La doppia ora spoilerato dalla stampa italiana

E' un thriller/noir italiano con un mistero al centro della storia. E vi pare che i nostri quotidianisti non ci avrebbero rivelato i segreti di questa pellicola? Dal Corriere alla Stampa, dal Manifesto al Giornale, è la solita fiera dello spoiler...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Mi sembra ormai evidente che tanti critici italiani abbiano ormai la pigrizia come difetto principale. Come spiegare altrimenti il grande spazio che dedicano alla trama di una pellicola, nonostante questo danneggi il piacere dello spettatore nel vederla? Prendiamo il caso de La doppia ora. L'unica vera sorpresa del film viene svelata a circa un'ora di proiezione (quindi, a due terzi di pellicola). Molto probabilmente, si è fatto il solito ragionamento da quotidianisti, ossia 'se non rivelo il finale, allora va bene'. Peccato che questo comporti raccontare la parte che non andrebbe assolutamente rivelata. Vabbeh, si potrà dire che la soluzione adottata dal regista Giuseppe Capotondi non sia particolarmente originale, né magari riuscitissima, ma vogliamo lasciare allo spettatore la possibilità di vedersela da solo?

E invece, i nostri recensori non si fanno mai mancare niente e avevano già iniziato a Venezia, periodo in cui chi scrive ha saggiamente evitato la lettura dei giornali. In prima fila, come solito, il decano degli spoileratori Paolo Mereghetti, che rivela con la solita nonchalance qual è la sorpresa del film nel suo articolo. Da quello che sappiamo, lo ha fatto anche nella sua videorecensione, purtroppo non più visibile nell'archivio del Corriere. Oggi peraltro, nella pagina del Corriere dedicata alle recensioni, Maurizio Porro ci mette del suo e ci rivela in maniera 'originale' (o almeno, lui penserà che lo sia) come va a finire la pellicola. Insomma, 3 su 3 per il quotidiano di Via Solferino, bel record.

Stesso discorso per Lietta Tornabuoni de La Stampa, che visto che trova la storia "confusa e inconcludente" (parere anche ragionevole) decide di raccontarci la svolta del film come se fosse la cosa più normale del mondo, peraltro dando l'impressione di non aver capito perfettamente la vicenda. Ovviamente, lo ha fatto sia da Venezia che oggi, così se ve lo siete persi il mese scorso potete comunque recuperare il megaspoilerone. Quando si dice un servizio al pubblico. Lo stesso avviene per Mariuccia Ciotta sul Manifesto, che svela la verità con un gioco di parole che si sarebbe potuta risparmiare. Sul Giornale invece Maurizio Cabona commette un 'peccato' minore, rivelando non tanto la sorpresa, quanto dei particolari sul personaggio della Rappoport che sarebbe stato preferibile lasciare nascosti (anche se, va detto per onestà, sono facilmente comprensibili per lo spettatore fin da subito ed è uno dei punti deboli della pellicola).

Insomma, è il solito, vecchio discorso sugli spoiler che vi facciamo da anni e che temiamo continueremo a farvi. Ma quand'è che si lamenteranno uffici stampa, registi e produttori, rendendosi conto dei danni che subiscono?

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