La notizia della settimana - Quello che Microsoft non dice

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Delle riflessioni sui punti non trattati dall'azienda di Redmond nella presentazione di Xbox One

Il grande annuncio c'è stato, il polverone alzato s'è progressivamente dissipato, ed ora possiamo aggiungere qualcos'altro alle impressioni che abbiamo ricavato dalle informazioni (non) rivelate sulla nuova console Microsoft, Xbox One. Sarebbe inutile ripetere quanto già detto nel nostro speciale di commento, pertanto vogliamo concentrarci sui punti oscuri di Xbox One, quelli dei quali Microsoft ha accuratamente evitato di parlare durante la presentazione, ma trapelati poi nei giorni successivi.

Il primo, è la questione usato. L'azienda di Redmond ha evitato di dirlo, ma Xbox One avrà un sistema molto invasivo al riguardo, che di fatto uccide, prima ancora della sua nascita, un potenziale mercato dell'usato per la console. Ogni gioco acquistato infatti, sarà correlato all'account del giocatore, pertanto sognatevi di prestarlo ad un vostro amico, tanto meno di acquistare a prezzo veramente ridotto un nuovo titolo per la vostra console. Il procedimento per l'usato sarà infatti questo: esclusivamente presso rivenditori autorizzati, quelli che sottoscriveranno un accordo economico con Microsoft, si potrà dare indietro un gioco, questo verrà depennato dal vostro account e sarà rivenduto al prezzo deciso dal negoziante. Il costo di attivazione del gioco usato sarà a suo carico, non a carico del giocatore, come si temeva, ma è ovvio che, con una parte di esso che va a Microsoft, un'altra al publisher, il rivenditore si troverà costretto ad alzare il prezzo dei giochi usati, a tutto svantaggio del giocatore. E non è poi detto che catene e negozi accettino di buon grado questo meccanismo, perché nel momento in cui l'ipotetico prezzo di un gioco usato si avvicinasse molto a quello di un gioco nuovo, per il rivenditore la soluzione più logica sarebbe non trattare giochi usati ma gestire solo copie sigillate.

Il secondo, è la questione sviluppatori indipendenti. Microsoft ha stabilito che potranno lavorare su Xbox One solo sviluppatori con alle spalle un publisher, cosa che di per sé esclude gran parte di loro. Il silenzio riguardo una nuova versione di XNA, framework di sviluppo di Microsoft familiare agli sviluppatori indipendenti, fa pensare a come, nelle strategie del colosso di Redmond riguardo la sua prossima console, il supporto agli indie sia molto secondario, contrariamente a quanto sta facendo Nintendo, che pare avergli spalancato le porte, perché non è un caso che molti progetti attualmente su Kickstarter siano indirizzati, oltre che a PC e piattaforme iOS e Android, a Wii U.

Il terzo punto oscuro è il peso dell'online nel funzionamento della console. Xbox One non avrà bisogno di essere online 24 ore su 24 per fruire dei suoi giochi e delle sue funzioni, ma sembra che ogni sua componente abbia bisogno di una connessione, seppur occasionalmente, per essere gestita. Il sistema appare essere quindi meno invasivo rispetto a quanto si pensava, ma probabilmente richiederà comunque una connessione a internet, facendo di fatto della nuova console Microsoft la prima a necessitarla.

Microsoft ha affermato, nei giorni successivi alla presentazione, che molte informazioni riportate, tra le quali alcune di quelle sulle quali abbiamo imbastito questa riflessione, sono errate o imprecise, ma s'è ben guardata dal correggerle, rimandando i chiarimenti più in là nel tempo: qualcosa potrebbe cambiare, qualcosa (molto, a nostro avviso) potrebbe essere confermato.

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