Inception e la polemica-recensioni
Manca pochissimo all'uscita mondiale del nuovo film di Christopher Nolan, mentre negli Stati Uniti parte una forte discussione tra entusiasti e critici. Di sicuro, non è un regista che passa inosservato...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Una delle idee più interessanti che certi lettori hanno sulle recensioni negative, è che vengano scritte per farsi notare. E' una critica che ricevo spesso, ma non ho francamente mai capito quale dovrebbe essere il senso, considerando che è sicuramente un modo per destare attenzione, ma che alla lunga farebbe diventare ridicolo chi scrive. Pensate, per esempio, se qualcuno massacrasse per partito preso i film della Pixar: la prima volta farebbe scalpore, in seguito risulterebbe solo un tizio strampalato.E' interessante quindi la polemica che arriva dagli Stati Uniti. I fatti. Il 6 luglio Patrick Goldstein, giornalista del Los Angeles Times, si lamenta di come la critica esageri nell'adorare il nuovo film di Christopher Nolan, Inception, utilizzando anche espressioni ermetiche ed eccessive. Parere interessante, ma che lo stesso Goldstein sembra rinnegare soltanto una settimana dopo, quando in un articolo massacra un collega (David Edelstein del New York Magazine), 'reo' di aver parlato male della pellicola. In effetti, Edelstein non ci va leggero, con estratti come questo relativi ai critici entusiasti:
Ovviamente, non avendo ancora visto il film non so se condividerò queste parole o meno. Certo, non essendo stato mai deluso da Nolan (come scritto in tempi non sospetti qui) non credo inizieremo ora, se non forse per l'incredibile attesa che ha circondato questo film (e che è ovviamente difficilissima da sostenere). Di sicuro, odio questo atteggiamento di non voler ammettere opinioni in contrasto con una maggioranza netta ed entusiasta. Perché Edelstein non può esprimere tranquillamente il suo parere? E come mai un giornalista che ironizza su un eccesso di fanatismo verso una pellicola dopo una settimana si rivela essere un fanatico ancora peggiore? Ovvio poi che David Poland ha gioco facile nel notare queste incongruenze e nel metterle al muro.E' come se qualcuno fosse entrato nelle loro teste mentre dormivano e avesse inserito l'idea che Inception sia un capolavoro visionario e... un attimo, wow! Penso di aver capito. La pellicola è una metafora sul potere dell'entusiasmo illusorio, una metafora di se stesso".
L'unica cosa che posso dire al momento è quanto Christopher Nolan si ritrovi in una posizione scomoda. Da una parte, si può tranquillamente dire che si tratta del regista più interessante e ambizioso attualmente in circolazione, in grado di far spendere 170 milioni di dollari a una major per un film ermetico (e d'accordo che tanto, comunque vada, la Warner li recupererà tranquillamente con il terzo Batman, ma comunque...). Insomma, quello che faceva Kubrick a suo tempo. Ecco, forse è qui il problema, nelle attese messianiche verso Nolan e nel fatto che ormai DEVE essere un misto tra Stanley Kubrick e Alfred Hitchcock (praticamente il succo del megaservizio su Empire di due mesi fa). Ovvio che, di fronte a una pretesa del genere, è difficile rivelarsi all'altezza (semmai qualcuno fosse in grado di riuscirci, cosa di cui dubito). Ma, più che un problema di Nolan, forse vanno rimesse in discussione le nostre pretese...
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