La guerra al Lido

Venezia 67, Giorno 5 - Oggi due prodotti con al centro i conflitti in Iraq e in Afghanistan: il mediocre titolo italiano 20 Sigarette e l'ultimo film di Jerzy Skolimowski, Essential Killing, che farà molto discutere...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

  • Essential Killing
    Se c'è una cosa che si puuò dire senza ombra di dubbio del nuovo film di Skolimowski, è che non lascia indifferenti. D'altronde, il punto di partenza è decisamente audace: prendere un soldato talebano e farlo diventare protagonista del film, 'costringendo' il pubblico a vedere tutto attraverso i suoi occhi e a partecipare al suo disperato tentativo di fuga in una terra straniera, la Polonia, dove è stato portato prigioniero.
    Insomma, sembra di vedere una sorta di remake particolare di Rambo. Piccolo problema: il personaggio di Sylvester Stallone era una vittima che cercava di salvarsi dai poliziotti cattivi. Qui abbiamo un soldato addestrato a uccidere (pratica che ripete diverse volte) e in generale tutt'altro che un personaggio gradevole e per cui parteggiare. Insomma, cinema ambiguo all'ennesima potenza, cosa che ovviamente è un pregio e non un difetto.
    Ma forse l'aspetto più intrigante è il fatto che Skolimowski dia vita a un titolo d'azione che avrebbe molto da insegnare a tanti registi di Hollywood sul senso del tempo e della spazio, così come sul modo di creare una tensione fortissima con pochi elementi. E nonostante il budget sia sicuramente basso, i mezzi a disposizione sono utilizzati perfettamente. Inoltre, alcune immagini forti (un velo nell'acqua, del sangue su un cavallo bianco) arrivano al momento giusto, per rendere questa storia qualcosa di più importante di un 'banale' action movie.

    Tutto questo però rende praticamente impossibile allo spettatore appassionarsi per il protagonista, che è anche autore di una scena forte e molto particolare (ma non fuori luogo) che sicuramente domani verrà spoilerata da tutti. Il rischio è di far diventare il film un'operazione molto cerebrale e che ha poco da dare alla pancia e soprattutto al cuore.

    Certo, viene da chiedersi se la platea avrebbe reagito allo stesso modo (un lungo applauso, decisamente fuori luogo, come ai funerali) se le stesse azioni le avesse fatte un soldato americano. Probabilmente no, ma forse è nella natura di Essential Killing rivelarsi una perfetta lente di ingrandimento per capire le idee della gente...

  • 20 Sigarette
    La pellicola di Aureliano Amadei rientra in quel filone di titoli italiani che, nonostante siano tratti da una storia vera, sembrano falsissimi.
    Un'impresa ancora più notevole, se si considera che a dirigere questo film c’è proprio il protagonista, salvo per miracolo, che ha vissuto di persona l'attentato a Nassirya.
    Tutto il primo tempo è pessimo. Si inizia con la voce off (assolutamente insopportabile per tutta la pellicola) del protagonista Vinicio Marchioni, conosciuto nei panni del Freddo per la serie Romanzo Criminale. E' chiaro che Marchioni tenti di apparire forzatamente naturale, tanto da decidere all'inizio (vai a capire perché) di nascondere la sua inflessione romanesca (per poi riprenderla successivamente).

    I dialoghi poi sono assolutamente fasulli e/o piatti, con una visione finto-giovane di certi ambienti poco convincente (compresi certi banali stereotipi sugli americani). Insomma, roba da Fiction fest più che da Festival di Venezia.
    Per fortuna, la seconda parte (quella subito dopo l’attentato) alza il livello, con delle scene efficaci e che riescono a dare un'idea (impossibile fare di più) dell'orrore vissuto in quei tragici momenti. Ma nulla che consenta all'opera di raggiungere la sufficienza, se non cedendo al classico ricatto morale di prodotti come questo...

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