Joaquin Phoenix il trasformista: da Commodo a Joker, 6 metamorfosi memorabili

Tra i protagonisti più iconici del Festival di Venezia di quest'anno, Joaquin Phoenix ha una carriera costellata da trasformazioni. Ecco le più memorabili

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Con una carriera quasi quarantennale alle spalle (ha esordito nel 1985 nel film Space Camp), Joaquin Phoenix ha abituato il pubblico a metamorfosi sconvolgenti per calarsi nei panni dei suoi personaggi. Non fa eccezione la sua ultima interpretazione di Arthur Fleck in Joker: Folie à Deux, atteso sequel del film del 2019 che mescola elementi musicali e drammatici.

Aspettando di sapere se questo ritorno nei panni di Joker gli varrà la Coppa Volpi come miglior attore al Festival di Venezia, e in attesa dell'uscita del film prevista per il 4 ottobre, ripercorriamo alcune delle sue interpretazioni più memorabili.

Il Gladiatore (2000)

Commodo: Il tiranno vulnerabile

Nell’affresco epico di Ridley Scott, Phoenix interpreta Commodo, imperatore arrogante e insicuro che diventa l'antagonista di Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe). Questa performance ha consacrato Phoenix, rivelando al mondo la sua capacità di dare vita a personaggi complessi e moralmente ambigui. Il Commodo di Phoenix è un tiranno che desidera disperatamente essere amato e accettato, e questa insicurezza interiore lo rende spietato e imprevedibile. Nonostante il suo ruolo da villain, Phoenix infonde al personaggio un senso di vulnerabilità che rende Commodo non solo temibile, ma anche tragicamente umano.

Quando l'amore brucia l'anima (2005)

Johnny Cash: L'iconico ribelle

Phoenix dimostra la sua duttilità d’attore nella biografia musicale di Johnny Cash, Quando l’amore brucia l’anima (Walk the Line), in cui la sua interpretazione del leggendario artista country lo ha portato a cantare lui stesso tutti i brani. La sua versione del Man in Black della musica non è solo un'imitazione fisica o vocale, ma una discesa nelle profondità emotive di un uomo dilaniato dalle sue dipendenze, dalle sue insicurezze e dal suo amore travolgente per June Carter (Reese Witherspoon). La dedizione di Phoenix al ruolo lo ha portato a subire un lungo periodo di preparazione vocale e fisica, assicurandogli la seconda nomination agli Oscar.

The Master (2012)

Freddie Quell: Il reduce in cerca di un posto nel mondo

In The Master di Paul Thomas Anderson, Phoenix offre una delle sue interpretazioni più enigmatiche e disturbanti. È Freddie Quell, veterano della Seconda Guerra Mondiale che fatica a trovare un posto nella società post-bellica: un personaggio profondamente tormentato, con un’anima lacerata da traumi irrisolti, alcolismo e un'inquietudine esistenziale che lo rende succube di Lancaster Dodd (Philip Seymour Hoffman), leader di un controverso movimento spirituale. Phoenix incarna Freddie con un'intensità viscerale, caratterizzata da una fisicità quasi animalesca e tic nervosi che riflettono la sua instabilità interiore. La sua trasformazione è talmente profonda da rendere il personaggio sia tragico che spaventoso, segnando una delle prove attoriali più complesse e apprezzate della sua carriera; una prova per cui - oltre a vincere la Coppa Volpi a Venezia - ha ricevuto la sua terza nomination agli Oscar.

Lei - Her (2013)

Theodore: L’uomo che ama un’intelligenza artificiale

In Lei - Her, Phoenix offre una performance intima e commovente nei panni di Theodore, un uomo solitario che si innamora di un sistema operativo dotato di intelligenza artificiale (con la voce di Scarlett Johansson). In questo ruolo, Phoenix si allontana dai personaggi tormentati che spesso ha incarnato per esplorare la dolcezza, la vulnerabilità e l'isolamento emotivo in un mondo iperconnesso. Con il suo volto segnato dalla malinconia e uno sguardo perennemente perso in riflessioni interne, Phoenix dipinge un ritratto di profonda solitudine. La sua trasformazione in Theodore è quasi impercettibile nella sua semplicità, ma a suo modo profondamente potente, dimostrazione della capacità dell'attore di navigare in ruoli intimisti e di grande profondità emotiva.

Beau ha paura (2023)

Beau: L'uomo paralizzato dalle sue fobie

In Beau ha paura, diretto da Ari Aster, Phoenix si avventura in territori ancora più complessi e bizzarri. Interpreta Beau, un uomo sopraffatto dall'ansia e da numerose fobie, che intraprende un viaggio delirante e spesso assurdo attraverso le sue paure più oscure. In questo ruolo, Phoenix si trasforma fisicamente e psicologicamente in un personaggio fragile, incapace di affrontare il mondo che lo circonda. La sua interpretazione è straordinariamente stratificata, costantemente in bilico tra il tragico e il grottesco, con momenti di intensa vulnerabilità. Beau ha paura è un esempio perfetto di come Phoenix sia in grado di esplorare il lato più instabile e visionario dell’animo umano.

Joker (2019) / Joker: Folie à deux (2024)

Arthur Fleck: Il tragico pagliaccio

Non si può parlare delle trasformazioni di Joaquin Phoenix senza menzionare Arthur Fleck, il clown fallito che, vessato dagli abusi di una società spietata, diventa il Joker. Phoenix ha completamente rivoluzionato l'immagine del celebre villain di Gotham, regalando al pubblico una performance al contempo crudele e commovente. Attraverso un rigido regime di dieta, l’attore ha perso più di venti chili per incarnare fisicamente la fragilità e il tormento interiore del personaggio. La sua risata isterica, così come i momenti di disperazione profonda, hanno contribuito a creare una figura che è già entrata nella storia del cinema moderno. Con il sequel Joker: Folie à deux, Phoenix spinge ulteriormente i limiti di questo personaggio, esplorando nuovi lati della sua psiche disturbata in un contesto musicale dai contorni surreali.

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