Ke Huy Quan, da bambino prodigio agli Oscar

Trentacinque anni dopo il Tempio Maledetto, Ke Huy Quan è di nuovo sulla bocca di tutti grazie alla nomination all'Oscar...

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Chi di noi non ricorda il piccolo amico di Harrison Ford in Indiana Jones e il tempio maledetto? Trentacinque anni dopo, Ke Huy Quan è di nuovo sulla bocca di tutti col suo ruolo in Everything Everywhere All at Once e la nomina agli Oscar come miglior attore non protagonista.

Ma cosa è successo in questi trentacinque anni a Ke Huy Quan? Come mai dopo il grande successo riscosso da bambino è scomparso? Scopriamolo insieme.

GLI INIZI

Ke Huy Quan nasce a Saigon nel Vietnam del Sud e, quando è ancora un bambino, la sua famiglia si trasferisce negli Stati Uniti.

La sua carriera inizia nel 1984 quando a dodici anni viene scelto per il ruolo di Short Round in Indiana Jones e il tempio maledetto. Racconta Ke Huy Quan che allora non pensava nemmeno di fare l’attore. Spielberg stava facendo le selezioni per il ruolo di Short Round e lui aveva deciso di accompagnare il fratello al provino. Il casting director lo notò mentre dava istruzioni al fratello e gli chiese se volesse provare a fare un’audizione. Il giorno seguente ricevette una chiamata dall’ufficio di Spielberg e il resto è storia.

L’anno successivo lavora in un altro film cult prodotto sempre da Spielberg: I Goonies. Recitando a fianco di un giovane Josh Brolin e di Sean Astin (Sam de Il signore degli anelli), Quan intrepreta Data, un piccolo e geniale inventore autodidatta alla ricerca di un tesoro perduto insieme ai suoi amici.

VENT’ANNI DI ASSENZA

La carriera di Ke Huy Quan sembra lanciata. Seguono a questi importanti ruoli altre parti in film minori, che però diminuiscono sempre di più col passare degli anni.

Racconta l’attore:

Le opportunità diminuirono e il tempo di attesa aumentò. Continuavo a lavorare, ma una volta l’anno o una volta ogni due anni. E i ruoli divennero più piccoli. Andava bene quando ero alle scuole superiori, ma una volta diplomato e deciso che volevo fare l’attore a tempo pieno, divenne difficile.

Così, all’età di ventitré anni, Quan decide di lasciare la recitazione. A quei tempi non c’erano ruoli per giovani attori asiatici, ma lui allora non vedeva tutto questo. Pensa quindi di non essere abbastanza bravo.

Sono cresciuto in una famiglia con valori tradizionali cinesi molto forti in cui non puoi dare la colpa a nessuno se non a te stesso. Così, pensai che non ero alto abbastanza, non ero abbastanza bello, non ero un attore abbastanza bravo. Non avevo la maturità per pensare che semplicemente non stavano scrivendo ruoli per attori asiatici.

Ke Huy Quan smette di recitare e inizia a lavorare dietro le quinte dei film come assistente alla regia o stunt coreographer.

EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE

Nel 2018, seduto al cinema, Ke Huy Quan vede Crazy rich asians e comincia a pensare che forse le cose sono cambiate, che Hollywood si sta finalmente aprendo a cast asiatici. Gli ci vuole tempo per decidersi, ma alla fine decide che vuole riprovare a recitare.

Chiama un amico che lavora come agente e gli chiede di rappresentarlo. E così, dopo solo due settimane, riceve una chiamata da Daniel Kwan e Daniel Scheinert che lo vogliono nel loro nuovo film. In Everyting Everywhere All at Once, Quan interpreta Waymond Wang, il marito della protagonista Evelyn (Michelle Yeoh) e tutte le decine di versioni di Waymond nei diversi mondi che il film propone.

Uscito nel 2022, Everyting Everywhere All at Once è un successo di pubblico e di critica e Ke Huy Quan si vede spalancare nuovamente le porte di Hollywood. Vince il Critic’s Choice Award e il Golden Globe come miglior attore non protagonista ed è candidato nella medesima categoria ai premi Oscar.

Subito dopo l’uscita del film, Quan è stato contattato da Kevin Feige che l’ha voluto nella seconda stagione di Loki. Sta inoltre lavorando a una serie TV per Disney+ chiamata American born chinese, tratta da una graphic novel.  In attesa di altri progetti che sicuramente verranno, Ke Huy Quan dice di volersi solo concentrare sul presente e godersi il (meritato) ritorno.

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