Come sono andati i problemi e i punti di forza degli incassi del cinema italiano nel 2022

La stagionalità, la ristrutturazione delle sale, il ritorno di tutte le fasce di pubblico e gli incassi del cinema italiano nel 2022

Critico e giornalista cinematografico


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I distributori hanno una grande sfida e una grande responsabilità, i dati del 2022 sono dati inaccettabili per la nostra industria”: così Massimo Proietti, Deputy Manager Director di Universal, ha commentato gli incassi italiani della passata annata, in crescita sul 2021 ma ancora lontani dagli standard pre pandemici. E subito dopo assieme a Davide Novelli, Distribution Director, di Vision e a Simone Gialdini di Cinetel, ha rilanciato una serie di iniziative, di sforzi, di idee e proprio di strumenti messi a punto per risalire la china lungo il 2023 e gli anni successivi. 

È successo all’interno della presentazione dei dati del mercato cinematografico del 2022 divulgati dall’Anica e raccolti ed elaborati da Cinetel, che è stata anche l’occasione per fare il punto non solo sugli incassi del 2022 ma pure sull’andamento degli problemi e dei punti di forza della distribuzione in sala italiana sia storici che più recenti, cioè nati a seguito della pandemia.

I dati del 2022

I dati del 2022 sono quelli di 498 film distribuiti (251 produzioni o co-produzioni italiane) che hanno incassato 306,6 milioni di euro (+81% rispetto al 2021), cioè 44,5 milioni di presenze in sala (+79,6%). Sono dati inferiori a quelli che altri paesi hanno mostrato rispetto al loro stesso dato pre-pandemico. In buona sostanza la nostra ripresa è inferiore a tutti gli altri.  Rispetto alla media del triennio 2017-2019 è -48,2% di incassi e -51,6% di presenze. Solo nel periodo festivo, tra il 15 dicembre e il 6 gennaio, il box office è stato del 30% inferiore alla media 2017-2019, in linea con quanto accade negli altri paesi europei. “Molti esercenti ci hanno riportato di aver rivisto spettatori che non vedevano da un paio d’anni” è stato detto.

Nel 2021 i cinema avevano riaperto ad aprile, nel 2022 l’obbligo di mascherine in sala è stato in vigore fino a giugno.

Invariata la quota del cinema italiano, il 19,7% degli incassi totali (nel triennio 2017-2019 era del 20,6%). Nel 2022 inoltre la quota del cinema americano ha pesato per il 58,5%, seguono il cinema britannico con l’11,1% e quello francese con il 3,3%.

I maggiori incassi sono stati Avatar - La via dell’acqua (27,5 mln), seguito da Minions 2 (14,7 mln), Doctor Strange nel multiverso della follia (13,6 mln) e Top Gun; Maverick (1,1 mln). I maggiori incassi italiani sono stati La stranezza (5,4 mln), Il grande giorno (4,3 mln), Me contro Te il film - Persi nel tempo (3,5 mln), Belli ciao (3 mln) e Il colibrì (2,9 mln).

L’estate

Il più annoso, dibattuto, combattuto e inscalfibile dei problemi della distribuzione italiana, l’inconsistenza dell’estate come periodo di distribuzione dei film in sala che a sua volta porta ad un sovraffollamento di film nel resto dell’anno che poi si cannibalizzano a vicenda è tornato prepotente. Massimo Proietti, parte del board di Cinetel, ha ricordato come nel 2019 ci fosse stata un’unione forte delle diverse parti della catene dell’industria del cinema intorno a Moviement, insieme di iniziative nate per rinforzare la stagione estiva. I risultati si erano visti e avevano contribuito ad alzare gli incassi dell’annata. Moviement era un progetto triennale poi interrotto dalla pandemia. Per il 2023 c’è il progetto di rilanciare di nuovo l’estate, ci saranno iniziative (di sicuro un’edizione estiva di Cinema in festa, cioè una settimana a prezzo ridotto), ci sono già dei blockbuster piazzati d’estate per via dell’uscita day and date e si attendono i film italiani, molti verranno da Cannes che, a detta di tutti i presenti, “sarà ricca” e bisogna vedere se si posizioneranno d’estate.

Simone Gialdini, presidente Cinetel e direttore generale ANEC, ha mostrato il grafico che illustra la differenza tra il 2022 e il triennio 2017-2019, nel quale le parti che sono più vicine, cioè i dati più simili, sono proprio quelli dei mesi estivi. Inoltre ha ricordato che il 2023 sarà un anno dispari senza Mondiali, Europei o Olimpiadi. 

Chiusure e riaperture

La pandemia ha portato alla chiusura di diversi schermi che poi, con calma e nel tempo, sono riusciti a riaprire. Il 2022 ha visto 1.121 cinema aperti per un totale di 3.412 schermi. Si tratta di 35 sale cinematografiche aperte in più rispetto al 2021 (e 65 schermi attivi in più), ma ancora -65 sale (e -94 schermi) rispetto al 2017-2019.

Quale pubblico è tornato e quale pubblico non è tornato in sala

Da uno studio presentato è emerso come se si dividono gli spettatori in quattro categorie (uomini adulti, donne adulte, uomini giovani, donne giovani), è chiaro che i film portati in sala chiedano sempre al medesimo pubblico di tornare, che i giovani, cioè quelli sotto i 25 anni, frequentano molto le sale mentre gli over 50 sono quelli che non sono tornati in massa ed essendo proprio questi over 50 il pubblico d’elezione del cinema italiano, questo non riesce a funzionare. Un altro dato che è emerso infatti è come il cinema italiano non produca per un target giovane. È qualcosa che si dice da tempo e che in molti hanno già notato (basta guardare le uscite e intuirne il target) ma questa è la prima volta che dei numeri e delle indagini lo confermano. Infine emerge che i frequentatori assidui del cinema (chi va in sala circa una volta al mese) è stata il 19% del totale, i frequentatori meno assidui (chi ci va tra le 5 e le 10 volte l’anno) è stato il 45% del totale e i frequentati casual (meno di 5 volte l’anno) il 36%.

Nuovi strumenti

A margine di tutto sono stati presentati anche due nuovi strumenti informatici elaborati da Cinetel a partire dai primi lockdown e che tra un mese saranno a disposizione di distribuzioni ed esercenti. 

Cinetel Pro sarà uno strumento per distributori, ha spiegato Davide Novelli, che consentirà loro di interrogare il database di Cinetel e di fare analisi in maniere prima impossibili. Solo le distribuzioni più grandi avevano elaborato dei propri gestionali interni in grado di fare questo lavoro, ora Cinetel Pro consentirà anche alle distribuzioni minori di farlo. “I distributori accederanno ai dati in modi più veloci e più approfonditi per prendere meglio le decisioni” ha detto Novelli. Sarà in abbonamento ma con fasce di prezzo che andranno incontro anche alle realtà più piccole.

Cinexpert invece sarà uno strumento di analisi qualitativa e non quantitativa, cioè non i numeri ma il “Cosa”. È stato elaborato con Ego Research e Vertigo (gli stessi che l’hanno realizzato per l’industria francese con successo) e tramite indagini a campione ogni settimana interrogherà e ha già interrogato durante il 2022, gli spettatori delle sale per capire chi sono e chi va a vedere cosa. Queste novità costituiscono un costo come mai sostenuto prima da Cinetel e per il quale Anica, Anec e Cinecittà hanno contribuito. Inoltre Cinetel ha intenzione di aumentare le occasioni di veicolazione dei dati affiancando alla collaborazione in piedi con la testata Box Office anche una con Cinecittà News. 

Sostegni alle sale

Il tema dell’ammodernamento e della ristrutturazione delle sale come forma di sostegno all’esercizio è stato menzionato rapidamente da Mario Lorini, presidente ANEC che ha ricordato come “con il riconoscimento dei costi di funzionamento abbiamo avuto la prova che lo stato vuole investire nel settore dell’esercizio” e poi ha precisato che anche per le spese per l’ammodernamento delle strutture “basta condividere la distribuzione delle risorse per farle tornare belle”. In più ha ricordato anche come il tax credit per il lancio dei film che la distribuzione attende da tempo porterà grande giovamento.

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