Justice League è forse l'ultima dimostrazione che tutto l'universo DC in realtà è la storia di Batman?

Di tutti i personaggi coinvolti Batman è l'unico ad avere un arco narrativo che attraversa i vari film del DC Universe e in Justice League è evidente

Critico e giornalista cinematografico


Condividi
Spoiler Alert
Ora che è uscito Justice League è evidente oltre ogni dubbio che Batman, in quell’universo condiviso, ha un peso ben diverso dal suo equivalente Marvel, Iron Man (ricco, solitario, malinconico, senza poteri ma a livello degli altri grazie alla tecnologia). Nonostante l’universo condiviso DC sembri ruotare intorno a Superman, intorno alla sua attesa o al suo rilievo, e nonostante il personaggio di punta al momento sia Wonder Woman, lo stesso le trame raccontano un’altra storia.
Non è detto che sia una volontà dei produttori o di Snyder (che tutto quell’universo sovrintendeva), non è d’interesse qui stabilire un’intenzionalità, né tantomeno lo è fare paragoni o deduzioni a partire da quel che sono, fanno e dicono quei personaggi nei fumetti. Sono i film, visti tutti insieme e le regole della narrazione a cui obbediscono, a dirlo.

Mettendo insieme L'Uomo D'Acciaio, Batman v Superman, Suicide Squad, Wonder Woman e Justice League si capisce come l’unico personaggio a collegare tutte le storie sia proprio Bruce Wayne, l’unico che venga ogni volta influenzato (poco o tanto) da quel che accade nelle singole storie, nonché l’unico al momento ad avere un arco narrativo comprensibile solo guardando tutti i film del DC Extended Universe.
È insomma evidente che ad ora il mondo dei film DC racconti la storia di come Bruce Wayne si trovi a contatto con una nuova era, come il mondo che conosceva e in cui è stato Batman per 20 anni sia stato cambiato dall’arrivo dei metaumani e come cerchi, disperatamente, di adattarsi, di non andare in pensione e di continuare a fare il suo “lavoro”. Di nuovo, come nei Batman di Nolan, minacce ed eroi vanno di pari passo. Se eroi mascherati iperefficienti chiamano minacce mascherate iperpericolose, eroi metaumani chiamano minacce disumane.

L’Uomo D’Acciaio è l’unico film che non lo vede proprio comparire, eppure è proprio ciò che accade in quella storia, la distruzione di Metropolis, che motiverà Bruce Wayne a confrontarsi con il metaumano più metaumano di tutti. È la molla che scatena Batman v Superman: il fatto che un eroe vecchio non sia disposto ad accettare l’arrivo di qualcuno più potente di lui, che agisce al di fuori del suo controllo e provoca danni immensi, questo lo spinge ad ergersi a campione della razza umana e decidere di mettere tutto se stesso nell'affrontarlo (almeno fino a che non scopre che le madri hanno lo stesso nome, ma quella è un’altra storia).
Questo è senza dubbio il film più centrato su Batman, quello che mette in evidenza più di tutti il suo problema e il suo arco narrativo: Bruce Wayne deve adattarsi, a stento tiene il passo di questi metaumani ma non per questo si arrende, non si fida e pure se si fida non è disposto a farsi da parte.

I film dei fumetti del resto funzionano come le rappresentazioni teatrali delle grandi opere: i personaggi e la storia bene o male sono noti e hanno alcuni elementi intoccabili (Batman nasce dalla morte dei genitori di Wayne, Superman è più potente di tutti, Wonder Woman ha un carattere che la fa apparire lontana dal nostro mondo…), quel che conta ogni volta è l’adattamento, chi sono gli attori, come è piegata la storia, com’è l’allestimento, quanto la chiave di lettura scelta calzi lo spirito originale o quanto sia iconoclasta.
Batman v Superman presenta un Bruce Wayne che non si vergogna della sua età, che è sostanzialmente diverso dagli altri eroi, non appartiene al loro ceppo, non ha le loro facoltà, non è della loro generazione e vuole dimostrare di essere come loro. Meglio di loro. Ha il volto molto calzante di Ben Affleck e i capelli ingrigiti.

Suicide Squad è un interludio per Bruce Wayne, compare poco ma in maniera significativa. In un film in cui i villain sono i protagonisti (e i più protagonisti sono i villain di Gotham City: Joker e Harley Quinn), Batman è l’unico eroe propriamente detto a fare un’apparizione e lì scopriamo anche che nei 20 anni di attività che non ci sono stati raccontati ha perso un Robin per mano di Joker. Come fosse il padrone di tutto ogni tanto si presenta, fa sentire la presenza, controlla ogni cosa. Nel mondo DC sembra effettivamente che nulla di significativo possa accadere senza che Wayne sia lì, con o senza maschera. In una delle scene post credit che annuncia Justice League avremo modo di vedere la sua determinazione e ci viene ribadito come quello della squadra di eroi sia un suo progetto.

Wonder Woman dovrebbe essere un lungometraggio che non lo riguarda, ambientato in un’altra epoca, eppure quelle poche scene che si svolgono nella modernità, in apertura e chiusura, in un modo o nell’altro lo coinvolgono. Bruce Wayne è affascinato da Wonder Woman, in tutti i sensi, è la prima che vuole coinvolgere nel progetto Justice League, ha scoperto che non è una persona normale, ha studiato il suo caso, le invia le sue foto e soprattutto la stimola a fare ciò che fanno gli eroi, cioè prendersi le sue responsabilità davanti a ciò che accade nel mondo. È come se Diana Prince non fosse un’eroina da universo DC fino a che non arriva Bruce Wayne a simolarla ad essere più di quel che è, ad allinearsi al leit motiv dell’universo: infondere speranza, essere un esempio.
Dunque se la storia di Wonder Woman, nel suo film, è frutto della sua volontà, la storia di Wonder Woman nel mondo DC è frutto dell’interessamento di Bruce Wayne, del fatto che dopo gli eventi di Batman v Superman, lui abbia capito che ha bisogno di una squadra di persone più potenti di lui.

Infine Justice League è un po’ come se chiudesse il cerchio.
Nonostante sia un film di gruppo è il mondo di Wayne quello raccontato. C’è Alfred, ci sono le sue tecnologie, la storia inizia per via dei messaggi che lui ha inviato ed è lui che va a reclutare (o che manda Diana Prince a farlo) Aquaman, Cyborg e Flash. È suo il problema principale con lo snodo di tutto il film, cioè il risveglio di Superman (che comunque è lui a volere, organizzare e risolvere), sarà infine sua la soluzione finale.

In Justice League ad un certo punto, in un dialogo solo apparentemente marginale, Alfred scherza con Bruce ricordandogli che una volta era tutto più semplice, era solo questione di sventare “pinguini a molla con dentro bombe”, facendo riferimento alle vecchie avventure di Batman, ai vecchi villain tutto sommato umani e alle vecchie minacce molto terrene. A quel punto Wayne ammette di essere un uomo fuori dal tempo e sostanzialmente di non capire più questo mondo (cosa che fa ridere visto come lo padroneggia, come sappia tutto di tutti e riesca a stare a livello di gente con i poteri senza averne) ma che in fondo lui non deve capirlo il mondo, deve difenderlo.
Questo è il vero arco narrativo. Riuscirà Bruce Wayne a portare a termine questa missione per la quale è troppo vecchio? Riuscirà davvero a tenere il passo dei metaumani, ad essere rilevante e dare il proprio contributo in uno scontro (quello futuro contro Darkseid) ben al di là delle possibilità di un uomo comune?

In un universo, quello DC, in cui la funzione degli eroi è stata impostata dalla trilogia di Batman di Christopher Nolan (ispirare, dare speranza, essere un esempio) Batman è quello che ha scelto di essere il contrario (vedremo nel film a lui dedicato se seguirà quella linea narrativa iniziata da Christian Bale, quella del Batman che vuole che tutti pensino che lui è la minaccia), di terrorizzare per tenere l’ordine. Eppure è lui la bussola morale di tutti, quello che ne raddrizza le intemperanza, ne indirizza la forza e fomenta il gioco di squadra.

Continua a leggere su BadTaste