Josh Hartnett: la classifica dei 10 migliori ruoli della sua carriera

Una classifica dedicata ai migliori ruoli della carriera di Josh Hartnett, protagonista di Trap di M. Night Shyamalan

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Trap, con Josh Hartnett, è al cinema

La storia del cinema è piena di “vorrei ma non posso”. Josh Hartnett, al contrario, è un raro e clamoroso caso di “potrei ma non voglio”. Emerso alla fine degli anni Novanta come potenziale nuova superstar, bello e un po’ tenebroso, con una voce da far tremare le fondamenta della Terra, dopo una serie notevoli di successi decise che non gliene fregava nulla della fama e del promesso tetto del mondo, preferendo dedicarsi a progetti che lo interessassero al di là del loro potenziale commerciale. E da allora il suo isolamento dallo star system si è solo fatto più profondo: oggi Hartnett vive con la moglie Tamsin Egerton e i loro quattro figli in un paesino non meglio specificato al confine tra le contee del Surrey e del Sussex, in Inghilterra, dove passa il suo tempo a farsi i fatti propri e a godersi la vita.

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Josh Hartnett era anche un po’ scomparso dal grande schermo, ancora una volta preferendo scegliere con attenzione i film a cui partecipare invece di accettare ruoli che avrebbero potuto riportarlo in auge. Ma quando c’è il talento e il carisma è difficile sparire del tutto: negli ultimi anni Hartnett ha conosciuto una piccola rinascita, prima in TV grazie soprattutto a Penny Dreadful, e poi ricordandoci quanto sia bravo comparendo in un paio di film di Guy Ritchie e, più di recente, in Oppenheimer. E ora è protagonista di Trap, altro progetto azzeccato da un altro artista rinato negli ultimi anni come M. Night Shyamalan. In occasione dell’uscita del thriller, abbiamo pensato di selezionare i dieci migliori ruoli della carriera di Josh Hartnett, che trovate qui sotto in rigoroso ordine alfabetico.

30 giorni di buio

Ne avevamo parlato (bene) qui, sostenendo che fosse un ottimo film e che lo sarebbe anche se non ci fossero i vampiri, perché l’atmosfera glaciale dell’Alaska durante la notte polare è sufficiente a “fare” un’opera. Qui aggiungiamo che Josh Hartnett è perfetto per il ruolo, ed è uno di quei curiosamente rari casi di film horror/survival nei quali non si fa fatica a fare il tifo per i “buoni”, nonostante i cattivi siano dei magnifici vampiri: il merito è soprattutto suo (e della co-protagonista Melissa George, un’altra che non ama troppo stare sotto i riflettori).

40 giorni e 40 notti

Il film è una commedia tra il romantico e il quasi-erotico, che si sarebbe meritata un episodio dedicato nella nostra rubrica Rivisti oggi. E si potrebbe obiettare che il vero centro di gravità del film di Michael Lehmann (quello di Schegge di follia) è in realtà Shannyn Sossamon. Ma Hartnett è il suo perfetto contraltare, e dimostra che, pur avendoli un po’ abbandonati con gli anni per ovvie ragioni, i ruoli brillanti/adolescenziali sono una delle sue specialità.

Black Dahlia

Il film che portò all’ostracismo di Brian De Palma da Hollywood, un flop al box office clamoroso e soprattutto inaspettato, visto chi stava dietro la macchina da presa e qual era la fonte letteraria di riferimento. Con gli anni è stato rivalutato, per fortuna, e con esso anche i suoi protagonisti: rivisto oggi, ci si rende conto che non è, come era stato descritto all’epoca, “solo” un film con Scarlett Johansson perfetta femme fatale, e che Josh Hartnett è un perfetto co-protagonista.

Black Hawk Down

Un ruolo tutto sommato minore per Hartnett, o comunque non da protagonista assoluto, in quello che se chiedete a noi è ancora uno dei migliori film di Ridley Scott. Ma anche un ruolo che contribuì in maniera decisiva a lanciarlo, in un anno che per l’attore fu di alti molto alti e bassi molto bassi (potremmo parlare di Pearl Harbor, ma abbiamo promesso che in questa lista avremmo citato solo film belli).

Il giardino delle vergini suicide

A proposito di ruoli che definiscono una carriera: il film di Sofia Coppola lanciò Josh Hartnett nel mondo dei (potenziali) teen idol, e se è vero che oggi quando se ne parla si tende a ricordarsi – a buon diritto – soprattutto le protagoniste femminili, anche il suo Trip Fontaine trasuda carisma e fascino, ed è parte integrante dell’atmosfera sospesa e un po’ malsana del film.

Land Shark – Rischio a Wall Street

Stupidissima traduzione italiana del più semplice e diretto August, Land Shark è uno dei film di Hartnett (che qui produce anche) più apprezzati dalla critica, almeno a giudicare dai premi che si è aggiudicato o che è andato vicino ad aggiudicarsi. In realtà venne accolto con recensioni pessime, e fu un clamoroso flop al box office; il nostro consiglio è di recuperarlo, e magari rivalutarlo, anche perché si tratta di uno degli ultimi film nei quali compare David Bowie.

Oppenheimer

Doveva essere solo un personaggio di contorno, invece la prestazione di Josh Hartnett in Oppenheimer gli ha portato grandi applausi, e un sospiro di sollievo collettivo: “è di nuovo tra noi”. A conti fatti, potrebbe essere il film che gli ha portato più premi (anche se molti di questi sono stati assegnati genericamente al cast e non a lui nello specifico).

Sin City

Dite quello che volete su Robert Rodriguez, ma è uno che sa riconoscere il talento e sa come sfruttarlo anche in modi non convenzionali o imprevedibili, e la scelta di affidare l’apertura del suo Sin City a Josh Hartnett sfruttandone la già citata voce cavernosa è una delle più grandi intuizioni della sua carriera.

Slevin – Patto criminale

All’uscita il film venne un po’ smontato dalla critica e paragonato sfavorevolmente a Pulp Fiction, ma poco importa: le reazioni a caldo vanno sempre prese con le pinze, e Slevin con gli anni si è costruito una reputazione da film di culto. E sì, il merito è anche di Slevin, nel senso del protagonista, nel senso di Josh Hartnett.

The Faculty

Scritto da Kevin Williamson (Scream), diretto da Robert Rodriguez, The Faculty fu (insieme a Halloween – 20 anni dopo, che però preferiamo dimenticare) il film che diede il la alla carriera di Hartnett. Forse non è il suo ruolo più iconico – ma d’altra parte è difficile spiccare in mezzo a tanta macelleria – ma è senza dubbio uno dei più importanti, con il senno di poi.

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