Il regista perfetto?

Fin dalla nascita del cinema, è stato naturale dividere i film in prodotti commerciali e artistici. Ma c’è una persona che, da quasi dieci anni, dirige pellicole che mettono d’accordo critica e botteghino. E il suo nome è…

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Christopher Nolan. Cinque film fatti, cinque prodotti che non scendono mai sotto un livello artistico discreto e che hanno fatto guadagnare ai produttori belle cifre. Tutto questo, con una crescita graduale, un ottimo senso di adattamento a progetti (ed esigenze di studios) diversi e una quantità incredibilmente minima di fatti negativi (come spese di budget aumentate o contrasti con cast o produttori) che possono essergli imputati.
Insomma, siamo di fronte ad un fenomeno che andrebbe studiato in laboratorio, per poi magari essere clonato.

Christopher Nolan (a differenza di quanto credono in molti) non incomincia la sua carriera con Memento, ma nel 1998, con la pellicola in bianco e nero Following. Nonostante le evidenti limitazioni produttive (la pellicola è costata circa 12.000 dollari, praticamente la metà di Clerks) si tratta di un delizioso noir, con personaggi avvincenti e una storia che mette già ben in evidenza alcuni temi portanti di questo regista, come l’inganno e l’ossessione.

Ma è nel 2000 che arriva il grande successo, grazie al film Memento, sicuramente una delle pellicole più influenti degli ultimi dieci anni. Con un budget da perfetto film indipendente (5 milioni di dollari), la pellicola diventa un fenomeno di culto, guadagnando non solo 40 milioni di dollari nel mondo in sala, ma trasformandosi in un enorme successo in home video. Soprattutto, impone all’attenzione di critica e pubblico un regista/sceneggiatore di enormi potenzialità. E se il procedimento a ritroso che ha reso celebre la pellicola non è affatto nuovo (anche se probabilmente non era mai stato usato così bene), basta guardare la sottotrama del personaggio che ha lo stesso handicap del protagonista per capire che il film non è un banale gimmick intellettuale.

A mio avviso, è proprio dopo un successo del genere che si capisce se un regista è in grado di gestire il suo talento o se invece non vede l’ora di dilapidarlo. Insomnia è la prova che Christopher Nolan non è un bluff. Di fronte a responsabilità produttive (46 milioni di budget) e artistiche (provateci voi a gestire star come Al Pacino, Robin Williams e la vincitrice dell’Oscar Hilary Swank) decisamente superiori, il regista non si scompone minimamente, trasponendo la storia originale nel giusto panorama (l’Alaska) e tirando fuori da Robin Williams una performance notevolissima (ben superiore a quella, più esplicita, mostrata in One Hour Photo). I 113 milioni di dollari di incassi nel mondo sono la logica conseguenza.

Arrivati a questo punto, si sarebbe potuto pensare che Nolan fosse un regista di pellicole raffinate e incentrate totalmente sui personaggi, ma che avrebbe difficoltà a gestire dei blockbuster esplosivi. Ed ecco i 150 milioni di Batman Begins. Il personaggio era morto, dopo la cura Joel Schumacher? E Nolan lo fa rinascere. Diversi registi (tra cui Darren Aronofsky) avevano cercato di portare in scena senza successo l’aspetto più oscuro del pipistrello, quello di Batman: Year One? Ed ecco le origini di Bruce Wayne, così come quelle del commissario Gordon. E vogliamo parlare del cast? Praticamente perfetto. Bale è la scelta ideale per rappresentare la follia del personaggio, Michael Caine, Morgan Freeman, Gary Oldman e Liam Neeson sono dei compagni d’avventura senza pecche e anche Katie Holmes non fa danni.
Più che i 370 milioni di dollari conquistati (risultato buono, ma non sconvolgente), sono i consensi unanimi riscossi che fanno capire che il franchise è rinato e che il prossimo episodio sarà baciato da un successo anche maggiore (d’altronde, non è che la Warner ha deciso di fare un sequel per compassione).

Ma prima, ecco uscire The Prestige. Che se, per alcuni aspetti (una sceneggiatura un po’ prevedibile e un eccesso di – presunte - sorprese), è il film meno convincente di Nolan, per altri (ancora uno straordinario e il ritratto di un’ossessione feroce) conferma il talento di questo autore. Comunque, non essendo uno sprovveduto, Nolan limita il budget per questo progetto a 40 milioni, che lo pongono al riparo da qualsiasi rischio (visto l’esordio statunitense, almeno 100 milioni nel mondo sono garantiti)

Insomma, quando sentirete il solito critico/appassionato di cinema/nichilista dire che gli artisti non riescono più a fare film o che le pellicole di successo sono tutte stupide, rispondetegli con due semplici parole: Christopher Nolan

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