Joel Schumacher ha fatto anche cose buone
Joel Schumacher: ha fatto anche cose buone. Ricordiamo il costumista diventato regista di film come Ragazzi Perduti, Linea Mortale e Batman Forever
Joel Schumacher è morto all’età di 80 anni, addio al regista di Ragazzi Perduti e Batman Forever
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È da quella porta che Joel Schumacher entra nel cinema. E attraverso il mondo dei costumi lentamente si muove. Nel 1978 infatti farà da sceneggiatore per I’m Magic, cioè Il Mago di Oz con tutte star afroamericane (Diana Ross come Dorothy e Michael Jackson come spaventapasseri) di Sidney Lumet, e poi nel 1981 esordisce con una versione in commedia di Radiazioni BX Distruzione Uomo, cioè The Incredible Shrinking Lady. È un film femminista che usa l’idea di una donna che rimpicciolisce non per creare tensione ma per far riflettere sul peso che grava sulle donne nella società degli uomini e anche all’interno delle famiglie. In quel film c’è già quel che sa fare meglio. Schumacher viene dal mondo della tecnica del cinema, dai reparti bassi e dalla pratica, trionfa nel cinema artigianale e nel B movie.
GLI ANNI OTTANTA
Degli anni ‘80 sono i suoi film considerati più seri come Ragazzi Perduti (una storia di adolescenti vampiri) e St. Elmo’s Fire (su un gruppo di ragazzi usciti dal college che devono fare il passaggio alla vita adulta). Ma Joel Schumacher è il raro mestierante che riesce a nascondere la propria personalità e i propri tratti ricorrenti, è innamorato del mestiere del cinema ed è un regista di serie B dentro. Nonostante tenterà diversi passaggi alla serie A, non ci sono dubbi che quel che gli riesce meglio è giocare con il meccanismo del cinema più che con il senso della storia.
Per questo forse il suo film più riuscito è Linea Mortale, del 1991, in cui ha Kevin Bacon, Julia Roberts e Kiefer Sutherland in una pura storia da B movie (per un esperimento i medici protagonisti inducono la propria morte e poi si resuscitano, solo che questo risveglia fantasmi dal loro passato che li inseguono nella realtà). Quel film lo proietta nel novero dei registi importanti degli anni ‘90.
Subito dopo potrà lavorare con una delle star degli anni ‘90, Michael Douglas, in un altro film che sembra un B movie e regge fino a che è tale: Un giorno di ordinaria follia. Il concept è quello di un uomo ordinario, un contabile, che impazzisce e se la prende con violenza con tutto quello che la società fa per rendere difficile la vita ai cittadini. Taglio a spazzola, camicia a maniche corte e 24 ore, il costume di Michael Douglas è impeccabile e diventa un’icona (tanto che anche la locandina lo mostra da capo a piedi, con valigetta e fucile e non c’è altro da dire). Il film regge tutta la sua prima metà, quando lo spunto è messo in pratica, e crolla nella seconda quando occorre tirare le fila e chiudere.
BATMAN FOREVER E BATMAN & ROBIN
L’altro passaggio obbligato degli anni ‘90 è il legal-thriller tratto da Grisham, nel suo caso Il Cliente, e poi arrivano i due film per cui è noto e, spesso, disprezzato: Batman Forever e Batman & Robin, seguiti dei due Batman di Tim Burton e pietra tombale per almeno 10 anni sul personaggio.
Quei film nascono male fin dal casting (prima Val Kilmer e poi George Clooney come Bruce Wayne), l’idea di mettere un ex costumista gay dichiarato porta tutta la messa in scena da altre parti, in luoghi limitrofi al Batman anni ‘60. Schumacher enfatizza le inquadrature sghembe che andavano di moda negli anni ‘90, spara i colori fluo, esagera con i costumi, inventa dei capezzoli fetish per il costume di Batman e cerca di lavorare sull’omoerotismo implicito del rapporto tra Batman e Robin. Insomma si vuole divertire e creare uno spettacolo un po’ kitsch ma con stile.
È un disastro che non migliora se si guarda ai villain. Schwarzenegger è uno degli attori più pagati di Hollywood e viene praticamente umiliato in una parte in cui le sue caratteristiche fisiche sono quasi di ingombro, Uma Thurman post-Pulp Fiction come Poison Ivy non è mai credibile, senza contare che nei panni di L’Enigmista Jim Carrey, nonostante centri il tono camp della messa in scena, sembra solo desiderare di aver potuto interpretare il Joker.
JOEL SCHUMACHER: GLI ULTIMI ANNI
Nonostante il primo film non sia un flop i due Batman sono un colpo durissimo per Schumacher ma lo costringono anche a migliorare le sue scelte. Di lì in poi girerà altri 11 film, molti dimenticabili, alcuni assurdi (The Number 23) e un paio notevoli. Sono quelli più centrati sull’intreccio o sull’azione come Tigerland (storia di un soldato che viene addestrato per il Vietnam in una location che sembra tale, come una prova generale, in cui emerge tutto il peggio) e poi In linea con l'assassino. Sono entrambi film con Colin Farrell e specie il secondo è il classico B-Movie in cui sguazza Schumacher (un uomo è incastrato in una cabina del telefono da un assassino che è pronto ad ucciderlo se esce). E forse è meglio ricordarlo per quelli.