La grande truffa di Peter Jackson: Forgotten Silver compie 20 anni!
Il 28 ottobre 1995 un canale tv neozelandese mandava in onda Forgotten Silver di Costa Botes e Peter Jackson. Uno dei mockumentary più belli mai realizzati
Prima di Tolkien
Qualcuno ricorda quel momento della carriera di Peter Jackson in cui non era ancora diventato un tycoon in grado di resuscitare il genere fantasy, adattare l'opera del Professore di Oxford J.R.R. Tolkien su grande schermo e guidare il suo esercito di connazionali neozelandesi verso 17 Oscar e 5846 milioni di dollari (senza aggiustamenti legati all'inflazione) di incasso wordwide per i sei film che vanno da Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello (2001) a Lo Hobbit - La Battaglia delle Cinque Armate (2014)?
Era una sera buia e tempestosa del 28 ottobre 1995
Esattamente 20 anni fa ovvero il 28 ottobre 1995 andava in onda per la tv neozelandese uno strano documentario diretto da Costa Botes e Peter Jackson in occasione delle celebrazioni per i 100 anni dalla nascita del Cinema.
Si parlava, anche con un certo orgoglio nazionale, di un nativo della Nuova Zelanda del secolo '800 (1888, per la precisione) di nome Colin McKenzie, pioniere della settima arte dimenticato da tutti e non presente nei manuali. Il titolo del documentario era Forgotten Silver ed il contenuto era tutto falso... ma presentato come fosse vero.
Jackson e Botes riuscivano a ritrovare le bobine dei suoi film andati dispersi e da lì partiva un esilarante e patriottico mockumentary dove Botes si dedicava ad intervistare delle "teste parlanti" complici della truffa (i più riconoscibili erano lo storico del cinema Leonard Maltin, ancora utilizzato come guru dopo il cammeo in Gremlins 2 di Joe Dante, il noto attore Sam Neill e il produttore yankee Harvey Weinstein della Miramax) mentre Jackson si impegnava nel ben più difficile compito di ricreare i film di McKenzie sfruttando tutti i trucchi possibili della modernità per replicare l'effetto da film muto del primo '900.
Il padre del cinema era neozelandese
Veniva fuori che... Colin fu un enfant prodige che inventò tutto prima di tutti gli altri. Inventò il primo piano (non fu Griffith, bensì Colin), inventò la carrellata (per noi italiani si dice che la prima sia in Cabiria), inventò il lungometraggio, inventò la candid camera, inventò il colore prima della Technicolor e il film parlato prima de Il Cantante di Jazz (1927) con Al Jolson. Collaborò anche con altri geni visionari visto che filmò nel 1903 il primo aviatore della Storia (tale Richard Pearse), predecessore dei fratelli Wright e... sì certo... realizzò anche un kolossal incompiuto (Salomè) il cui set gigantesco veniva scoperto nella giungla neozelandese sotto l'ampia vegetazione con un Peter Jackson in versione Indiana Jones.
Il canale Tv One che mandò in onda Forgotten Silver lo presentò come un documentario serio e circostanziato e i titoli di coda di quei 53 minuti non svelarono affatto la truffa (ideona di Jackson, il quale amava la serietà nella comicità per colpa anche dei suoi padri ispiratori Monty Python).
Beh... successe il panico. Se il giovanissimo Orson Welles (il modello di Jackson per il suo Colin McKenzie nonché una vera e propria ossessione jacksoniana come dimostrano Creature del Cielo e il personaggio di Jack Black nel King Kong di Jackson datato 2005) aveva beffato mezza America con la sua finta invasione extraterrestre per il programma radiofonico La Guerra dei Mondi andato in onda il 30 ottobre 1938, Jackson fece forse qualcosa di più fregando un pubblico ben più smaliziato perché del 1995 e perché testimone di immagini e non di suoni e voci magicamente artefatte come nel caso di Welles. I suoi connazionali si innamorarono di questo loro genio sconosciuto morto in disgrazia durante la Guerra Civile spagnola a nemmeno 50 anni e anche qualche giornalista straniero cadde nel tranello. Quando i due realizzatori di Forgotten Silver confessarono di aver realizzato un mockumentary, i neozelandesi si incavolarono veramente tanto.
Come è invecchiato Forgotten Silver a sua volta anch'esso un reperto storico, oggi come oggi, perché girato in 35mm?
Benissimo. È uno dei più grandi mockumentary della Storia del Cinema e merita un posto d'onore vicino a capolavori del sottogenere come Zelig (1983) di Woody Allen e This Is Spinal Tap (1984) di Rob Reiner.
Soprattutto emerge ancora oggi la personalità sorprendente di Peter Jackson, un ex ragazzo sovrappeso che cucinava le teste dei suoi alieni nel forno di mamma (per l'esordio Bad Taste), amava i Monty Python, adorava King Kong ma era anche in grado di studiare i film muti a un tale livello di accuratezza da ricevere il plauso di accademici e storici del cinema per come aveva reinventato il cinema del fantomatico Colin con un occhio alla verosimiglianza degno del Welles (ancora lui) di Quarto Potere (1941; i cinegiornali in cui Charles Foster Kane compare vicino a Teddy Roosevelt e Adolf Hitler) e ovviamente anche del Zemeckis di Forrest Gump (1994). Ma c'è un aspetto ancora più affascinante quando si rivede, e si ripensa, a Forgotten Silver da questa nostra comoda poltrona del 2015. C'è la profezia. C'è il destino.
C'è Monte Fato.
Fantasy films don’t make money
Un regista all'epoca 34enne pronto a soffrire le pene dell'inferno nel trasferimento dalla piccola patria Nuova Zelanda alla lontana e ostica Hollywood, il quale giusto due anni dopo Forgotten Silver comincia a "litigare" con Harvey Weinstein circa il fatto di voler fare due film da Il Signore degli Anelli di Tolkien e non solo uno come voleva il buon Harvey pressato dalla Disney proprietaria della Miramax ("Fantasy films don't make money" dicevano alla Disney), riuscirà in un'impresa epica degna del fantomatico regista le cui gesta vengono raccontate in Forgotten Silver.
Peter Jackson sarà il primo a tradurre Tolkien su grande schermo, girerà i suoi kolossal nella sua patria, piegherà Hollywood al suo volere, diventerà un eroe nazionale e cambierà la Storia del Cinema come i suoi maestri Orson Welles e Robert Zemeckis.
Il regista trentaquattrenne di Forgotten Silver (quattro lunghi già in filmografia) proiettava in quel falso regista tutte le sue vere visioni, frustrazioni, aspirazioni, ambizioni, delusioni, vittorie, sconfitte e sogni tolkienianamente proibiti.
Colin McKenzie è Peter Jackson.
Ma Jackson è uomo troppo intelligente e colto per non sapere che l'uno è il doppio inseparabile dell'altro e che nel cinema la sconfitta di oggi può diventare una vittoria di domani.
E allora forse film più sincero e autentico sulla magica follia del mestiere di regista... non esiste.
Il falso Forgotten Silver ci dice tutta la verità. Ancora oggi.