La prova del tempo: 1997, Titanic da possibile flop a record di tutti i tempi

Nel nuovo appuntamento con la nostra rubrica dedicata alla storia del box-office parliamo del 1997, l'anno di Titanic

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  1. Titanic – $600,788,188

  2. Men In Black – $250,690,539

  3. Il mondo perduto: Jurassic Park – $229,086,679

  4. Bugiardo Bugiardo – $181,410,615

  5. Air Force One – $172,956,409

  6. Qualcosa è cambiato – $148,478,011

  7. Will Hunting genio ribelle – $138,433,435

  8. Star Wars: Episode IV - A New Hope 1997 Special Edition – $138,257,865

  9. Il matrimonio del mio migliore amico – $127,120,029

  10. 007: Il domani non muore mai – $125,304,276

Avreste dovuto esserci nel 1997. C'eravate? È stato bellissimo. James Cameron aveva annunciato da tempo un film sul Titanic, e tutti sapevano le incredibili ricerche che aveva fatto, incluso il brevetto da sub apposta per andare in visita al relitto per filmarlo di persona. Tutti sapevano che stava spendendo una quantità senza senso di soldi per riprodurlo nei più minuscoli dettagli, e che stava ritardando, spostando date e spendendo persino più del previsto. Il budget era arrivato a 200 milioni. Per aiutarvi a fare i conti: appena due anni prima, nel 1995, il campione di incassi della stagione, Toy Story, aveva incassato 190 milioni. Le vicende di Waterworld erano freschissime, e Titanic si annunciava come flop garantito: questi erano i titoli e il tono di tutti gli articoli su di lui. E con ancora più gusto paragonavano il destino ormai assodato di Titanic con quello della nave, della storia che stava raccontando: i paralleli erano irresistibili. Del resto non c'era nemmeno una star famosa: i due protagonisti erano gli emergenti, ancora poco conosciuti, "Leonardo DiCaprio" (Romeo + Giulietta) e "Kate Winslet" (Ragione e sentimento). Titanic poteva recuperare i suoi soldi soltanto diventando il più grande incasso della storia. Dopodiché succede tutto abbastanza all'improvviso: quando escono le prime immagini sono tutti affascinati ovviamente dallo sfarzo in bella mostra, ma nessuno intuisce il fenomeno finché non iniziano ad entrare le prime cifre. Esce il 19 dicembre e incassa 28 milioni. Il weekend successivo ne incassa 35. Incassa in media 30 milioni ogni weekend fino a metà febbraio, e rimane primo in classifica fino ad aprile, scende al secondo, poi al terzo, poi torna primo a Pasqua. A fine marzo vince 11 Oscar (record, insieme a Ben Hur). Esce dalla Top 10 a metà giugno. Titanic, nelle sue tre ore di durata, offriva qualcosa a tutti: una storia d'amore semplice ma irresistibile, e un impressionante e tesissimo spettacolo catastrofico. Scoppia la DiCaprio-mania. Certa gente lo va a rivedere di continuo. Diventa, appunto, e abbastanza in scioltezza, il più grande incasso della storia.

Sotto a Titanic, con meno della metà degli incassi, si confermava dopo Independence Day l'appeal di Will Smith, con un furbo high concept che permetteva di sostenere la strana coppia formata da Smith e Tommy Lee Jones con un notevole showcase di trucchi ed effetti speciali più creativi del solito. Will Smith compone anche la canzone principale della colonna sonora che diventa uno dei 3/4 singoli di successo di un album che gli fa vincere anche nove dischi di platino. È (anche) il suo anno.

A confronto, il terzo posto dell'attesissimo sequel di Jurassic Park diventa una netta delusione: a questo turno Spielberg perde due terzi dei suoi protagonisti e non ritrova la stessa magia, e finirà per lasciare il terzo film a un altro regista.

Al quarto posto, dopo il passo falso dell'incompreso Il rompiscatole, Jim Carrey si butta su una commedia per famiglie e ritorna ai grandi incassi per cui era sempre sembrato destinato: Bugiardo bugiardo è mezzora di premessa, mezzora di showcase di elasticità fisica e mezzora di finale sdolcinato che mette d'accordo tutti quelli che trovano Ace Ventura troppo estremo.

Al quinto posto, con Air Force One, viene ufficialmente istituzionalizzato Harrison Ford: con un Tom Hanks ancora troppo giovane e un pubblico ancora troppo affamato di action classica, era lui l'unica scelta ovvia per prendere il personaggio del Presidente action già accennato da Bill Pullman in Independence Day e confezionare un film tutto per lui, in cui difende da solo un tentativo di dirottamento dell'aereo presidenziale.

Harrison Ford

Al sesto posto, Qualcosa è cambiato pare scritto su misura per regalare un altro Oscar a Jack Nicholson, qui nei panni di uno scrittore burbero che impara ad ammorbidire il proprio carattere quando per una serie di circostanze è costretto a frequentare una cameriera single e un artista omosessuale: puntualmente l'Oscar arriva.

Al settimo posto, un'altra di quelle storie che piacciono a Hollywood: due giovani attori emergenti scrivono una sceneggiatura per loro stessi, ottengono finanziamenti, la gira Gus Van Sant che in quel periodo stava facendo i primi passi nel mainstream e Robin WIlliams porta star power. Il film è Will Hunting genio ribelle: i due giovani attori emergenti si chiamano Matt Damon e Ben Affleck, vinceranno un Oscar per lo script iniziando la loro carriera di superstar ma per assurdo scriveranno pochissimo altro.

All'ottavo posto risultato piuttosto eclatante per una delle operazioni più discutibili del decennio: la prima trilogia di Star Wars torna in sala come antipasto di un attesissimo sequel previsto per il 1999, e lo fa non limitandosi a un restauro ma, con polemiche che ancora oggi non si sono esaurite, aggiungendo scene e modificandone tante altre con aggiunte di effetti speciali moderni che secondo Lucas avvicinavano maggiormente il film a quella che era la sua visione originale limitata dai mezzi tecnici dell'epoca. Episodio IV incassa altri 138 milioni, Episodio V altri 67 (posizione 21) e Episodio VI altri 45 (posizione 46). La trovata contagia anche Spielberg, che modifica il suo E.T. salvo poi fare marcia indietro qualche anno dopo.

Al nono posto Julia Roberts si riprende immediatamente dai recenti flop con una commedia classica che l'affianca all'emergente Cameron Diaz e diventerà uno dei suoi classici: Il matrimonio del mio miglior amico.

Chiude la Top 10 il nuovo rilanciatissimo James Bond di Pierce Brosnan, visibilmente più frettoloso e più classico del precedente Goldeneye, ma ancora capace di attirare il grande pubblico.

I dimenticati

È una di quelle annate in cui eleggere un film "dimenticato" nella Top 10 è un torto eccessivo per tutti e dieci i film in ballo. Personalmente mi piacerebbe vivere in un mondo in cui ci siamo dimenticati dell'edizione speciale di Star Wars, in cui vederla in classifica risulta come una buffa curiosità e quelli che c'erano ne narrano come di un evento davvero speciale che non si è più ripetuto, tipo lo Star Wars Holiday Special. "Ti ricordi quando George Lucas voleva di colpo farci credere che Greedo aveva sparato a Han per primo e l'aveva mancato da fermo a mezzo metro?", cose così. E invece a tutt'oggi è ancora questa, con ulteriori progressivi ritocchi, la versione considerata "ufficiale": quella che si ostinano a distribuire in homevideo, quella che mettono a disposizione su Disney+, quella che forzano i cinema a proiettare in caso di retrospettive. La versione originariamente uscita nel '77, rintracciabile in digitale come bonus disc non anamorfico e non rimasterizzato di una vecchia edizione dvd oppure come laser disc, ha trasformato i fan più duri in Indiana Jones che scovano, restaurano e distribuiscono copie clandestine. E Indiana Jones è un assist perfetto che mi sono fatto da solo per passare da Lucas a Spielberg: non ci siamo esattamente dimenticati di Il mondo perduto, ci viene continuamente ricordato per completezza nei confronti di una saga che ha continuato ad allungarsi, ma è un film che procede principalmente di svogliata inerzia ed è facilmente elencabile tra i meno riusciti in carriera del regista della saga dell'archeologo più famoso del mondo. Ma quando si tratta di dinosauri si va volentieri in massa a vedere anche Jurassic Park 3 di Joe Johnston e i Jurassic World, quindi non è grave.

Face/offI sottovalutati

Arriva a un passo dalla Top 10 Face/Off, il trionfo hollywoodiano del genio action di John Woo nell'unica occasione in cui il suo stile operatico e iper-coreografato trova il contesto ideale e due interpreti perfetti come John Travolta e Nicolas Cage. Segue un altro famosissimo flop che flop in realtà non fu: Batman & Robin traumatizzò quelle masse che non si erano rese conto che premiando Batman Forever avrebbero ricevuto lo stesso pasticciato cartoon un'altra volta, ma ancora più calcato. Il dodicesimo posto è un'incontestabile grossa delusione, e ci vollero altri otto anni perché la Warner trovasse il coraggio di ripresentarsi con un reboot. Scream 2 è 14esimo mentre al 20esimo troviamo il suo primo imitatore, So cos'hai fatto. In mezzo, Con Air al 15esimo conferma l'appeal di Nicolas Cage improbabile action star. 24esimo posto per L.A. Confidential che regala un Oscar a Kim Basinger e lancia Russell Crowe. Il quinto elemento (26) è una produzione ambiziosissima firmata Luc Besson che ha bisogno degli incassi internazionali per recuperare i costi: è comunque il film che lancia Milla Jovovich. Starship Troopers (35) è un capolavoro di sarcasmo firmato Paul Verhoeven, e Austin Powers (36) un successone che rilancia la carriera di Mike Myers dopo Fusi di testa: entrambi – l'avreste mai detto? – incassano meno di uno dei cinecomics più inguardabili di sempre, ovvero Spawn (34). The Full Monty e Mr. Bean - L'ultima catastrofe sono due fra le commedie dell'anno, ma soprattutto in Europa: negli USA sono rispettivamente al 44esimo e al 47esimo posto. The Peacemaker (55), con George Clooney e Nicole Kidman, viene pubblicizzato come primo kolossal d'azione prodotto da un nuovo studio chiamato DreamWorks, fondato da Steven Spielberg, Jeffrey Katzenberg e David Geffen con l'ambizione di sfidare le altre major: finché c'è si pubblicizza anche come il primo blockbuster d'azione diretto da una donna, Mimi Leder, ma è il 1997 e passeranno altri vent'anni prima che a qualcuno interessi (o ci riprovi). Finisce soltanto al 58esimo posto Jackie Brown, il primo film di Quentin Tarantino dopo il successo clamoroso di Pulp Fiction: è chiaramente punito dal pubblico per non assomigliarci abbastanza. Altri film oggi più ricordati di George re della giungla (13): Punto di non ritorno (77), Boogie Nights (79), Gattaca (108), In cerca di Amy (110), Waiting for Guffman (162).

Il grande flop

Tante delusioni – si vedano ad esempio i due catastrofici a tema identico, Dante's Peak (22) e Volcano (39), nessuno dei quali fa incassi memorabili – ma due film spiccano sul mucchio. Uno è ancora oggi tra i sequel più inspiegabili della storia: Speed 2 sposta l'azione forsennata del primo film da un bus costretto a districarsi ad alta velocità in una tangenziale intasata a una nave da crociera lanciata in comodo mare aperto – si dice che l'idea venga da un sogno del regista Jan de Bont. Keanu Reeves fiuta il pacco e rinuncia, rimpiazzato da uno spento Jason Patric, e il film porta a casa appena 48 milioni su un budget di quasi 160, ambiziosissimo ma necessario per il catastrofico finale. L'altro è L'uomo del giorno dopo, il ritorno alla regia di Kevin Costner dopo gli Oscar di Balla coi lupi: sulla carta era un ottimo modo per rifarsi una reputazione dopo le peripezie di Waterworld, ma l'eccessiva ambizione – tre ore di western distopico filosofico su un postino senza nome che porta la speranza in un'America post-apocalittica – scoraggia il pubblico e fa incassare appena 17 milioni su un budget di 80.

Il tema dell'anno

Dopo Independence Day, che aveva inflitto un duro colpo allo star system facendo trionfare un catastrofico corale appunto senza star, Titanic colpisce per il modo in cui sembra aver trovato la chiave per accontentare tutti offrendo un incredibile spettacolo catastrofico sullo sfondo di una storia d'amore senza compromessi, e di nuovo senza coinvolgere attori dal richiamo di pubblico garantito. Vanno al cinema sia gli appassionati di esplosioni che quelli di romanticherie, ed entrambi escono più che soddisfatti dalla loro metà di film. Per Hollywood è l'equivalente di aver scovato la formula per la fissione dell'atomo, o almeno è questa l'illusione. Come gli horror avevano appena imparato a riempire i tempi morti con dinamiche alla Beverly Hills 90210 abbastanza concentrate da attirare i fans di quest'ultimo disposti a sopportare due spaventerelli, i grandi blockbuster di colpo si sentivano in dovere di costruire le loro spettacolari tragedie dietro a un'intensa storia d'amore dal destino incerto, per portare al cinema le coppiette senza che nessuno si senta sacrificato. Non è ancora quello che Bollywood fa regolarmente (con aggiunta di musical) e durerà soltanto fino agli incassi indecifrabili di Pearl Harbor (2001), ma è qualcosa.

E in Italia?

Titanic è imbattibile e si fa beffa di un trio di film italiani potentissimo: La vita è bella di Benigni (che farà un figurone anche negli USA l'anno successivo), Fuochi d'artificio di Pieraccioni (il primo dopo i record di Il ciclone) e Tre uomini e una gamba con Aldo Giovanni e Giacomo. In Top 10 anche Mr. Bean (quinto), Full Monty (settimo) e Sette anni in Tibet (nono).

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