La grande truffa


Forse in nessun Paese come in Italia si è così isterici nei confronti della pirateria cinematografica. Scopriamo cosa c'è dietro: un misto di ignoranza e voluta malafede...

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Rubrica a cura di ColinMcKenzie

Quando un articolo di tre anni prima può essere ripreso integralmente senza grossi sforzi anche oggi, significa che le cose dette continuano ad essere valide e che i problemi rimangono. E' il caso di questo Final Cut (il primo pezzo di questa rubrica in assoluto), realizzato nel settembre del 2004.

Una delle fortune dei nostri lettori è quella di non ricevere certi comunicati stampa. Sempre più spesso, il sottoscritto si vede arrivare mail allarmistiche (neanche fosse l'effetto serra) sul fenomeno della pirateria. I toni sono apocalittici, mentre tutti i protagonisti del cinema italiano fanno a gara a spararla più grossa e a denunciare i pirati, anche quando si tratta di registi che utilizzano soldi pubblici per i loro film (lì è tutto legale, perché gli amici degli amici hanno deciso così e poco importa se si tratta di regali che paghiamo tutti con le tasse).

Tutte queste persone, dovrebbero essere costrette a vedere Steal this Film, un documentario realizzato dai gestori di un sito di download. Per carità, anche certi atteggiamenti degli autori (che vorrebbero passare per dei pionieri della libertà di espressione), sono eccessivi. Ma c'è una grande verità, che molti ancora non hanno capito. Quelli che scaricano sono persone interessate ancora al cinema (ovvio, altrimenti perché non si dedicano ad altri argomenti?). Paradossalmente, invece, certi funzionari da nomenclatura bulgara da bei tempi sono più contenti se qualcuno si dedica ai videogiochi o alla musica, piuttosto che scaricarsi dieci film e comprarsene due. Grande idea, attaccare i propri consumatori e considerarli il nemico (senza, peraltro, sapere di cosa si parla).

Infatti, uno dei refrain più gettonati sono i '600 milioni di euro di danni' che la pirateria causerebbe nel nostro Paese. Tanto per capirci, è una cifra di poco inferiore a quella che generano i botteghini nostrani, quindi queste persone stanno dicendo che, senza la pirateria, le persone investirebbero il doppio del loro budget nei film al cinema (o legalmente in home video). E' una cifra evidentemente ridicola (e a livello economico causerebbe la bocciatura in qualsiasi esame universitario), basata quasi sicuramente (devo fare congetture, perché nessuno si è mai sognato di spiegarla approfonditamente) sull'idea demenziale film scaricato = perdita di tot euro (come se uno che si scarica dieci film in un weekend li avrebbe visti al cinema senza Internet o li avrebbe noleggiati). D'altronde, che vi aspettate da persone che dicono cose tipo "Uno studio recente ha dimostrato che i blockbuster statunitensi sono già presenti sul web 19 giorni prima dell’uscita nelle nostre sale"? E' il parere di un responsabile francese (non è che oltralpe siano tutti dei fenomeni) e porta a chiedersi quanto è costata un'indagine così insensata, che dice soltanto che i film che non escono in contemporanea nel mondo si trovano prima su Internet (in copie quasi sempre orrende, ma questo viene sempre dimenticato) che nelle sale europee (ma va?). E poi, se la pirateria crea problemi perché 'anticipa' l'uscita in sala, perché ci sono ancora importanti pellicole americane che escono in Italia a molti mesi di distanza dal loro debutto negli Stati Uniti?

La speranza è che nessuno di questi apocalittici non lavori per aziende che fanno il condono per 'correggere' dei problemi col fisco, perché allora sarebbe folle chiedere la galera per i ragazzini che scaricano un film (peraltro, in un Paese in cui chi truffa decine di migliaia di risparmiatori non va in galera). Anche fosse, bella pubblicità sarebbe per una casa di distribuzione far mettere in prigione dei downloader minorenni...
Ma anche così, si tratterebbe di discorsi da luddisti che conoscono pochissimo la materia e che spesso servono da scusante (quest'anno la nostra casa di distribuzione è andata male? Colpa della pirateria!). Tra l'altro, fatti dalle stesse persone che non vogliono assolutamente neanche sentir parlare di abolizione/diminuzione delle window (il tempo tra l'uscita in sala e quella in home video), non comprendendo che una delle esigenze degli spettatori (soprattutto delle famiglie) è quella di non spendere un capitale per vedere un film, magari dopo essersi fatti un bel tragitto in macchina nel traffico.

Ma il problema è che tutto questo discorso ha poco senso, soprattutto se fatto dagli esercenti. Infatti, mentre scaricare un disco in mp3 è in effetti un efficace (e gratuito) sostituto dell'acquisto legale, tirar giù un film appena uscito in sala (e quindi disponibile in copia orripilante) è tutt'altra esperienza. E a chi fa gli esempi di Hostel 2 e Sicko (senza considerare che i loro risultati magari dipendono anche dall'interesse - non eccelso - dei film in sé), rispondiamo con American Gangster . La pellicola di Ridley Scott era infatti disponibile in copia perfetta su Internet due settimane prima dell'uscita nella sale americane. Eppure, questo film (vietato ai minori e quindi non certo da grande pubblico) ha conquistato più di 120 milioni di dollari nei soli Stati Uniti. Miracolo?

La realtà è che, mentre negli Stati Uniti si fa uscire Jackass 2.5 gratuitamente in rete, qui in Italia Internet è ancora il demonio per chi è troppo pigro di sforzarsi di capire le sue potenzialità. Magari, tra 5 o 10 anni, ci arriveremo anche noi...

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