La Ballata di Buster Scruggs e Red Dead Redemption 2 si incontrano in un punto preciso
I personaggi di storie che non sembrano poter reggere un film di La ballata di Buster Scruggs sembrano missioni secondarie di Red Dead Redemption 2
Una donna trova finalmente una persona per bene nello schifo del west con cui poter vivere e arrivano gli indiani armati fino ai denti.
Sono tutti i mozzichi di storie che i fratelli Coen raccontano in La Ballata di Buster Scruggs, film fatto di episodi che guarda al west della mitologia classica (quello di prima degli anni ‘60) dal punto di vista più strano, ironico e godereccio. Da spettatori.
Mostrato per la prima volta un paio di mesi prima del videogame, il film dei Coen di certo non ci si è ispirato. E, considerata la complessità di realizzazione di un videogioco, di certo Rockstar non si è ispirata al film dei Coen (qualora pure gli sceneggiatori l’avessero visto). Queste due opere insomma arrivano praticamente insieme nei salotti (La Ballata di Buster Scruggs non esce al cinema ma sta su Netflix a cui si può anche accedere dalla console, quindi entrambi possono risiedere nel medesimo dispositivo) proponendo la medesima visione del west tradizionalissima e non convenzionale. Contrariamente al solito però stavolta è il cinema che sembra imitare i videogiochi. Nel film dei Coen infatti i vari episodi danno l’idea che è come se stessimo guardando delle storie che in un film non sarebbero mai quella principale ma trame minori.
Dunque La Ballata di Buster Scruggs non è un film "videoludico" perché ha a che fare con le dinamiche di morte e resurrezione come Ricomincio da Capo, né perché prevede un avanzamento a schemi come il finale di Coraline, ma perché concepisce il suo universo narrativo come un mondo pieno di storie parallele, esattamente come fanno i videogiochi moderni, in cui ad una storia principale ne affiancano sempre di minori e marginali. La cosa incredibile è che questa dinamica squisitamente narrativa l’hanno creata i videogiochi, senza ereditarla dal cinema, e ora quei film che la sfruttano ci ricordano i videogiochi.
Detto in altre parole chi sostiene che i videogiochi stiano diventando narrativamente più interessanti dei film (magari non buoni tanto quanto essi, magari non così sofisticati né così vari, ma di certo più interessanti perché forieri di continue novità ed invenzioni) proprio a questo fa riferimento, cioè al fatto che il mezzo è cambiato così tanto che occorre ribaltare quel che si è detto per anni: questa volta sono stati i Coen, inconsciamente, a girare un western videoludico, raccontando storie in maniere che richiamano alla mente più giochi come Red Dead Redemption 2 che il cinema del passato.
Dei moltissimi punti di contatto tra videogiochi e cinema (arte in cui Red Dead Redemption sembra fondamentale come avevamo già raccontato) questo era il meno prevedibile, cioè che nei personaggi marginali e nelle storie più strane e meno convenzionali un videogioco e un film molto tradizionalista, fatto di indiani cattivi, pistoleri, donzelle, carovane e tutte le figure più tipiche, si trovassero senza che nessuno imiti l’altro.
Che i videogiochi peschino da quell’immaginario tradizionale e passato non stupisce, ma contemporaneamente anche il cinema è arrivato lì a furia di nostalgia, revisionismi, remake (i Coen avevano sperimentato il western puro con il remake di Il Grinta) e ritorni. Ora entrambi esplorano universi narrativi tradizionali. E il west del resto è un grande universo narrativo in cui ci sono così tante storie che è possibile esplorarle citando gli show televisivi (il primo segmento) o Jack London (quello con Tom Waits) o ancora divertendosi a far accadere l’imprevedibile.
L’avventura di due fratelli masochisti è roba da Red Dead Redemption 2 o da fratelli Coen? Un imbonitore da fiera con il suo freak personale che forse vorrà uccidere è La ballata di Buster Scruggs o Red Dead Redemption 2?
Un fotografo naturalista con toni esoterici a quale dei due può appartenere?