La prova del tempo: 1983, Il ritorno dello Jedi e un trionfo scontato

Nel nuovo appuntamento con la nostra analisi storica del box-office parliamo del 1983 e della vittoria scontata di Il ritorno dello Jedi

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  1. Il ritorno dello Jedi - $252,583,617

  2. Voglia di tenerezza - $108,423,489

  3. Flashdance - $92,921,203

  4. Una poltrona per due - $90,404,800

  5. War Games - $79,567,667

  6. Octopussy - $67,800,000

  7. Coraggio... Fatti ammazzare - $67,642,693

  8. Staying Alive - $64,892,670

  9. Mr. Mamma - $64,783,827

  10. Risky Business - $63,541,777

Il vincitore del 1983 era annunciato da almeno tre anni.

L’impero colpisce ancora era coraggiosamente non autoconclusivo, ma il twist finale aveva funzionato e l’attesa per la conclusione della trilogia di Star Wars era palpabile. George Lucas rinuncia di nuovo alla regia, stavolta a favore di Richard Marquand, per occuparsi di tutto il contorno: ormai un drago nelle questioni di marketing, aumenta a dismisura i personaggi pupazzosi e introduce i controversi Ewoks, considerati troppo infantili da chi nel frattempo aveva compiuto più di 10 anni. A parte questo, Il ritorno dello Jedi viene considerato un finale più che degno e incassa più del doppio del secondo in classifica che, per reazione/controprogrammazione, è Voglia di tenerezza (cinque Oscar).

Anticipato dai montaggi di Rocky III con Eye of the Tiger, trionfa lo stile videoclipparo iper-patinato stile MTV convertito per il cinema dalla scaltrezza di Adrien Lyne in Flashdance, terzo posto, e di nuovo dallo stesso Stallone in Staying Alive, ottavo posto. Il primo diventa un classico immediato, capostipite dei non-musical a tema danzereccio; del secondo ne riparliamo più sotto.

Al quarto posto si conferma la stella di Eddie Murphy, qui in coppia con Dan Aykroyd in quello che da noi è diventato il classico di Natale per eccellenza: Una poltrona per due.

Al quinto posto, War Games introduce la gente al pericoloso mondo dei computers, incomprensibili marchingegni infernali capaci di scatenare una guerra mondiale non appena premi il bottone sbagliato.

Al sesto e settimo posto due saghe storiche: Octopussy prosegue gli ottimi incassi dei film di James Bond con Roger Moore, mentre Coraggio... Fatti ammazzare è il quarto film sull'Ispettore Callaghan, il primo dopo sette anni.

Al non posto Mr. Mamma lancia la carriera di Michael Keaton nel ruolo che tutti gli rinfacceranno quando verrà ingaggiato per Batman.

Al decimo posto, Risky Business riesce in tre colpacci mica male: 1) lancia la carriera del giovane Tom Cruise facendolo ballare in mutande, camicia e Wayfarer; 2) anticipa Pretty Woman nella sua descrizione soft, benevola, quasi accogliente del simpatico mondo della prostituzione e 3) anticipa Breaking Bad nel tema di un insospettabile civile che si converte alla clandestinità.

risky business

I dimenticati

Dire che Staying Alive è dimenticato non è del tutto esatto. Il suo problema è piuttosto suggerito dal fatto che, di tutti i film che vantano uno 0% di apprezzamento su Rotten Tomatoes, è letteralmente l'unico ad essere entrato nonostante tutto nella Top 10 di incassi di fine anno. È un film che la gente è corsa a vedere interessata – e ci mancherebbe, è il sequel dell’amatissimo La febbre del sabato sera – e che poi ha generalmente odiato e si è sforzata di dimenticare. Staying Alive ha anche la particolarità di essere, ad oggi, l'unico film che Sylvester Stallone ha diretto e non interpretato (se escludiamo una comparsata lampo). La scelta non è per forza insensata considerando quanto il primo film avesse in comune a suo modo con Rocky: il problema è piuttosto che arriva dopo Rocky III, quando Sly ha cambiato marcia ed è passato dall'essere l'outsider dalle ambizioni autoriali alla superstar che ha sposato – o meglio, pionierizzato – lo stile videoclipparo alla MTV, cogliendo in pieno l'estetica dominante dei suoi tempi. Ma privato della sincerità autobiografica, gli esce un contenitore tanto luccicante quanto vuoto.

Non è nemmeno esatto dire che Mr. Mamma è stato dimenticato quanto, come al solito, ignorato in Italia. La storia di un uomo che si ritrova a gestire i figli mentre la moglie è in carriera non coglie l'attualità del nostro Paese che, per affrontare timidamente l'argomento, dovrà aspettare un film con Fabio De Luigi del 2019 (10 giorni senza mamma).

I sottovalutati

Considerando l'immenso impatto culturale e l'ubiquità di cui gode ancora oggi, vedere lo Scarface di De Palma appena al 16esimo posto fa abbastanza impressione. All'11esimo National Lampoon's Vacation consacra Chevy Chase come superstar, e si piazza davanti a Superman III che non è un flop ma è di sicuro una delusione (così come Lo squalo 3-D, 15esimo). Al 13esimo un altro classico: Il grande freddo, commedia malinconico/nostalgica dal co-sceneggiatore di Star Wars e Indiana Jones. Subito sotto il James Bond apocrifo Mai dire mai, che segnava il clamoroso ritorno di Sean Connery, perde la sua sfida con quello ufficiale con Roger Moore. Fratelli nella notte, 22esimo, è il primo film a seguire l'esempio di rivalsa anti-Vietnam di Rambo e conferma che il trend è quello giusto; Avventurieri ai confini del mondo, 27esimo, è invece il tentativo di Tom Selleck di montare sul treno perso quando dovette rinunciare al ruolo di Indiana Jones, invano. Al 28esimo Coppola ritorna con un film apprezzato, I ragazzi della 56esima strada, e lancia un numero incredibile di attori che lasceranno il segno (Cruise, Swayze, Dillon, Estevez, Macchio, Lowe, Howell e crepi l'avarizia pure Diane Lane). Diversi film tentano la strada del fantasy tra Star Wars e Conan, ma nessuno lascia il segno (Krull alla posizione 43, Spacehunter alla 44, Deathstalker alla 60, l'Hercules di Luigi Cozzi con Lou Ferrigno alla 66). Più sotto mi piace notare come Ninja la furia umana (posizione 54) abbia incassato più di Zelig di Woody Allen (61). Infine, dopo due anni di passaparola selvaggio ai festival e di problemi di censura in mezzo mondo, esce finalmente negli USA un cult leggendario come La casa di Sam Raimi: lo fa in un numero ridicolo di sale e finisce al 120esimo posto, poco sotto a Rusty il selvaggio (un altro Coppola, girato insieme a I ragazzi della 56esima strada, 117) e sopra a Videodrome (capolavoro di un David Cronenberg che ancora tardava a scoppiare, 126).

Il grande flop

Dicevamo, Krull alla posizione 43, con 16 milioni di incasso. Ecco, il problema è che ne era costati 47, là dove persino per un ricco goal a porta vuota come Il ritorno dello Jedi ne erano stati investiti appena 32. Ma Krull, tanto per cominciare, non nasceva dall'ispirazione di un autore: era letteralmente il desiderio di un produttore di infilarsi nella scia dei fantasy, richiamando Star Wars ma anche l'allora popolarissimo Dungeons & Dragons, semplicemente ordinando a qualcuno di scriverne uno da zero. Personalmente mi fa riderissimo che questo qualcuno fosse lo sceneggiatore di Fai come ti pare, il film di Clint Eastwood con l'orangotango, come se l'orangotango valesse come esperienza con creature fantasy. Alla regia Peter Yates era intrigato dalla sfida ma a digiuno dal genere, e il risultato è un film che non trova mai il tono giusto, e di sicuro non è aiutato da due protagonisti che, per imitare Lucas, erano sostanzialmente semi-sconosciuti. Col tempo è stato rivalutato, vuoi per tocchi di design ispiratissimi tipo l'arma del protagonista, una specie di frisbee magico ad artigli rotanti, e se chiedete a me anche grazie a una delle colonne sonore più spettacolari del genere ad opera di James Horner.

E in Italia?

Classifica insospettabile in Italia, che vede Il ritorno dello Jedi appena al sesto posto. Lo stile MTV ci conquista al volo, per cui al primo abbiamo Flashdance mentre Staying Alive è al quarto, meglio di tutti i Rocky. Al secondo La chiave di Tinto Brass e al quinto il solito Celentano (Segni particolari bellissimo). La vera sorpresa sta al terzo: trionfa The Day After, dramma sugli effetti del nucleare che negli USA era uscito direttamente in tv. Segue al settimo War Games, mentre all'ottavo troviamo il primo storico cinepanettone: Vacanze di Natale. Solo 17esimo Una poltrona per due e 21esimo Scarface: non eravamo ancora pronti.

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