"La centrale a voi ma l'energia siamo noi" - I Simpson e lo sciopero

In equilibrio politico ma anche aperta a nuove forme di gag e una scrittura eccezionale la puntata dello sciopero di I Simpson è una delle migliori

Critico e giornalista cinematografico


Condividi
"La centrale a voi ma l'energia siamo noi" - Lo sciopero in I Simpson

Questo articolo è parte della rubrica Tutto quello che so dalla vita l’ho imparato da I Simpson in cui ogni settimana rivediamo, raccontiamo e celebriamo i 50 episodi della serie che riteniamo più significativi.

Qui trovi la lista completa.

Occhio per occhio, dente per dente - I Simpson, quarta stagione, episodio 17

CARL: “Congratulazioni Homer. Sei il nuovo capo del sindacato”
HOMER: “Ehi quanto rende questo lavoro?”
CARL: “Niente”
HOMER: “D’oh!”
CARL: “A meno che tu non sia corrotto”
HOMER: “WOO-HOO!”

hoerm esultanza

In un minuto e 50 la 17esima puntata della quarta stagione introduce il sig. Burns come se ce ne fosse ancora bisogno, e lo fa in maniera magistrale.
Come si conviene agli attacchi degli episodi dell’età dell’oro, tutto è contemporaneamente preso alla larga e strettissimo nei tempi. Si parte da una scena di McBain in cui l’eroe si confronta con uno dei suoi arcinemici, un signore del male con risata malefica di fronte al quale lo stesso Bart si stupisce di tanta malvagità, solo per essere rassicurato da Homer che “non esiste nessuno così perfido nella vita reale”. Stacco su Burns che ride malvagiamente alla stessa maniera. Non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro ma come sempre le gag forti in I Simpson sono due, e dopo che lo vediamo ridere viene aggiunto il fatto che sta guardando un lavavetri fuori dalla finestra che rischia di cadere (e che effettivamente cadrà dopo che Burns ha chiuso le veneziane). Un minuto e 50 e c’è tutto, cioè un cattivo esagerato che viene presentato come tale: troppo estremo per essere vero.
Sarà il villain di tutta la puntata, colui che si oppone ad Homer.

risata burns

Il tema centrale è introdotto proprio da lui quando si chiede dove sia il sindacalista con il quale ha appuntamento per ridiscutere il contratto dei lavoratori della centrale, “Non lo si vede da quando aveva promesso di ripulire il sindacato” dice Smithers (stacco su uno stadio da football sul cui campo c’è una palese sagoma di un uomo seppellito, cosa che la leggenda vuole fosse accaduto davvero a Jimmy Hoffa).
Burns odia i sindacalisti e le loro rivendicazioni, ovviamente, e il perché sta in un flashback, in cui il nonno davanti a lui brutalizza gli impiegati della sua grottesca compagnia di “frantumazione atomi”. Tornato dal flashback Burns decide di rimettere a posto i sindacati sottraendo al contratto un’agevolazione a caso: la convenzione odontoiatrica.
Manca solo un tassello perché la trama elementare sia piazzata.

jimmy hoffa simpson

Ancora uno stacco e siamo dal dentista della famiglia Simpson, un uomo durissimo che tratta con cinismo i suoi pazienti bambini e anche i genitori che gli mentono. Lui stabilisce che Lisa dovrà portare l’apparecchio e per convincere Marge gli mostra una pre-visualizzazione di come sarà Lisa da grande, con denti sempre più grossi e storti fino ad essere zanne che le perforano la faccia.
Burns vuole cancellare la convenzione odontoiatrica proprio quando la famiglia Simpson ne ha più bisogno. Questa è l’idea centrale di Wallace Wolodarsky e Jay Kogen gli sceneggiatori della puntata, che avevano preso in consegna lo spunto dello showrunner Al Jean: “E se ci fosse uno sciopero alla centrale nucleare?”. A partire da quello ideano lo snodo della convenzione odontoiatrica attingendo ai propri ricordi infantili dal dentista e pensando per quel personaggio a Clint Eastwood come doppiatore.
Leggenda vuole che Clint, raggiunto al telefono, abbia risposto “Col cavolo” e abbia attaccato. La seconda scelta fu Anthony Hopkins, che comunque rifiutò, e poi finalmente la terza persona accettò. Era Anthony Perkins, un caposaldo del cinema di minaccia e di paura, che tuttavia tra la risposta positiva e poi la registrazione delle sue battute è morto.Alla fine l’ha doppiato uno dei doppiatori soliti della serie, Hank Azaria.

insegna dentista simpson

Nasce così una delle puntate più riuscite in assoluto, una delle più dense e stratificate, che rappresenta i sindacati come una risorsa necessaria che nel tempo è diventata corrotta, e ora è inaffidabile. I Simpson non hanno mai voluto essere di parte, almeno nelle primissime stagioni. Sapevano di andare in onda in un network repubblicano tanto quanto sapevano di essere una writers' room liberal e non avevano piacere che nessuno dei due posizionamenti fosse esplicito. L’unica etica ammessa era il nichilismo. Occhio per occhio dente per dente (in originale Last Exit To Springfield per fare eco a Last Exit to Brooklyn, titolo originale del romanzo Ultima uscita per Brooklyn di Hubert Selby Jr. in cui è raccontata anche la storia della corruzione e caduta di un capo dei sindacati durante uno sciopero) è una puntata che prende in giro tutto, non risparmia ironie ai sindacati ma alla fine afferma che l’unico modo per ottenere una vita migliore è scioperare.

lisa denti

Quando il sindacato è riunito per discutere il nuovo contratto che sostituisce la convenzione con un barile di birra, tutti sembrano soddisfatti con la birra ma in una gag che fatto storia Homer collega il fatto che Lisa ha bisogno di un apparecchio con la fine della convenzione. È una gag di 30 secondi in cui nella sua testa ossessivamente viene ripetuto soltanto “Lisa ha bisogno di un apparecchio” detto da Marge e “convenzione odontoiatrica” detto da Lenny. È una gag assurda che nessun altro avrebbe potuto fare, così lunga, ossessiva e minimalista, non a caso è stata terreno di scontro tra la produzione che la voleva tagliare, perché decisamente troppo lunga, e gli scrittori che avevano capito il potenziale rivoluzionario. Non solo formalmente è inusuale (e per tutti i primi anni forzare la forma dell’animazione era un obiettivo degli sceneggiatori) ma è anche uno dei primi momenti in cui viene introdotta l’idea dell’idiozia totale di Homer come terreno di risate.
Lungo le prime stagioni infatti Homer non era cretino come sarà poi dopo. Era un uomo medio dal buon cuore il cui carattere più riconoscibile era l’irascibilità e la creduloneria. Ci vorrà molto tempo perché diventi il simbolo stesso delle persone stupide e questa puntata è stata un momento di svolta in questo senso, ha dimostrato che potenzialità comiche aveva un Homer cretino.

homer padrino

La sua rivolta per avere la convenzione porta il resto degli impiegati a votarlo come nuovo capo del sindacato. Il lavoro del sindacalista è presentato come qualcosa che non ha un senso per nessuno e che presta troppo il fianco alla corruzione. Almeno nella prima parte. Perché poi Homer non sarà corrotto, anzi, darà involontariamente vita ad un braccio di ferro da manuale, nonostante i suoi sogni siano di fare strada nel crimine organizzato grazie a questo lavoro. E lo sogna come in Il padrino parte II, cioè sogna se stesso nella parte di Don Fanucci, il malavitoso interpretato da Gastone Moschin. Il doppiaggio italiano (cioè Tonino Accolla) non resiste alla tentazione di dargli in quella visione una voce che imita quella di Marlon Brando, oltre che filologicamente sbagliato (un errore che gli sceneggiatori di I Simpson non farebbero mai) è anche un peccato. Nella versione originale parla italiano.

Quando si dice che I Simpson ad un certo punto hanno iniziato a cambiare perché parte del team creativo originale se n’era andato con la quarta stagione si fa riferimento proprio a persone come Jay Kogen e Wallace Wolodarsky. I due erano una coppia che lavorava sempre insieme, avevano scritto (tra le molte) la puntata in cui Krusty viene incastrato da Telespalla Bob e Wolodarsky in particolare era stato il modello su cui era stato disegnato il personaggio di Otto. Questa fu la loro ultima puntata e, in un certo senso, il regalo più grande alla serie, visto come apre a nuovi scenari e indica la via che poi I Simpson percorreranno dalla quarta stagione fino almeno all’undicesima.

lisa anestesia

Perché la situazione sia opportunamente estrema a Lisa il dentista presenta un apparecchio invisibile e indolore che “periodicamente rilascia uno spruzzo del profumo Obsession by Calvin Klein”, è quello che avrebbe con la convenzione, e poi anche quello che le tocca al momento, visto che la convenzione è sospesa, una maschera di acciaio, dolore e polvere. È uno di quegli scarti dalla norma. Fino alla quarta stagione I Simpson erano una sitcom familiare, non esageravano in questa maniera, soprattutto non lo facevano con questa frequenza, così tante volte a puntata. Qui invece non fa che accadere.
Homer deve assolutamente riuscire a vincere la contrattazione. A colloquio con Burns riesce a fraintendere tutto. Ogni frase viene letta dal suo cervello come un tentativo del suo capo di provarci con lui e alla fine si dice “spaventato anche se un po’ curioso” ma la risposta è “No” non sapendo di aver rifiutato in realtà la proposta di una mazzetta.

lisa arnesi

Intanto a Lisa viene messo l’apparecchio. Il dentista le presenta gli attrezzi che userà, per tranquillizzarla, ma sono uno più minaccioso dell’altro, infine l’anestetizza e lei vola su scenari da Beatles, disegni camp e musiche che sembrano brani della band. Arriva anche un sottomarino con loro a bordo ma è tutto appositamente un po’ sbagliato per quanto riconoscibile, per non violare copyright. È l’ennesima digressione di una puntata che non fa che staccare su altro, mostrare ciò che viene immaginato e spostarsi per poche decine di secondi in altre scene. È una dinamica che Kogen e Wolodarsky mettono qui a punto nella sua forma più istituzionalizzata, cioè qui per la prima volta viene usata sistematicamente. Più avanti diventerà un classico della serie e con l’arrivo di I Griffin verrà portata ad un altro livello di intensità.

lisa joker

Finita l’operazione Lisa vuole vedersi nello specchio come il Joker del Batman di Tim Burton e anche lei farà una risata malefica nel constatare il suo nuovo terribile aspetto. Una maschera d’acciaio che spaventa anche il cane, tutte microscene fortissime, gag che raccontano come si sentono i personaggi. È lo stesso per le microscene che introducono la villa di Burns. Homer viene trasportato lì di peso dai gorilla “Avrebbe potuto telefonarmi” oppone, per sentirsi rispondere: “Sì ma il telefono è troppo impersonale, preferisco il tocco delle ferme mani di un paio di gorilla”, poi gli mostra “la televisione più grande nel mondo libero” e le sue mille scimmie che lavorano a mille macchine da scrivere per scrivere il più grande romanzo di sempre. È tutta una parodia di Charles Foster Kane di Quarto potere, a lungo il modello fondamentale su cui veniva calcato il sig. Burns (la citazione più esplicita è l’avvoltoio in primo piano con cui parte la sequenza).

homer pipì

Nel maniero Burns vuole portare avanti la trattativa ma Homer ha bevuto troppo e ora deve andare al bagno. Che gli scappi ci viene suggerito visivamente con un tocco geniale. Vediamo la soggettiva di Burns osservato da Homer e nell’immagine c’è un tubo che gocciola assieme a del caffè versato, tutti stimoli per lui. Alla fine non resisterà e scapperà a cercare un bagno, cosa che farà di nuovo pensare a Burns che le trattative stiano andando malissimo e che Homer sia un genio della contrattazione.
Intanto a scuola è il giorno della foto di ogni studente e quando tocca a Lisa il suo sorriso d’acciaio fa esclamare al fotografo terrorizzato: “Dio non esiste!”.
I tempi sono maturi per lo sciopero.

cane apparecchio lisa simpson

Abbiamo parlato spesso delle piccole discrepanze che esistono tra la versione italiana e quella originale (cambi minori, raramente cruciali) e solitamente per sottolineare le perdite e i sensi stravolti per il peggio. Però va detto che qui la versione italiana della canzone che Lisa canta durante lo sciopero, una specie di finto di brano di Bob Dylan (di nuovo per non pagare i diritti) è molto migliore dell’originale. La melodia è la stessa ma le parole “La centrale a voi ma l’energia siamo noi” sono molto migliori dell’originale “They have the plant but we have the power”. La canzone fu scritta da Jeff Martin e titolata Union Strike Folk Song. È diventata nel tempo un piccolo inno che nel 2017 è stato usato dagli impiegati del Clarin Group in Argentina nella loro protesta contro il padrone.

A testimonianza di come questa puntata sia una miniera di idee che poi sono state sfruttate parecchio in seguito, nasce qui anche un altro topos poi diventato gag ricorrente, cioè le storie senza senso di nonno Simpson. Burns lo assolda assieme ai suoi coetanei per rompere il picchetto perché è alla ricerca di picchiatori vecchio stampo “come quelli degli anni ‘30”. Ammettendo di non poter picchiare come una volta il nonno illustra la loro nuova arma: racconti noiosissimi che non vanno da nessuna parte. L’esempio che fa, quello del traghetto per Shelbyville, della cipolla alla cintura (“come si portava all’epoca”) e del nichelino con le api incise sopra è eccezionale.

smithers burns ballo centrale

L’ultima arma di Burns per bloccare lo sciopero dopo aver immaginato di gestire la centrale da solo con Smithers (con un’altra digressione esilarante) sarà di levare la corrente a Springfield. Lo annuncia al programma di Kent Brockman Linea sagace (Smartline) che in origine doveva prevedere O. J. Simpson tra gli ospiti (doppiato dal vero attore/giocatore di football) ma poi l’idea è caduta. Solo un anno dopo sarebbe andato a processo per l’omicidio della sua ex moglie.
Smithers e Burns accedono alla stanza dei bottoni della centrale superando una serie di controlli e porte di sicurezza come in Get Smart (solo che la stanza in cui arrivano ha una porta aperta verso l’esterno). Al momento staccare la luce Burns dice rivolto alla città: “Dal cuore dell’inferno io ti pugnalo”, riferimento difficilissimo ad un dialogo tra il capitano Achab e Moby Dick, la ciliegina sulla torta di una puntata in cui sembra che non possano passare 10 secondi senza una citazione, una trovata visiva, un’idea o uno spunto.

smithers burns get smart

In piena coerenza con la linea di fondo nichilista della scrittura poi non appena scompaiono le luci a Springfield iniziano i disordini.
Il buio non fermerà i canti di protesta. Qui c’è l’ultimo di una serie di grandi tocchi, questa parte del black out, partita come Get Smart e con una citazione di Moby Dick, finisce animata come Il Grinch. Attenzione! Non è scritta ma proprio animata come quel cartone classico. È opera di Mark Kirkland, regista ETERNO della serie, al lavoro dalla stagione 2 e ancora in attività.

burns grinch
Del resto è sempre lui che si inventa anche l’assurda esultanza di Homer quando Burns capitola e concede la convenzione a patto che lui si dimetta da capo del sindacato.
Chiusura con numero da cerchio sulla sedia del dentista con il nuovo apparecchio e dopo una battuta tutti ridono come nei finali delle sitcom classiche, solo che la risata è troppo lunga e ad un certo punto il dottore si rende conto di aver lasciato aperto il gas esilarante.

smithers burns get smart

Alla fine il sindacato di fatto avrà ottenuto condizioni di lavoro migliori e Homer una vita migliore per sua figlia con l’apparecchio indolore e invisibile, e tutto nonostante non sia stato un trionfo dell’etica dei sindacalisti (che secondo la puntata non esiste) ma semmai una lunga serie di equivoci che hanno portato il mondo a funzionare come dovrebbe. I Simpson per statuto hanno sempre sfiducia in qualsiasi istituzione, i sindacati non possono fare eccezione e se portano un buon risultato sarà di certo per caso. O meglio la linea di fondo sembra essere più che i sindacati non sono importanti ma lo sarebbero se fossero gestiti con onestà.

risate finali

Continua a leggere su BadTaste