Io sono Cinzia: la nostra recensione dello spettacolo e il commento di Leo Ortolani | LuccaCG19

Abbiamo recensito lo spettacolo teatrale Io sono Cinzia, andato in scena a Lucca Comics & Games 2019, e chiesto a Leo Ortolani le sue impressioni a caldo!

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Cinzia, copertina di Leo Ortolani

Nella prima serata di Lucca Comics & Games 2019 è andato in scena al Teatro del Giglio Io sono Cinzia (ovvero l'amore non si misura in centimetri), spettacolo ispirato alla graphic novel di Leo Ortolani. Si tratta del terzo titolo diretto dal regista Nicola Zavagli all’interno del filone Graphic Novel Theatre dopo gli allestimenti di Una ballata del mare salato e Kobane Calling.

Lo spettacolo segue fedelmente la trama del fumetto, con una buona selezione del materiale da includere nel copione: non mancano gli intermezzi con le assemblee della comunità LGBTSW e i siparietti dell'arca di Noè che si inframezzano alla vicenda sentimentale di Cinzia/Paul.

L'attore che interpreta la protagonista non lavora sulla voce nel tentativo di alleggerirla, con un risultato che inizialmente può stranire i lettori affezionati al personaggio, ormai abituati a riconoscere la sua femminilità. Purtroppo, i cambi di costume per questioni di ritmo sono rapidi e non possono prendere in considerazione il trucco, riducendo ulteriormente l'efficacia della trasformazione visiva. Questo rende le due identità del personaggio un po' troppo vicine, e l'ingresso in scena di Paul rischia di ridursi a un passaggio con parrucca/senza parrucca. Fortunatamente, la prestazione attoriale è ricca di sfumature emotive, e nel corso della visione la Cinzia che abbiamo davanti ai nostri occhi risulta una figura decisamente credibile.

Così come avevamo sottolineato nella recensione del fumetto, la presenza delle gag è un po' ingombrante e finisce per rubare spazio a momenti di maggior approfondimento, ma il risultato è comunque soddisfacente. Del resto, è difficile non strappare risate e applausi appoggiandosi ai tempi comici di Ortolani, già efficaci su carta e ancor più divertenti se ben interpretati dal vivo.

Con l'umorismo che ha la meglio sugli altri aspetti della trama, Tamara ruba - letteralmente - la scena alla protagonista grazie alla sua presenza sopra le righe e alle battute tranchant. La comicità a sfondo sessuale è sempre sulla soglia della volgarità, ma fortunatamente non supera mai quel sottile confine. Il merito sta senza dubbio nel materiale di partenza di Ortolani, ma anche nella direzione di Zavagli, che venticinque anni fa aveva già trattato, con leggerezza e garbo, il tema della transessualità scrivendo Belle al bar, il film di Alessandro Benvenuti.

Io sono Cinzia

Rispetto a Kobane Calling, la regia di Io sono Cinzia è più snella, probabilmente prendendo già in considerazione l'ipotesi di una tournée, così come avverrà nei prossimi mesi per lo spettacolo tratto dal fumetto di Zerocalcare.

Il cast è composto da soli cinque attori, interpreti di tutti i personaggi e delle scenografie, che come nei precedenti allestimenti del Graphic Novel Theatre si appoggiano soprattutto sulle proiezioni delle vignette originali e la presenza di pochi oggetti di scena. Il risultato è minimale ma efficace, seppur non privo di qualche sbavatura; su tutte, una sedia posizionata con lo schienale rivolto verso il pubblico, a completare un tavolo immaginario, che ha intralciato la visuale degli spettatori in platea.

La colonna sonora propone alcuni dei brani che Ortolani ha fatto cantare ai personaggi nel fumetto, ma su tutti spicca l'inedito L'amore non si misura in centimetri, musicato dai Raggi Fotonici, divenuto un numero da musical con tanto di coreografia. Cinzia e Tamara riescono a sostenere anche queste parti vocali più impegnative, ma purtroppo non si può dire lo stesso dei cori d'accompagnamento. Una grande aggiunta che conferisce atmosfera sono le musiche suonate alla tastiera durante molte scene dialogate, anche se il volume in alcuni momenti è risultato eccessivo e ha rischiato di coprire il parlato.

Alla fine dello spettacolo, un Leo Ortolani visibilmente emozionato e soddisfatto dalla visione è stato invitato sul palco a prendere gli applausi assieme al cast e allo staff creativo. All'uscita del teatro abbiamo intercettato l'autore per chiedergli cos'ha provato nel vedere i suoi personaggi prendere vita davanti ai suoi occhi:

Ortolani - È stato bello. Direi che è stato emozionante. Mi era successo solo una volta di incontrare uno dei miei personaggi, Jessica Lovebol, che era una commessa di un negozio. Uguale. Lì ero rimasto un po' imbarazzato, anche perché stavo cercando un costume da bagno. In questo caso, invece, sono contento. Gli attori sono bravissimi, assolutamente nella parte. Aspettiamo di vedere dove si andrà!

Io sono Cinzia

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