Il silenzio degli innocenti potrebbe essere transfobico? Alcuni elementi problematici della storia

A trent'anni dalla sua uscita si riapre il dibattito sulla presunta transfobia del film Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme

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Sin dall’uscita nel 1991 de Il silenzio degli innocenti, la comunità LGBT+ ha avuto un’opinione molto critica nei confronti del film di Jonathan Demme. All’epoca venne accusato genericamente di omofobia per via della rappresentazione di Buffalo Bill, il serial killer oggetto delle indagini di Clarice. A seguito delle polemiche ci furono anche numerose proteste in occasione degli Academy Award, dove il film vinse cinque statuette.

In occasione del trentesimo anniversario del film, si sono riaccese le discussioni su quello che ora viene identificato più puntualmente come un esempio di transfobia. Il silenzio degli innocenti viene chiamato in causa come un film che ha aiutato a cementificare antichi stereotipi e ad acuire dicerie, leggende e paure ben radicate nella società dell’epoca rispetto alle persone transessuali. Immagini dannose che, ancora oggi, faticano a scomparire.

Le accuse di transfobia a Il silenzio degli innocenti

Un articolo pubblicato recentemente su AvClub, Harmony Colangelo propone una lunga argomentazione sul perché la caccia del professor Lecter e di Clarice Starling all’assassino di donne abbia causato una ferita non ancora rimarginata.

Non si nega la qualità de Il silenzio degli innocenti, ma viene anch’essa posta sotto accusa. È proprio per via di una messa in scena eccellente e della recitazione convincente che il danno fatto alla comunità transgender è così rilevante. Quello di Demme non è certo il primo film ad essere transfobico, si dice nell’articolo, ma è sicuramente il più rilevante. 

Nemmeno Buffalo Bill è il primo esempio di trans exploitation al cinema. In numerose pellicole del passato, soprattutto appartenenti al genere horror, veniva spesso ritratta la persona transgender come un mostro che si ciba delle donne, ne assume con forza le loro sembianze. 

Il silenzio degli innocenti calca la mano su questo aspetto, fa leva sulle credenze del pubblico dell’epoca e le conferma. Il film viene accusato di essere transfobico, nonostante la presenza di un importante dialogo tra Lecter e Clarice, presente nel film proprio per negare la possibile correlazione tra la disforia di genere e la violenza “cannibale”.

Un dialogo controverso

A detta dell'autrice dell'articolo di AvClub, si tratta di un dialogo insincero che peggiora solo la situazione. Clarice incontra Hannibal Lecter per capire come fermare Jame Gumb (Buffalo Bill) dopo l’ennesimo rapimento. Lo psichiatra allude alla voglia di Bill di cambiare, di rinascere in un altro corpo. La sceneggiatura fa dire esplicitamente alla detective dell’FBI che “non c’è alcuna correlazione provata tra le persone transessuali e la violenza”. Hannibal Lecter risponde a questo punto affermando che “Bill non è una vera persona transessuale, ma è convinto di esserlo”. Questo desiderio di cambiare corpo, a detta del cannibale, deriva da anni di abusi subiti durante l’infanzia. Allontanandosi dalla sua identità maschile, dice lo psichiatra, Gumb\Bill crede di poter superare la violenza del passato.

Eppure, nonostante il film cerchi di negarlo, il dialogo rafforzerebbe la convinzione che una persona transessuale sia “creata” a posteriori da fattori esterni e che ci sia un legame diretto con la violenza.

Lecter cita poi l’ospedale Johns Hopkins come uno dei luoghi in cui trovare prove del passaggio di Bill. Hannibal ignora però che, proprio in quel luogo, nel 1979, un discusso studio del dottor John K. Meyers giungeva alle fallaci conclusioni che la disforia di genere dovesse essere trattata con terapia psicologica e non fisica. Lo studio venne contestato e dimostrato non valido, ma diede per anni al dottor Paul McHugh la facoltà di cessare i trattamenti per il cambio di sesso al Johns Hopkins. La motivazione addotta era il rischio di “favorire le malattie mentali”.

Michelle Pfeiffer silenzio degli innocenti

L’articolo continua spiegando che, se si osservano gli eventi del mondo reale a cui fa riferimento Lecter si può dedurre che Jame Gumb stava tentando la transizione da almeno un decennio prima di diventare Buffalo Bill. Siccome i candidati per la cura venivano accettati sulla base della discrezione dei medici basandosi sulla serenità mentale, la situazione economica e addirittura sull’attrattività fisica, probabilmente Jame sarebbe stato rifiutato a causa del trauma e delle difficoltà economiche. E non per il fatto di non essere una persona transessuale. 

Il problema è quindi complesso. Harmony Colangelo fa notare infatti che se Billy crede di essere una persona Transessuale allora lo è. La diagnosi di Hannibal è invece datata, figlia della politica reganiana di quel tempo in aperta ostilità verso la comunità LGBT+.

Il rischio è quello di portare lo spettatore a pensare di poter giudicare chi sia una vera persona transessuale e chi invece no. 

La risposta di Jonathan Demme

Il silenzio degli innocenti non vede Buffalo Bill come una persona, ma come un mostro che va abbattuto perché non è stato aiutato per tempo. È questo un elemento problematico che, secondo l’articolo, nemmeno le scuse di Jonathan Demme possono attenuare. 

Il regista, nel 2014, aveva affrontato la questione ammettendo come un fallimento il fatto di non avere trovato un modo per sottolineare come Gumb non fosse gay e nemmeno una persona transessuale. Era una persona terribilmente abusata durante l’infanzia che ha sviluppato un profondo odio verso di sé. La sua vita è diventata un continuo tentativo di fuga da sé. Probabilmente, dice il regista, ha sottolineato troppo l’immagine di morte e rinascita rappresentata dalla falena come il tentativo di Gumb di realizzare la metamorfosi rispetto alla sua pelle umana.

Una dichiarazione che non è stata in grado di allontanare le accuse, prima di omofobia, ora di transfobia.

Che cosa ne pensate di queste critiche a Il silenzio degli innocenti? Fatecelo sapere nei commenti

Nota: nell'articolo di AvClub ci si riferisce a Buffalo Bill con il pronome they, noi abbiamo scelto di utilizzare forme impersonali, e quando non è stato possibile abbiamo utilizzato pronomi maschili per via delle dichiarazioni di Demme. In caso di inesattezze, vi invitiamo a segnalarcele.

Fonte: AvClub

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