Jake Gyllenhaal si sentiva come Donnie Darko durante le riprese del film

Jake Gyllenhaal in dialogo con Roger Deakins nel podcast TeamDeakins racconta i retroscena del suo casting per il film Donnie Darko

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Team Deakins, il podcast condotto dal premio Oscar Roger Deakins e sua moglie James Ellis Deakins, continua a macinare puntate e a catturare l’interesse degli appassionati. Uno dei più recenti ospiti è stato l’attore Jake Gyllenhaal, il quale ha avuto modo di raccontare diversi aneddoti, tra cui un misterioso progetto in collaborazione con il regista Denis Villeneuve.

Durante la conversazione l'attore si è lasciato andare a un racconto molto sincero, sicuramente aiutato dalla lunga amicizia che lo lega con i Deakins, sui primi passi della sua carriera. 

Jake Gyllenhaal nasce in una famiglia molto integrata nel mondo del cinema: fratello dell'attrice Maggie Gyllenhaal con il padre, Stephen Gyllenhaal, regista affermato e la madre, Naomi Foner, sceneggiatrice di successo. Il suo film di esordio, Cielo d'ottobre, è stato uno dei punti cardine della carriera, per sua stessa ammissione. Quando si è dei giovani attori ad Hollywood è infatti facile cadere nello stesso tipo di commedie giovanili “High School”. Il background di persone integrate nel mondo del cinema, insieme alla fortuna di iniziare in un film di qualità, divenuto poi un'opera di culto ancora oggi rivista e studiata ha aiutato a impostare il tono della sua carriera già all’età di 15 anni. 

Un vantaggio insieme a uno svantaggio notevole dato che, soprattutto nei primi anni della sua carriera, Jake amava molto di più le storie, e quindi le sceneggiature, rispetto alla recitazione. Il suo primo desiderio era quello di seguire le orme della madre. Viveva quindi con fatica i turni sul set e l'esposizione verso la cinepresa. Un conflitto con cui l'attore si è riconciliato di recente, quando a ridosso delle riprese di Prisoners aveva deciso di dare una svolta, cambiando agente e lanciandosi in un diverso tipo di sfide attoriali e produttive.

L'insuccesso di Donnie Darko, a cui è seguito lo status di cult e di successo planetario, sono state le sue carte di ingresso nella “serie a” di Hollywood. Ma tutto è accaduto quasi per caso.

Jake Gyllenhaal racconta il casting per Donnie Darko

Un film sulla schizofrenia ancora prima che essere un film di fantascienza. La performance dell’attore è stata particolarmente apprezzata da Deakins nella profondità e nell’immersione che ha dato rispetto al personaggio. Così ha replicato l’attore, raccontando un aneddoto rispetto al suo casting per il ruolo: 

In quel tempo ero decisamente smarrito. E come succede spesso tante grandi cose bussano alla tua porta in un modo che sembra tanto destino. C'era un altro attore che doveva interpretare la parte di Donnie fino a due mesi prima dell'avvio delle riprese. Io sono entrato nel cast solo due mesi prima dell'inizio. Mi ricordo di avere letto la sceneggiatura mentre soffrivo per miei problemi, per la mia ansia, e la mia tristezza. Avevo fatto due anni di college e non sentivo che quello era il posto per me.

Ero tornato a Los Angeles, dove ero cresciuto, i miei si erano trasferiti dopo la mia partenza. Avevano preso una casa più piccola a Hollywood. Anche mia sorella era tornata a casa e non c’era abbastanza posto. Io dormivo in soggiorno sotto l’aria condizionata che andava 24 ore su 24 dato il caldo di Los Angeles… Ricordo di avere letto la sceneggiatura e di avere pensato “io mi sento proprio così!”. Non mi sentivo schizofrenico, ma completamente perso nella mia vita cercando di capire come essere un adulto.

Per Jake Gyllenhaal nessuno dei film da teenager in cui i suoi compagni tentavano le audizioni (come ad esempio, secondo le sue parole, molti American Pie), vestivano ad hoc per lui. Trovare la parte di Donnie Darko è stata la sua fortuna. Sul set era affascinato da tutti gli strumenti usati per girare il film. Allo stesso tempo la natura indipendente e d’autore gli dava quel senso di intimità che stava cercando nella produzione.

La crew del film gli è stata di grande aiuto. Nessuno, secondo Gyllenhaal, sapeva cosa stavano filmando durante molte riprese in steadycam, ma l’hanno aiutato a rendere la performance un viaggio nei suoi demoni interiori. Dandogli una libertà che non avrebbe avuto in altre produzioni dove le aspettative e le pressioni sarebbero state maggiori.

Non si può che concordare con le parole dell’attore. Con Donnie Darko ha dato una svolta alla sua carriera, mettendosi in luce come uno dei giovani attori maggiormente capaci di entrare sin territori oscuri.

Che cosa ne pensate della performance di Jake Gyllenhaal in Donnie Darko? Fatecelo sapere nei commenti

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