La Profezia dell'Armadillo: ciak, si gira!

Cosa significa per il mondo del fumetto italiano la lavorazione di un film tratto dal fumetto di Zerocalcare?

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


Condividi

È di ieri l'annuncio che Valerio Mastandrea, attore noto per decine di film come Tutta la Vita Davanti e La Prima Cosa Bella, farà il suo esordio alla regia dirigendo una pellicola ispirata a La Profezia dell'Armadillo, alla cui sceneggiatura ha collaborato lo stesso Zerocalcare. Si tratta di una notizia sorprendente che avrà sicuramente colto di sorpresa i numerosi fan del fumettista romano, già impegnati in discussioni sul web a riguardo, con opinioni discordanti che vanno da "Finalmente, l'occasione che si meritava!" a "Ecco, anche Zerocalcare si è svenduto per i soldi!".
Noi proviamo a ragionare un attimo sull'importanza che un'operazione simile potrebbe avere per il mondo del fumetto italiano.

FUMETTI AL CINEMA
Il cinema osserva sempre con attenzione gli scaffali delle librerie per realizzare pellicole tratte da romanzi di successo e grandi saghe letterarie. Ma anche il fumetto è una forma di letteratura e grazie alla sua natura di arte visiva si presta ancor di più ad essere tradotta sul grande schermo. In fondo cinema e fumetto sembrano essere destinati a vivere un percorso parallelo, dato che nascono entrambi a fine diciannovesimo secolo, ad un solo anno di distanza l'uno dall'altro (con Yellow Kid in vantaggio di un anno rispetto alla prima proiezione dei fratelli Lumiére).
Da allora ci sono stati diversi tentativi di trasformare le linee disegnate su carta in personaggi in carne e ossa, esperimento che è diventando col tempo sempre più frequente, fino all'esplosione mediatica degli ultimi 20 anni. Sembra superfluo citare tutti i film di supereroi realizzati in questo periodo, in grado di creare una vera e propria versione cinematografica degli universi a fumetti Marvel e DC. Ma ci sono molte altre opere di generi differenti che sono arrivate a Hollywood, basti pensare a pellicole come Men in Black, The Mask, Ghost World, From Hell, A History of Violence...
Il Giappone non sta a guardare e grazie alla fortissima importanza che i manga rivestono nella cultura nipponica, ogni anno escono numerosi film d'animazione tratti dalle opere più celebri, ai quali si affiancano diversi titoli live-action. Anche in questo caso impossibile citarli tutti, ma tra i prodotti meglio riusciti degli ultimi anni vogliamo ricordare i due film di Nana, la trilogia di Death Note e la trilogia di 20th Century Boys.
In Europa da questo punto di vista il Paese più attivo è la Francia: tra i titoli più importanti ci sono i quattro lungometraggi di Asterix e Obelix, il Lucky Luke interpretato da Jean Dujardin, Adéle e l'Enigma del Faraone diretto da Luc Besson e La vita di Adéle, film vincitore dell'ultimo Festival di Cannes.

...E L'ITALIA?

Nel nostro Paese non si può dire che la situazione sia altrettanto rosea.
La prima pellicola italiana "a fumetti" è Cenerentola e il Signor Bonaventura, diretta nel 1942 da Sergio Tofano, il creatore del simpatico personaggio. È un film che lasciò molte perplessità all'epoca, così come i successivi adattamenti negli anni '60 di Kriminal ad opera di Umberto Lenzi e di Satanik ad opera di Pietro Vivarelli. Discorso diverso per il Diabolik diretto da Mario Bava, la Valentina di Crepax in Baba Yaga o i due film ispirati alle Sturmtruppen di Bonvi: sono film a tratti interessanti, ma che si discostano dalle atmosfere originali creando un prodotto con troppe differenze dalla fonte.
Dopo questi film, la situazione è abbastanza desolante: un cine-fumetto ogni decennio.
1985: Tex e il Signore degli Abissi. È la trasposizione di una storia pubblicata sui numeri 101-102-103 del fumetto Bonelli, minata da un casting poco ispirato, dialoghi fuori luogo e una regia piuttosto piatta. Passiamo oltre.
1994: Dellamorte Dellamore. Considerato "il film di Dylan Dog" è in realtà una pellicola ispirata all'omonimo romanzo di Tiziano Sclavi, con protagonista  l'alter ego italiano dell'indagatore dell'incubo, apparso anche nella storia a fumetti Orrore Nero. Il fatto che nel film Dellamorte Dellamore guidi un maggiolone bianco e sia interpretato da Rupert Everett lo rendono sicuramente più simile a Dylan Dog di quanto non lo sia il Dylan Dog hollyw... no, dai, non voglio nemmeno citarlo quello.
Nel 2002 esce Paz!, versione cinematografica dei fumetti di Andrea Pazienza. Il film non ha una vera e propria trama, ma si limita a catturare lo spirito dei fumetti e l'atmosfera della tumultuosa Bologna degli anni '70 in una serie di sketch che hanno per protagonisti Zanardi, Pentothal e Fiabeschi.
Da allora, al cinema non si sono più visti film italiani tratti dalla nona arte. Nel frattempo sono apparsi però alcuni progetti interessanti, come il cortometraggio Basette di Gabriele Mainetti o il corto Dylan Dog - Vittima degli Eventi in corso di realizzazione.

UN SIMBOLO GENERAZIONALE
La responsabilità di riportare il fumetto italiano sul grande schermo sta nelle mani, ancora unte di plumcake, di Zerocalcare: sapere che l'autore romano ha collaborato alla scrittura della sceneggiatura dovrebbe tranquillizzare i fan del fumetto, visto che (ad eccezione di Dellamorte Dellamore) non abbiamo mai avuto un coinvolgimento così diretto di un fumettista nella trasposizione cinematografica della sua opera.
Avere Valerio Mastandrea solo dietro la cinepresa un po' dispiace: il suo aspetto fisico una decina di anni fa gli avrebbe permesso di essere un perfetto interprete di Zerocalcare, ma di sicuro anche in questo ruolo potrà trasmettere la sua "romanità" presente nel fumetto e come ogni esordio siamo certi che si impegnerà a fondo per dimostrare il suo valore anche per la sua carriera da regista.
In questo periodo non potrebbe esserci un fumetto migliore per arrivare sui nostri schermi: lasciando fare i grossi film d'azione a chi ha l'esperienza e il budget necessari, La Profezia dell'Armadillo è una storia semplice ma universale, il racconto di un amore impossibile nato tra i banchi di scuola, arricchito da divertenti divagazioni che permettono di ridere e riflettere sulla società contemporanea.
Sì, perché la definizione di "simbolo generazionale" che ormai ossessiona Zerocalcare potrebbe rivelarsi anche in questo caso un elemento a favore: la possibilità di raccontare la vita e le sensazioni dei suoi coetanei facendo riferimenti alla cultura pop è di sicuro una strada interessante, tanto sulla carta stampata quanto nel buio della sala. Facendo un paragone, mi torna in mente un altro film che poteva giocare le stesse carte: quel Santa Maradona divenuto poi un piccolo cult.
Inoltre la tempestività con cui questa pellicola è entrata in produzione, a pochi anni dalla comparsa sul mercato dell'autore, sempre in cima alle classifiche di vendita... bé, anche dal punto di vista economico si direbbe una garanzia, visto che Fandango sta puntando sul cavallo vincente dell'editoria italiana.

SÌ, MA CI SARÁ L'ARMADILLO?
All'annuncio dell'adattamento de La Profezia dell'Armadillo, inevitabilmente la mente dei lettori ha cominciato a fantasticare su cosa potremo vedere e cosa no, su quali scelte di adattamento ci piacerebbe venissero adottate... tutti ragionamenti privi di alcun fondamento, almeno finché non ci verrà svelato qualcosa in più dalla produzione. Ma intanto noi nerd passiamo il tempo così, per ingannare l'attesa.
Zerocalcare ha dichiarato da subito che non sarebbe stato un film identico alla versione a fumetti, nemmeno sappiamo se il titolo sarà lo stesso del volume cartaceo, ma mi sembra esagerato supporre di non vedere nessuno degli elementi surreali che sbucano quasi in ogni pagina, tra le vignette. Un tratto caratteristico dello stile di Zerocalcare sono le entità astratte che prendono corpo o le diverse sembianze che affibbia a parenti e amici, quindi è improbabile l'eliminazione di un aspetto che riscuote tanto successo tra i fan. Come sarà realizzato? Potrebbe essere un film in tecnica mista, con questi personaggi creati sotto forma di cartone animato, in animazione tradizionale (come in Mary Poppins o Chi ha incastrato Roger Rabbit?) oppure in computer grafica (come nei recenti film di Alvin Superstar o I Puffi).
C'è da considerare però che si tratta di una tecnica complessa e che richiederebbe un lavoro accurato, sia per ottenere animazioni di buon livello, sia per creare un'interazione credibile con gli attori. Non sarebbe però la prima volta che l'Italia si cimenta con un film in tecnica mista: c'è un precedente che risale al 1991, con Volere Volare di Maurizio Nichetti.
In alternativa si potrebbero creare costumi e trucchi in grado di trasformare un attore nell'Armadillo di Zerocalcare o nell'amico cinghiale, ma in questo caso è indispensabile un'abilità tecnica maggiore per realizzare qualcosa di credibile che abbia una buona resa sullo schermo.
C'è poi da considerare la questione dei diritti d'autore: non sappiamo in che misura e come Zerocalcare potrà citare sul grande schermo personaggi da cartoni animati e film che nei fumetti compaiono liberamente... d'altro canto anche in questo caso ci sembra innaturale pensare a questo film senza poter vedere la madre di Zerocalcare con le fattezze di Lady Cocca, o Darth Vader e Kenshiro che possono comparire da un momento all'altro sullo schermo.
Insomma, gli ostacoli da aggirare sono molti, ma l'opera di base è valida e siamo fiduciosi che possano ricavarne un buon film.

Forse è ancora presto per parlarne, ma il successo di questo film potrebbe voler dire molto per il nostro settore. Se il campione di vendite in libreria ottenesse un risultato simile anche con il suo film, la visibilità che ne ricaverebbe potrebbe riflettersi anche su altri fumetti italiani, con una caccia ad altri titoli da prendere in considerazione per un adattamento. I personaggi e le opere di qualità li abbiamo, cosa aspettano i produttori di cinema, televisione e videogiochi a sfruttare l'enorme proprietà intellettuale che possiede il fumetto italiano?

Continua a leggere su BadTaste