Il segreto di Tom Hardy: la star che si sente bene solo quando sta male
Tom Hardy ha sofferto per noi fin dagli esordi ed è stato subito un grande piacere. Ecco un ricordo dei primi dolori della star di Venom...
Quando era giovane somigliava incredibilmente a un primo Kevin Costner mentre ora che gli anni passano sta procedendo spedito verso un maturo Marlon Brando. Non escludiamo che da vecchio possa diventare grasso. In lui c'è qualcosa della naturalissima coolness di Steve McQueen. Ama contorcersi, nascondersi nel buio e soffrire davanti al nostro sguardo. Nella vita è stato tossicodipendente, amante, marito, divorziato, padre, traditore e tradito. Adora i cani (compaiono fin dai primi cortometraggi pazzerelli tipo Get A Grip) e ha dei denti piuttosto storti che vediamo spessissimo mentre gli occhioni blu, masochisticamente, tende a non concederceli spesso.
La voce arriva sempre prima del volto.
Ha studiato, non proprio da primo della classe, al Drama Centre London con un giovane compagno di corso al secolo Michael Fassbender. Per lui non vanno bene le definizioni di eroe, antieroe, protagonista, non protagonista o caratterista.
Tom Hardy è semplicemente Tom Hardy.
Ma come è cominciata, esattamente, questa benefica malattia?
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C'è tutta quella generazione di attori inglesi nati nei '70 in Band Of Brothers (2001): Simon Pegg, Fassbender, Stephen Graham, Jamie Bamber, Damian Lewis. A fare da chioccia il più anziano e mentore Dexter Fletcher. Hardy è il soldato semplice John Janovec ed è così ragazzino che l'elmetto sembra stargli gigantesco quasi peggio che a Rick Moranis in Balle Spaziali di Mel Brooks. È magrissimo e guascone come il Costner di Silverado (1985) di Kasdan quando interpreta l'adorabile soldato semplice Janovec, dai bollenti spiriti e dall'irresistibile, e dolcissima, ingenuità. Ovviamente finisce male anche qui.
Conclusioni
Se Hardy guida da solo nella notte verso l'amante occasionale cui comunque vuole fare compagnia durante il parto... ascolterà ovviamente la sua vita andare in frantumi in viva voce davanti ai nostri occhi (Locke, 2013). Se il buon Tom fa Mad Max al posto di Mel Gibson sarà così rincitrullito dal sole da lasciare il ruolo dell'action hero... a una collega di nome Charlize Theron (Mad Max: Fury Road, 2015). Se l'inglese fa il criminale sembra un guitto inoffensivo (Bronson, 2008) e se il nativo di Londra fa il villain dentro i Batman di Nolan... ovviamente è quello che sente più dolore di tutti e in un flashback sembra pure pacioccone come i suoi adorati amici quattrozampe.
Pilota un aereo durante la II Guerra Mondiale? L'altruismo lo farà cadere prigioniero dei nazisti (Dunkirk, 2017).
Per parafrasare al contrario L'Anno Scorso A Marienbad di Alain Resnais: "Può vincere ma perde sempre".
Tom Hardy è Tom Hardy.