La morte e la stampa

Come affrontano i mass media la morte di professionisti del cinema? In maniera spesso irrispettosa, a vedere i recenti casi di David Carradine, Natasha Richardson e Heath Ledger...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Affrontare la morte è (o dovrebbe essere) uno dei compiti più delicati per chi fa informazione. Eppure, in certi campi questo non basta per evitare sciacallaggi e notizie buttate alla rinfusa. D'altronde, tutto questo dipende anche dall'importanza relativa che ha il mondo dello spettacolo. Difficile pensare che si possa giocare con gli industriali (magari quelli che forniscono pubblicità) o con i politici (che elargiscono soldi pubblici).

Invece, il cinema sembra già normalmente una cosa poco seria e su cui non è il caso di pretendere rigore, anche in momenti altamente drammatici. Il caso più recente è quello di David Carradine. Prima si è partiti dalla tesi del suicidio, che considerando le prime informazioni era anche ragionevole. Si è molto speculato sul modo in cui è stato trovato il cadavere, che farebbe pensare a questioni di pratiche sessuali estreme. Poi si è lanciata l'idea di una setta di kung fu che l'avrebbe ammazzato (???). Ora, francamente a questo gioco non ci è interessato proprio giocare, perché poi si scoprisse (faccio per dire) che Carradine è stato ucciso da qualcuno ed è stata creata una messinscena per far finta che abbia fatto tutto da solo, tutto il fango gettato addosso sul cadavere come lo spazzi via?

In un certo senso, è successo qualcosa di analogo con Natasha Richardson, data per spacciata per 24 ore senza che fossero state fornite notizie ufficiali. Noi francamente non ce la siamo sentita di comunicare una morte senza informazioni da parte di medici o familiari e abbiamo preferito aspettare, ma ovviamente spesso questo viene visto come bucare la notizia. Pazienza, se ne possono dare altre 1.000 senza correre questi rischi.

Dove però si è veramente esagerato è stato con Heath Ledger. Che 'doveva' essersi suicidato, non c'erano cavoli. E se proprio non aveva deciso di farla finita, 'almeno' doveva essere morto per un'overdose di droga. Invece, essere deceduto per sbaglio e con dei 'semplici' medicinali, non andava bene. Non importa se questo infangava la memoria e se la versione definitiva non ha conquistato un decimo delle fantasie più idiote.

Il punto, peraltro, non è soltanto etico, ma anche commerciale, Se i mass media più forti decidono infatti di abbassarsi al livello delle peggiori riviste scandalistiche (si fa per dire, perché quest'ultime talvolta sono anche più rigorose dei giornali e delle televisioni importanti), allora perché non puntare direttamente sugli originali? E comunque, come si fa a pensare seriamente di poter chiedere soldi allo Stato o anche ai lettori (su Internet) se poi queste informazioni le scoprono sempre i tabloid inglesi o siti come Tmz? Insomma, a questo punto i soldi li do a loro, no?

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