In difesa della prima stagione di una serie TV
Buffy, Parks and Recreation, Breaking Bad: se la prima stagione di una serie TV è brutta o inferiore, si può saltare?
di Francesco
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Nel suo blog su Macleans, Jaime Weinman affronta una divertente questione con cui spesso si ha a che fare quando si consiglia una serie TV a qualcuno: il problema della prima stagione.
Quindi la questione si pone: se sappiamo che la prima stagione non è ottima, consigliamo a qualcuno di iniziare da quelle successive o no?
Iniziare una serie a metà, comunque, non è tragico (di solito): se non si tratta di un prodotto pesantemente seriale c'è la possibilità di coglierne subito il valore e poi tornare indietro e ripercorrere il percorso che ha portato a quella qualità, conoscendo però l'obiettivo (e guardando il tutto con un occhio più magnanimo).
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Spesso, infatti, la prima stagione di una serie è molto diversa da quello che viene dopo: può essere semplicemente pessima (è il caso di Parks and Recreation per esempio); oppure può essere di buona qualità, raccontando una storia che ha toni e caratteristiche che cambieranno non poco nelle stagioni successive (a Weinman viene in mente la prima stagione di Breaking Bad); o, infine, essere una versione acerba della serie (un esempio a caso? Buffy).
Weinman sostiene che la prima stagione in molti casi sia la base per godersi meglio quelle successive e che possa risultare interessante proprio per gli stessi motivi per cui non è al livello delle stagioni successive: maggiori rischi e più tentativi.
Fonte: Macleans