La dimostrazione che girare Mission: Impossible 7 è stata veramente una missione impossibile

Mission: Impossible 7 è stato un film funestato da imprevisti e stop alla produzione. Ripercorriamo la travagliata lavorazione

Condividi

Cosa aveva da gridare Tom Cruise nel dicembre del 2020 sul set di Mission: Impossible 7? Un audio pubblicato dal The Sun mostrava una situazione piuttosto tesa. Cruise, che oltre ad essere la principale star è anche produttore della saga, gridava contro la troupe fuori di sé. Qualcuno non aveva rispettato i protocolli per il Covid. Nella sfuriata l’attore minaccia licenziamenti e dice di non accettare scuse: “potete dirle alle persone che stanno perdendo le loro c**** di case perché l’industria è ferma”

Partiamo da queste grida, per capire quanto girare Mission: Impossible 7 sia stata per Christopher McQuarrie e Tom Cruise qualcosa di più che una missione impossibile. 

La posta in gioco: il futuro del cinema

Tom Cruise è il nuovo simbolo dell’esperienza in sala. Lo è stato Quentin Tarantino, poi Christopher Nolan, poi Scorsese. Ora è lui. Un ruolo che si è meritato a suon di incassi, di presentazioni agli esercenti e ai festival, oltre a una costante ricerca della qualità spettacolare. Fare da sé i propri stunt pericolosissimi significa instaurare un patto con lo spettatore. Più o meno suona così: io ho rischiato la vita, tu non mi vedrai su un cellulare!

L’inizio delle riprese di quello che poi sarà chiamato Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno era fissato per il febbraio 2020. In Italia, per la precisione a Venezia. Il lockdown della nazione costrinse a pochi giorni dalle riprese a sospendere tutto. 

Serve entrare nei panni di Tom Cruise produttore. Un film inizia a costare dal momento in cui viene messo in produzione. Immaginiamoci la lavorazione come un rubinetto aperto da cui esce denaro ogni giorno. Quando si arriva alla produzione sul set, generalmente, il rubinetto è aperto al massimo. Non sempre è facile fermarlo. Mission: Impossible 7 stava già drenando risorse e non era ancora stata girata nemmeno un’inquadratura. La Paramount doveva pagare gli stipendi, mantenere il personale in questa particolare condizione, curare i set già costruiti e cercare di portarsi avanti. Tutto questo mentre la chiusura si protraeva per un tempo indefinito. 

Il 6 settembre 2020 fu un nuovo inizio. Si partì dagli stunt, dal più difficile e pericoloso. Il lancio dall’Helsetkopen con una motocicletta. Tom Cruise non era solo tornato sul set, l’aveva fatto partendo proprio da quella che era la sua nuova idea: salvare il cinema, portandolo al massimo. Se qualcuno non l’aveva ancora capito, ora era chiaro. 

Mission: Impossible 7 e i cambi di location

In tutto il mondo però la pandemia colpiva a ritmi alterni, poco prevedibili, e il calendario di produzione era completamente da riscrivere. Avrebbero dovuto girare in un aeroporto di Berlino in costruzione da lì sarebbe partito un inseguimento. Le riprese posticipate si erano però avvicinate troppo all’inaugurazione del luogo. Impossibile girare. 

Si presentò la film commission di Abu Dhabi proponendo un’alternativa: girare la sequenza in aeroporto e far proseguire la scena nel deserto. 

Così fu per tutta la produzione. L’azione doveva essere pianificata nei minimi dettagli, ma ad eccezione di queste scene, la lavorazione era costretta a improvvisare e aggiustare il tiro sulla base delle riaperture e delle disponibilità delle location. 

Nell’ottobre 2020 tornarono in Italia. A Venezia e poi a Roma per girare la sequenza di inseguimento in auto e introdurre il personaggio di Hayley Atwell. Solo che, con problemi molto maggiori da risolvere, nessuno aveva ancora idea di come si sarebbe chiamata nel film. Decisero per Grace e come battesimo del fuoco per Atwell ci fu ovviamente lo stunt sfrecciando tra le strade di Roma. 

Vanessa Kirby ha spiegato in che modo la produzione ha continuato a spostarsi anche ritornando sugli stessi luoghi:

Stavamo girando nella carrozza di un treno. Per via del Covid ci siamo spostati da quella location. Successivamente ci siamo accorti che ci servivano altre inquadrature di raccordo. Siamo tornati su quella scena un paio di mesi fa. È bello sapere che in questo modo avrai la versione migliore e che non si fermeranno finché non l’avranno ottenuta”.

Mission: Impossible 7 - Senza fermarsi mai

In effetti la lavorazione non si è mai fermata, non definitivamente. Anzi, l’ha fatto diverse volte per poi ripartire. Le riprese, continuamente interrotte e disomogenee, hanno richiesto agli attori di tornare sul set con diversi reshoot. La fine dei lavori per i singoli interpreti è diventata una barzelletta sul set. Hayley Atwell è stata richiamata ben nove volte per delle riprese aggiuntive. 

E mentre qualcuno rubava l’auto di Tom Cruise, l’attore lottava contro lo studio che agli inizi del 2021 era intenzionato a concedere al film solo 45 giorni di sfruttamento theatrical. Una battaglia tra avvocati secondo l’Hollywood Reporter non ancora risolta, semplicemente messa in attesa dopo l’ottavo capitolo. L’idea di fare una serie di Giorni di tuono e di Mission: Impossible per Paramount + morì lì. In compenso Cruise e McQuarrie riuscirono a ottenere ampi margini di controllo sul budget (e quindi la fiducia dello studio).

Uno degli argomenti usati per convincere il nuovo presidente Brian Robbins a dare fondi per finire il settimo capitolo e girare l’ottavo fu che l’inflazione aveva fatto aumentare i costi. Per questo, disse Tom Cruise, erano usciti dal budget già esorbitante (si parla di 290 milioni solo per il settimo). 

Inflazione, pandemia o titanismo, fatto sta che dal primo ciak alla fine del film erano passati due anni e mezzo. Creare Mission: Impossible 7 fu vero puzzle, che avrebbe dovuto essere composto anche da alcune parti di Dead Reckoning parte 2, le cui riprese erano previste in contemporanea con la parte uno. Cambiarono idea nel febbraio 2021 rimandano il tutto al 24 marzo 2022. Attualmente non sono ancora terminate. Il regista ha spiegato che avrà solo due giorni per riposarsi tra la fine del tour promozionale e il ritorno dietro la macchina da presa. 

Cosa potrebbe capitare di peggio del lockdown totale a questa produzione impegnata tra acrobazie su biplani e un enorme e una misteriosa colossale scena d’azione ancora tutta da girare? Una stagione di scioperi a Hollywood tra cui quello lunghissimo e impattante degli sceneggiatori e lo stop totale ad ogni produzione per via di quello degli attori. 

Nel dicembre del 2020 usciva l’audio con Tom Cruise che urlava con i nervi a fior di pelle. Il crollo fece notizia e scandalo. Oggi ci si stupisce che di crollo ce ne sia stato (a quanto ne sappiamo) uno solo.

Continua a leggere su BadTaste