niente scatta il panico. Questa è la miccia che porta al racconto di come Marge e Homer si sono conosciuti. Non è solo Homer a dipendere dalla tv, anche Bart e pure l’intellettuale Lisa per almeno le prime 5-6 stagioni hanno nella televisione la gran parte del loro orizzonte, della loro formazione e dei loro interessi (da Krusty ai cartoni di Grattachecca e Fichetto). Nessun programma televisivo aveva mai fatto così tanto e così a lungo per criticare la maniera in cui la tv influenza la vita e la formazione degli americani. E non in una maniera positiva.
È questo oggi uno degli ambiti che più sono invecchiati della serie e che più ci parlano di un’altra epoca, quella della neo-televisione (cioè quando i programmi televisivi cominciarono ad avere come argomento la televisione stessa), in perfetta contemporanea con la nascita in Italia di Blob, programma cardine della nostra neo-televisione.
Il flashback va circa 16 anni indietro, nel 1974, e inizia con Homer che guidando la sua auto ascolta alla radio un brano di 4 anni precedente, (They Long to Be) Close to You dei Carpenters. Ci saranno tanti indizi d’epoca e dettagli che raccontano quegli anni lungo la puntata ma questo non è uno di quelli o almeno non solo. La canzone è il filo che conduce tutta questa storia di scoperta dell’amore e parte qui, quando Homer non la vuole sentire e cambia stazione trovando soddisfazione in un brano molto più spensierato come Joker di Steve Miller. La canzone tornerà ad infestargli la vita per raccontare prima il suo innamoramento e poi le insoddisfazioni. È quella parte di Homer che si sta svegliando, il gancio emotivo. È embeddata qua sopra, fatela partire mentre leggete.
A testimonianza di come venga impostato bene questo riflesso pavloviano, la canzone tornerà nell’episodio di Halloween della stagione 24, cioè 22 anni dopo, quando Bart viaggia indietro nel tempo come in Ritorno al futuro fino al momento in cui Homer e Marge si conoscono (riconoscendo questa come l’unica vera origin story) e intromettendosi. Questo crea un futuro alternativo in cui Marge sta con un altro spasimante (Artie Ziff, di cui parliamo tra poco) ed è ricca ma l’ascolto di (They Long to Be) Close To You le farà capire che è Homer che ama. Non è solo la loro canzone, è di più. È la nostra canzone.
Come sempre capiterà in seguito ogni qualvolta che si racconta il passato dei personaggi è cruciale che loro vivano nel pieno degli eventi importanti di quegli anni. Così Marge è una femminista che brucia reggiseni (cosa fatta per la prima volta pubblicamente nel 1968 durante le famose proteste femministe contro l’elezione di Miss America). Il giovane Homer con il suo amico Barney finisce nei guai perché viene beccato a fumare in bagno mentre Marge ci finisce per aver per l’appunto bruciato un reggiseno, proprio in punizione si incontreranno e per Homer sarà colpo di fulmine.
L’intreccio vuole che Marge faccia parte della classe di dibattito e Homer ci si iscriva per conoscerla, fino a mentire e chiederle di dargli ripetizioni di francese. Proprio nella classe di dibattito Homer è coinvolto nella discussione sull’idea di ridurre il limite di velocità in autostrada, una discussione che esisteva realmente in quell’anno per una legge che effettivamente promulgata nel 1974 (la National Maximum Speed Law): “Sì certo verranno salvate alcune vite ma milioni di persone arriveranno in ritardo!” è l’imbattibile argomentazione contraria di Homer.
Con questo incontro i due si avvicinano fino a che Homer gli chiederà di andare al ballo di fine anno insieme. È un momento molto tenero, per convincerla di essere un tipo a posto Homer suggerisce a Marge di andare a chiedere sue referenze ai professori e noi effettivamente le vediamo come se fosse un film di Woody Allen di quell’epoca, con i soggetti che dicono quello che devono dire in camera come se fossero intervistati ad un telegiornale. Sarà però un’improvvida confessione che non c’è nessun esame di francese ma era tutto solo un modo di conoscerla, a separarli. Marge, arrabbiata perché doveva studiare per la gara di dibattito (che infatti perderà), decide di andare al ballo con un compagno della classe di dibattito (sempre Artie Ziff, manca poco, ora arriviamo a lui). L'amarezza della cosa è raccontata benissimo solo tramite le foto, prima quelle di Marge che si rende conto che Homer non ha capito che lei l'ha scaricato e poi quelle scattate al ballo, con tutte coppie e Homer da solo solo. Tra le coppie poi ci sono anche Sissy Spacek e William Katt di Carrie - Lo sguardo di Satana che però è del 1976. Artie si comporterà così male da farla pentire e andare a recuperare Homer. Fine. Non torniamo nemmeno nel presente. Titoli di coda direttamente.
Tutta la puntata funziona benissimo come teen movie convenzionale in cui la forza è tutta negli ambienti e nei personaggi introdotti. Quest’episodio è scritto da Al Jean e Mike Reiss, gli showrunner di tutta la fase propulsiva di I Simpson, i quali scoprono qui che ricostruire un contesto rendendolo “Simpson” è una chiave dalle potenzialità pazzesche. Sarà qualcosa che la serie farà sempre di più al procedere delle stagione in uno strano rapporto inverso con la qualità delle puntate.
In questa furia creativa in primis viene creato il giovane Abe Simpson, padre duro e fallito, in un casa piena di macchie sul muro che spinge Homer a puntare al minimo e non al massimo. Era una visione tipica di quella generazione, quella che aveva fatto la guerra, padri duri che avevano in odio i figli che vivevano in una società più libera della loro e che stavano cambiando il mondo che conoscevano. C’è poi l’eccezionale padre di Marge, un personaggio visto pochissime volte, uguale a Patti e Selma. E infine Wiseguy. Non ha un vero nome Wiseguy ma un look preciso. Torna continuamente nella serie sempre con lavori diversi, la caratteristica che lo distingue è l’avere i baffi e la sua arguzia, tratta sempre male tutti con sarcasmo tagliente. Qui è l’autista della limousine con cui Homer passa tutta la serata e che quando lui gli chiede di portarlo là dove vanno a pomiciare le coppiette gli risponde: “Ok ma io sono pagato solo per guidare”. Alla fine, quando finalmente Homer si arrenderà e dichiarerà chiusa la serata facendosi lasciare in mezzo alla strada per non pagare di più, Wiseguy commenterà: “Perfetto finale per una fantastica serata”.
Ultimo dei personaggi creati in questa puntata, ma di certo non per importanza, è infine il grande Artie Ziff.
Campione di dibattito, re del ballo con Marge e nelle future puntate imprenditore della new economy (poi fallito), innamorato da sempre di Marge dopo il rifiuto avuto in macchina, tentando di allungare le mani. David Silverman, il regista con più episodi sulle spalle, creò il look di Ziff per farlo somigliare ad un suo compagno del liceo. E del resto il compagno che poi nella vita ha fatto i soldi è esattamente il personaggio che mancava al mondo di Springfield. Una persona che dopo aver vinto la gara di dibattito chiede a Marge di andare insieme al ballo di fine anno usando tecniche da dibattito. Ma anche lo stesso che quando i due ballano insieme la canzone (They Long To Be) Close to You, in un momento che serve a sottolineare non tanto il loro rapporto ma il gancio emotivo di Homer che li guarda innamorato e deluso, la canticchia grottescamente enfatizzando l’odio la sua vanità.
Un’altra caratteristica che poi non tornerà nelle altre origin story future è che in questo passato i riferimenti comici a tutto quello che di accadrà alla coppia sono negativi. Homer mangia pensando che non ingrasserà, suo padre lo obbliga a bere birra che a lui non piace, pettinandosi vede capelli rimanere nella spazzola ma “non importa ne ho molti altri”, e anche Marge decide di acconciare i suoi di capelli all’insù per la prima volta, fino alla proposta fatta ad Homer di lavorare alla centrale nucleare rifiutata e tantissimo altro. Il passato è la sede di un futuro sognato impossibile che il tempo non potrà che tradire. La grande amarezza di questa storia in teoria a lieto fine è che entrambi pensavano altro per la propria vita. Sia in Homer che in Marge non c’è il sogno di quello che il loro futuro davvero sarà, come accadrebbe in cartoni più banali, ma il sogno di un altro futuro che non vivranno mai. Specie Marge. La coppia simbolo degli americani medi non ha realizzato niente di quello che gli anni ‘70 promettevano.