La faida tra I Simpson e la chiesa cattolica
L'episodio di I Simpson che dovette essere rimandato a seguito della morte di Giovanni Paolo II
I Simpson: “Padre, figlio e spirito pratico” – Ventunesima stagione, episodio 16
“Non posso credere che tu sia stato espulso! Non ti aspettare di poter passare tutto il tempo sul divano a fare niente adesso. Perché quello è il mio posto!”
Nelle avventure di Bart Simpson la goccia che fa traboccare il vaso è sempre ingiusta. Una delle poche volte in cui non è stato lui a causare un disastro ma l’indispettito giardiniere Willy degradato a scemo del villaggio nella rappresentazione medievale della scuola elementare di Springfield, viene punito come non mai: espulso. Cacciato dalla scuola pubblica gli rimane come unica speranza di salvezza e rigore la scuola cattolica, la durezza europea e la violenza dell’ortodossia. Almeno così credono i genitori.
Con un raro inizio moscio la puntata si trastulla tra gag poco riuscite del mondo medievale (tranne il tormentone demenziale dei topi che si tuffano nelle bocche aperte) per arrivare a giustificare l’accensione della trama. Il suo pitch: Bart + scuola cattolica. L’idea finale è che invece di trovarsi male in quel mondo di regole stringenti ci si trovi bene, perché in realtà, sotto sotto, è l’universo di violenza giustificata e perdoni impartiti facilmente che desidera.
Padre, figlio e spirito pratico è un tipico esempio di cosa erano diventati I Simpson nella seconda fase della loro esistenza, quella dopo il 2000. Una buona parte degli autori storici se n’erano andati, di certo i più noti e famosi, e il ricambio generazionale aveva portato dentro professionisti che avevano conosciuto I Simpson da ragazzi o anche prima. È stato così per Matt Warburton, lo sceneggiatore di questa puntata, uno dei più decisivi di quella fase, definito dallo showrunner Al Jean “il primo degli autori dei Simpson ad essere più giovane di Bart”, perché nato in teoria dopo il personaggio. In realtà no, ma non importa, Warburton è del 1978, quando la prima puntata dei Simpson è andata in onda aveva 11 anni.
In quella fase e poi anche nelle successive, le puntate di I Simpson si reggono sempre meno su idee di intreccio e sempre più sugli scenari e sulla trasformazione. I Simpson nel medioevo, I Simpson nello spazio, I Simpson alle prese con la chiesa cattolica e via dicendo. Ci sono ancora gli attacchi fantasiosi, cioè i piccoli corti che portano alla storia principale, ma almeno in questo caso sembrano una forzatura invece di apparire spontanei. La fiera medievale della scuola elementare è la rimasticazione di un qualsiasi episodio di Halloween, solo con meno forza.
Il resto invece è una trama che come nei migliori episodi prende di mira un obiettivo per colpirne in realtà un altro. Sembra che sia la chiesa cattolica la vittima della satira ma più avanziamo più capiamo che è la guerra tra religioni il vero bersaglio. Lo stesso la centralità della chiesa cattolica è tale nella puntata, inizialmente prevista per una messa in onda il 10 Aprile del 2005, che questa fu spostata al 15 Maggio quando in quella giornata arrivò la notizia della morte di Papa Giovanni Paolo II.
Matt Warburton è durissimo. La prima apparizione di padre Sean, prete simpatico e affascinante (doppiato in originale da Liam Neeson) lo porta a ricordare con amore il suo incontro con la fede, è una storia assurda di lui da giovane, rimbecillito dalla classica rissa irlandese che scambia un palo della luce per San Pietro (il quale lo apostrofa con insulti e gli sputa in un occhio). Il punto però è che la rissa l’ha persa con suo padre che gli dice: “Sei come tua madre, non sai incassare i pugni!”.
L’introduzione annuncia quel che verrà: violenza.
In realtà un’introduzione c’è già stata, in classe alla prima bravata di Bart la suora lo picchia con un righello da una yard (“Mi sposterò indietro di 33 pollici!” - “Una yard sono 37 pollici!!” e altro colpo), ma quella con padre Sean è l’apertura per Bart al mondo della mitologia della violenza cattolica.
Il prete gli regala un albo di fumetti cattolici con una copertina geniale, e le storie di santi muscolosi che vengono infilzati prima di vendicarsi. Di colpo la tendenza di Bart ad abbracciare i racconti violenti lo rende il benvenuto, anzi viene per questo premiato. Tutto ha una patina di gentile violenza nel mondo di quella scuola e Bart stesso esaltato, racconta che Padre Sean “ha citato anche Eminem nel suo sermone”.
Più la puntata avanza più è evidente che la violenza insita nella formazione cattolica è anche la violenza tra religioni. E di colpo ciò che solitamente è inaccettabile diventa tollerabile se coperto dalla patina folkloristica della chiesa (“Niente preghiere prima dell’arrivo del contorno” dice la suora prima di bacchettare anche Homer con il righello). La religione giustifica tutto e porta Homer e Bart, che subito amano la tendenza del cattolicesimo a perdonare rapidamente, a diventare essi stessi più violenti. Il montaggio musicale che mostra i due aderire alla confessione li vede intenti in riti cattolici con sotto la musica di La stangata per poi finire comicamente, ma significativamente, con loro vestiti come gangster degli anni ‘20 che sparano da un mitra.
Spaventata all’idea che Bart e Homer finiscano nel paradiso dei cattolici (rappresentato come pieno di sudamericani, pignatte e balli di gruppo) e non in quello dei protestanti (pieno di snob) come lei, Marge mobilita il reverendo Lovejoy e Ned Flanders per riportarli sulla retta via. Dando il via allo scontro: “Marge datti una calmata! Non ho mai visto nessuno prendersela tanto per una questione di religione!” è il commento di Homer.
Da qui la puntata inizia ad allargare la sua critica a tutte le religioni a partire dall’unica vera fede, come dice il reverendo Lovejoy, “il ramo occidentale della riforma americana del presbiluteranesimo”. Anche padre Sean commenterà il fatto che Lisa è buddista con “Beh molti bambini hanno amici immaginari” poco prima di dire “Se perdo Bart sarò il peggior prete di sempre. A parte.. beh.. avete capito…”.
Per convertire Bart e riportarlo indietro Marge lo porterà al festival della gioventù protestante. Infatti se la religione cattolica è una serie di regole militari violentissime, quella protestante è una fiera commerciale, una specie di luna park provinciale in cui qualsiasi attività è ribaltata per essere a tema religioso anche il paintball.
Lì avverrà lo showdown finale tra religioni con una chiusa di Ned Flanders all’insegna dell’amicizia e della tolleranza: "Perché non possiamo unirci e concentrarci contro i nostri veri nemici: gay monogami e cellule staminali?".
Una coda nel futuro porterà avanti il conflitto religioso di migliaia di anni in un mondo distopico in cui Bart è una divinità le cui parole sono spunto per guerre tra confessioni diverse del suo culto.