La prova del tempo: 1987, dal successo di Tre scapoli e un bebé al flop di Ishtar

Il nostro viaggio alla scoperta dei successi al box-office del passato ci porta al 1987, quando a trionfare fu Tre scapoli e un bebé

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  1. Tre scapoli e un bebé - $167,780,960

  2. Attrazione fatale - $156,645,693

  3. Beverly Hills Cop II - $153,665,036

  4. Good Morning, Vietnam - $123,922,370

  5. Stregata dalla luna - $80,640,528

  6. Gli intoccabili - $76,270,454

  7. Il segreto del mio successo - $66,995,000

  8. Sorveglianza speciale - $65,673,23

  9. Arma letale - $65,207,127

  10. Le streghe di Eastwick - $63,766,510

Spero che siamo tutti d'accordo se dico che, in questa decina, a livello di fama, reputazione e importanza storica, il film che ci aspetteremmo di vedere in cima alle classifiche è Arma letale. Richard Donner azzecca l'ennesimo classico dopo The Omen, Superman e i Goonies, Mel Gibson diventa una superstar, l'allora 26enne Shane Black sforna la sua prima sceneggiatura ("shaneggiatura") seminale e il film perfeziona la formula lanciata da 48 ore diventando il buddy cop per eccellenza contro il quale tutti gli altri buddy cop si misureranno. E crepi l'avarizia, il cattivo è Gary Busey.

Eppure sta al nono posto.

La beffa? Appena sopra di lui, all'ottavo, c'è un altro buddy cop: Sorveglianza speciale, action comedy di John Badham con la coppia Richard Dreyfuss - Emilio Estevez in cui il primo si innamora dell'ex-morosa di un criminale che i due dovrebbero spiare a distanza. Una cosa molto simpatica, ma che non sento citare dal '94.

Al primo posto invece si piazza Tre scapoli e un bebé, remake hollywoodiano del francese Tre uomini e una culla che scalda il cuore se non altro per aver regalato un successo inappuntabile a Tom Selleck, che all'epoca era già famoso sia come Magnum P.I. che per aver perso l'occasione di diventare Indiana Jones proprio a causa del contratto che lo legava a Magnum P.I.. Era l'87: gli USA avevano scoperto da poco una cosa che non so se in Italia è arrivata, ovvero questa situazione per cui potrebbe essere un uomo a dover badare a un bambino in assenza di una donna e non necessariamente in casi di emergenza, per cui era di forte attualità nonché fonte di mille gag potenzialmente esilaranti far vedere maschi a disagio in cose – i figli, i bambini piccoli – di cui fino a quel momento si occupavano solo le femmine. Era già stato fatto nell’83 in Mr. Mamma con Michael Keaton, ma qui gli uomini sono tre! E non a caso ha fatto il triplo degli incassi. Se solo il segreto del successo fosse sempre così semplice… Ma questo è argomento del film al settimo posto.

Al secondo posto si rifà una reputazione Adrian Lyne: agli americani non interessavano le storie di sesso bollente di 9 settimane e mezzo, ma delle storie di sensi di colpa e di tradimenti che ti si rivoltano contro ne vanno ghiotti, e Attrazione fatale diventa un classico che porta a casa persino sei nomination agli Oscar (nessuna vittoria).

Se al terzo posto troviamo un successo facile per Eddie Murphy (Beverly Hills Cop 2) e al settimo una conferma dell'appeal di Michael J. Fox con un elogio del capitalismo più truffaldino (Il segreto del mio successo), al quarto troviamo il film che fa decollare definitivamente la carriera di Robin Williams: Good Morning Vietnam è tratto da una storia vera, ed è un ruolo perfetto capace sia di esaltarne la comicità istintiva e maniacale che il talento drammatico.

Al quinto, Stregata dalla luna fa vincere un Oscar a Cher al fianco di un giovane ma già scatenato Nicolas Cage.

Infine, due cast all stars: al sesto posto trionfa Gli Intoccabili di Brian De Palma che, un anno dopo i successoni tutti italiani di Il nome della rosa e Highlander, rilancia la carriera di Sean Connery anche negli USA facendogli guadagnare un Oscar; al decimo si conferma l'anno di Cher, qui in compagnia di Susan Sarandon e Michelle Pfeiffer ma soprattutto di un Jack Nicholson senza freni nel ruolo del diavolo in Le streghe di Eastwick.

dirty dancing Patrick Swayze

I dimenticati

Tre scapoli e un bebé non è esattamente il tipo di film di cui si celebrano gli anniversari, e voglio prendermela con lui perché non ci credo che abbia vinto un'annata in cui sono usciti anche Arma letale e Predator. Ebbe un sequel tre anni dopo, che come vedremo fra qualche numero incassò benissimo, ma si trattava di una saga innocua dalla data di scadenza veloce quanto i cambiamenti culturali che ne hanno reso la premessa sempre meno interessante. Selleck riuscì a galleggiare più o meno per tutto il decennio seguente trovando altri successi, mentre Steve Guttenberg se la sentì un po' troppo calda: mollò al volo la saga di Scuola di polizia di cui era protagonista (nell'87 era uscito il quarto capitolo, l'ultimo con la sua presenza, posizione 44) ma fu un salto nel vuoto e di lì a pochissimo uscì dal grande giro. Ted Danson era invece noto per la serie tv Cin cin, e rimase a bordo fino alla chiusura nel '93 senza mai cercare veramente di diventare una star del cinema. Ma la vera curiosità sta nel regista: si tratta di nientemeno che Leonard Nimoy, Spock di Star Trek in persona, alla sua prima esperienza importante fuori dalla saga che lo ha lanciato e alle prese con qualcosa di completamente diverso. Ma nonostante la partenza esplosiva non gli andò bene come a un Ron Howard: girò altre tre commedie, tutte a tema famiglia e passate nell'indifferenza generale, e dal '94 in poi tornò a fare l'attore/doppiatore a tempo pieno per lo più campando sulla fama di Spock. Oggi, se lo chiedete a me, Tre scapoli e un bebé si ricorda soprattutto per la leggenda metropolitana secondo cui sullo sfondo di una scena compare il fantasma di un bambino che si suicidò in quello stesso appartamento, in realtà un cartonato promozionale di Ted Danson colpevolmente dimenticato nell'inquadratura.

I sottovalutati

Vi sembra che manchino dei grossi classici dalla Top 10? Scendete poco sotto. All'11esimo posto: Dirty Dancing. Al 12esimo: Predator. Al 13esimo, un piccolo gioiellino semi-dimenticato come Getta la mamma dal treno fa più soldi di Robocop (16esimo). Delude l'esordio di Timothy Dalton come James Bond (007 Zona pericolo, posizione 19) battendo di poco quel tipo di cosa che oggi andrebbe dritta su Netflix senza che nessuno faccia domande, ovvero uno spettacolo da stand-up comedian di Eddie Murphy (Nudo e crudo, 20). Full Metal Jacket è alla 23, Nightmare 3 alla 24 è il primo degli horror e rilancia la saga incassando oltre il doppio del predecessore; seguono gli altri trionfatori della notte degli Oscar, ovvero L'ultimo imperatore (25, nove premi tra cui Miglior Film e Miglior Regia a Bernardo Bertolucci) e Wall Street (26, Miglior Attore a Michael Douglas). Annata d'oro per Schwarzenegger che piazza anche L'implacabile alla 30esima posizione, approfittando di scelte sbagliate di Stallone che vedremo più sotto. Subito dietro, Balle spaziali (31) riporta Mel Brooks sulla satira pura con bersaglio Star Wars. Posizioni modeste per cult ancora solidissimi come Ragazzi perduti (38) e La storia fantastica (41), mentre Salto nel buio (47) e Angel Heart (66) non fanno nulla per rilanciare le carriere di Joe Dante e Mickey Rourke. Più giù troviamo un pugno di veri capolavori horror: Hellraiser (72), Il signore del male (74), La casa 2 (102), Il buio si avvicina (128).

La storia fantastica

Il grande flop

Il 1987 è l'anno in cui esplode la leggendaria Cannon di Menahem Golan e Yoram Globus. Dopo alcuni successi incoraggianti negli anni precedenti – su tutti Breakdance, seguito dai film di Chuck Norris – si decide di investire forte in tre progetti ambiziosi che vanno tutti malissimo: Masters of the Universe incassa 17 milioni su 22 di budget (posizione 65), Superman IV ne incassa 15 su 17 (69) e Over the Top ne incassa 16 su 25 (68), metà dei quali erano andati alla star Sylvester Stallone. Non si riprenderanno più e chiuderanno di lì a poco.

Stecca anche Steven Spielberg: L'impero del sole incassa 22 milioni su 35 (posizione 53, appena sopra a Lo squalo IV), ma se non altro lancia il giovanissimo Christian Bale. Figuraccia anche per Madonna, che si fa costruire un film su misura, Who's That Girl, ma incassa appena 7 milioni su 17 (97) mentre la colonna sonora vende senza problemi. Ed è un disastro Leonard, Part 6, parodia dei film di spionaggio con Bill Cosby al suo primo ruolo al cinema dopo I Robinson, che incassa 4 milioni su un budget di 24 (112). Giocarono a suo sfavore un paio di cose: "Parte 6" era una gag che confuse un sacco di gente che pensava di essersi persa altri cinque film (non è un caso che Lucas aggiunse "Episodio IV" a Star Wars solo dopo la sua uscita originale); Cosby stesso, che pur se l'era scritto e prodotto da solo, era talmente deluso dal risultato che invitò pubblicamente i suoi fans a non andarlo a vedere. Fino a pochi anni fa la considerava la sua più grande vergogna.

Ma il tonfo più grosso dell'anno è quello di Ishtar, ambiziosa commedia con Warren Beatty e Dustin Hoffman che aspirava a recuperare le atmosfere dei vecchi film con Bing Crosby e Bob Hope. Non aiutati dalle pretese di due star vanitose e di una regista, Elaine May, stimatissima ma secondo diverse cronache incapace di mantenere il polso della situazione, i costi sfuggirono al controllo lievitando fino a un conto senza senso di 55 milioni. Il risultato fu un film che interessava poco, in cui i due protagonisti fuori ruolo vanno a corrente alternata e la gag migliore ha a che fare con un cammello cieco, e che di quei 55 milioni ne recuperò appena 14 (posizione 73). In Italia passò nell'indifferenza generale, ma a Hollywood rimase per parecchio tempo uno dei flop più famosi di sempre.

Il tema dell'anno

Non è ancora l'epoca dei grandi blockbuster. Serve evidentemente sdrammatizzare la tensione della guerra fredda, e in classifica vanno ben sette commedie su dieci, una sola delle quali puntava apertamente a fare sfracelli (Beverly Hills Cop 2). Ma preferisco notare come, tra Jack Nicholson in Le streghe di Eastwick e Robert De Niro in Angel Heart, fosse anche un'ottima annata per Satana.

E in Italia?

Trionfo prevedibile di Bertolucci con L'ultimo imperatore, seguito dalla nostra passione per i temi scottanti di Adrian Lyne con Attrazione fatale e dalla riedizione di Biancaneve e i sette nani, ancora non disponibile in home video. Quarto è Full Metal Jacket, simbolo di un fascino nostrano per certi autori che negli USA non hanno mai goduto di vero successo commerciale: Kubrick è un esempio, Woody Allen è un altro caso eclatante che da noi sfiora spesso la Top10 mentre a casa sua sfiora a malapena la Top50. Nel resto della classifica spiccano Angel Heart all'11esimo, Salto nel buio al 14esimo e Who's That Girl al 22esimo, e più giù La casa 2 incassa più di Robocop.

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