James Gunn: cosa ci dice il silenzio radio della Disney e della Marvel?

Nel momento in cui Bob Iger rientrerà dalle ferie sapremo sicuramente qualcosa di più...

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Il licenziamento di James Gunn ha riservato un adeguato quantitativo di "bad publicity" alla Disney.

Come noto, il regista è stato scaricato dalla major dopo il riemergere di alcuni vecchi tweet, con battute decisamente ineleganti in materia di stupro e pedofilia, fatte prima di finire sotto contratto con i Marvel Studios e di cui, peraltro, non aveva mai fatto mistero. In una corposa intervista rilasciata nel 2017 a BuzzFeed, aveva anche circostanziato il perché della sua indole passata fatta di umorismo becero parlando degli anni della sua preadolescenza, trascorsi in una scuola dove la gente a 10, 11, 12 anni "scopava, si drogava e beveva" anche grazie all'operato di uno dei Monsignori dell'Istituto, Russell J. Obmann, che passava agli studenti materiale pornografico e alcolici.

Responsabile principale della rimessa in circolo dei tweet incriminati è il cospirazionista ed esponente dell'alt-right americana Mike Cernovich. Uno che con accuse di stupro, contrariamente a James Gunn che ha solo fatto pessime battute, ha avuto realmente a che fare. Cernovich, qualche mese fa, ha candidamente ammesso che, dopo aver constatato come i liberali americani erano riusciti a mettere in difficoltà svariati esponenti della destra adoperando come ariete i loro tweet offensivi scovati online, era giunto il momento di rendere "pan per focaccia". Un'operazione messa in atto anche come vendetta verso personaggi dello showbusiness legati ai conservatori, come ad esempio Roseanne Barr "scaricata" dopo una serie di tweet razzisti e antisemiti fatti mentre era de facto "impiegata" della Disney:

Questo il quadro generale che ha portato alla repentina dichiarazione di Alan Horn arrivata a corredo del licenziamento di Gunn. Nei giorni successivi, molti esponenti della stampa cinematografica e non solo hanno espresso una certa preoccupazione per la mossa, svariati colleghi e colleghe del filmmaker hanno dimostrato solidarietà fino ad arrivare alla lettera firmata da tutti i Guardiani della Galassia in cui, con parole palesemente calibrate al millesimo di millimetro come era ovvio che fosse, Chris Pratt and co. hanno espresso piena solidarietà verso il regista e sceneggiatore.

Insomma, il silenzio radio è stata un'opzione contemplata solo ed esclusivamente dalla Disney e dai Marvel Studios; cosa mediamente paradossale specie in relazione a Kevin Feige, il boss dei Marvel Studios, personaggio che non ha di certo mai avuto problemi in materia di parlantina, anche quando, in passato, doveva far capire senza dire troppo, che non era semplice sottostare alle decisioni della Marvel Entertainment e di Ike Perlmutter. Qualche ora fa Variety, nel dare la notizia della lettera di cui sopra, ha pubblicato qualche indiscrezione sul dietro le quinte di quello che starebbe accadendo in quel di Burbank. Secondo alcuni, il silenzio radio dello studio e della Casa delle Idee potrebbe essere appunto letto nell'ottica di un possibile reintegro di James Gunn. La lavorazione di Guardiani della Galassia 3 dovrebbe partire a inizio del 2019 e il mancato annuncio di un nuovo regista e un nuovo sceneggiatore potrebbe essere un indizio in tal senso visti i tempi molto stretti. Probabilmente sapremo qualcosa di più definito solo tra un po' per un motivo quasi "frivolo": Bob Iger, il Presidente della Disney, si trova attualmente in vacanza ed è impensabile che una decisione così delicata possa essere presa in sua assenza.

Insomma, è probabile che torneremo di nuovo a parlare di questa vicenda...

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