Killer Elite è uno Statham che non ce l’ha fatta
Killer Elite sarebbe dovuto diventare un film di culto e invece è stato dimenticato, e Jason Statham ha dovuto cercare il successo altrove
La prima cosa che viene in mente riguardando oggi, a dieci anni dall’uscita, Killer Elite è: “che cosa ha fatto di male?”. Aveva tutto per diventare un piccolo classico: le facce giuste, due attori in parabola ascendente soprattutto nel mondo action-thriller, un più o meno affidabile gigante, una storia affascinante alle spalle e un budget medio-alto e garanzia quindi di produzione all’altezza. E invece a fronte di 70 milioni spesi per mettere in scena il romanzo di Sir Ranulph Fiennes, romanziere e cugino alla lontana di Joseph e Ralph, Killer Elite ne incassò meno di 60, la carriera di Clive Owen cominciò a declinare e Jason Statham dovette rivolgersi a Vin Diesel per fare il definitivo salto nello stardom che gli era stato promesso dai tempi di Crank.
In un certo senso non c’era alcuna possibilità che Killer Elite avesse successo, perché già nel 2011 era un film fuori tempo massimo. Anche a rivederlo oggi è chiaro che si tratta di un film in ritardo di cinque/dieci anni sullo zeitgeist. E anche il tentativo di presentarlo fin dal trailer come un’avventura sopra le righe, un po’ Transporter un po’ (molto) Expendables, era destinato a fallire fin dal principio.
Killer Elite è più vicino a Munich di quanto lo sia a qualsiasi film di Stallone, o anche ai vecchi action di Jason Statham. Ci sono molte più parti in movimento rispetto a un action classico, e una buona fetta della storia è dedicata al personaggio di Clive Owen, che altrove sarebbe catalogabile come “il villain” e che qui è invece solo un’altra pedina di un complicato gioco geopolitico. È un film che dedica più tempo alla preparazione degli omicidi che alla loro esecuzione, quasi come fosse un Ocean’s Eleven del killeraggio professionistico.
C’è da dire che quando l’azione arriva ed esplode, l’esordiente Gary McKendry – che da allora non ha mai più girato nulla, per dire quante vittime ha fatto il flop di Killer Elite – si fa apprezzare, e fa sperare in un film diverso da quello che abbiamo avuto, un action tiratissimo di ottantacinque minuti sfrondati di tutti i momenti intimisti (nei quali compare anche una sottosfruttatissima Yvonne Strahovski). Ma nonostante il titolo aggressivo Killer Elite non vuole essere una macelleria o un bagno di sangue: ha l’ambizione di parlare di paranoia e persecuzione, e ci chiede anche di formulare giudizi morali su azioni che di morale hanno ben poco, almeno in un mondo normale.
In altre parole Killer Elite ha molti più elementi di interesse di quello che potrebbe sembrare dal titolo. Ha anche più ambizioni, aspira quasi a diventare un’epica, e a riscrivere nel suo piccolo alcuni pezzi di storia recente. Purtroppo, con il senno di poi, il 2011 non era l’anno giusto, e Jason Statham e Clive Owen non erano le persone giuste per provare a sconfiggere lo scorrere del tempo, e soprattutto l’inevitabile cambiamento dei gusti del pubblico. Chissà che un giorno non possa arrivare su qualche piattaforma di streaming (al momento è presente solo su TIM Vision) e conoscere una seconda vita: come dicevamo in apertura, siamo convinti che se venisse spacciato per “originale Netflix” verrebbe accolto con tutti gli onori.