Il regista di maggiore successo?
Tra i tanti realizzatori di successo, ce n'è uno che non ha praticamente mai fallito al botteghino e ha incassato anche con titoli improbabili. Eppure, il suo nome è poco conosciuto. Si tratta di...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
...Jon Turteltaub. Qualche mese fa, nel pressbook de Il mistero delle pagine perdute, si vantava proprio il fatto che questo regista nella sua carriera non abbia fatto altro che collezionare successi. All'inizio, ho pensato alle solite esagerazioni promozionali, d'altronde in questo tipo di materiali si spacciano spesso anche dei risultati mediocri come dei trionfi al botteghino. Eppure, per una volta il pressbook non mente, a parte la (non casuale) omissione dei dati di Instinct - Istinto primordiale, che senza essere un floppone, non ha certo recuperato il suo budget (di almeno 55 milioni di dollari).
Per il resto, una lunga serie di grandi successi, anche assolutamente improbabili, iniziata con il suo terzo film 3 Piccole pesti in vacanza, che nel 1992 ottiene ben 29 milioni di dollari nei soli Stati Uniti a fronte di un budget risibile. Ma è l'anno successivo, grazie a Cool runnings - Quattro sottozero, che il gioco si fa interessante. In questo caso, con soli 14 milioni di dollari spesi per la produzione, ne sono arrivati ben 154 milioni in tutto il mondo, senza contare la vagonata di soldi dall'home video e dalle televisioni, per cui è un titolo gettonatissimo.
E a proposito di fenomeni va e vieni, Turteltaub incrocia l'anno dopo la strada del signor John Travolta, resuscitato da Pulp Fiction e Phenomenon è un altro fuoricampo. Qui il budget è più alto (32 milioni, di cui una fetta consistente per 'Tony Manero'), tuttavia i 150 milioni planetari vengono superati anche in questa occasione.
Dopo il risultato non brillante di Instinct già citato (e senza dimenticare che nel 1998 era stato responsabile di una fortunatissima miniserie in televisione, From the Earth to the Moon), Turteltaub per Faccia a faccia riesce a reggere un budget anche più impegnativo (65 milioni di dollari), derivante da una star (Bruce Willis) in quel momento al top (veniva da Il sesto senso). Gli incassi non sono straordinari (110 milioni di dollari), ma comunque sufficienti per un prodotto del genere.
A questo punto, a Turteltaub mancava solo una cosa per entrare nell'olimpo dei registi più commerciali e redditizi di Hollywood: un franchise. Che, puntualmente, arriva nel 2004, grazie al grande successo a sorpresa Il mistero dei templari. Certo, il budget era impegnativo (100 milioni di dollari), ma la star della pellicola (Nicolas Cage) veniva da una brutta serie di flop. Eppure, nonostante una storia molto americana, gli incassi mondiali hanno sfiorato i 350 milioni, perfettamente ripartiti tra Stati Uniti e resto del mondo. Il sequel uscito l'anno scorso, Il mistero delle pagine perdute, nonostante un budget più alto (ma comunque sui 120-130 milioni, che di questi tempi sono quasi una somma morigerata) e francamente un livello qualitativo molto meno interessante, è arrivato addirittura a superare i 450 milioni di dollari nel mondo.
Insomma, è veramente difficile trovare registi con questa costanza di risultati. In effetti, realizzatori come George Lucas, Peter Jackson o Sam Raimi sono legati a trilogie di enorme successo, ma per il resto non vantano grandi trionfi. Anche un regista come Gore Verbinski (la trilogia di Pirati dei Caraibi, Un topolino sotto sfratto, The Ring), presenta dei film che non hanno ottenuto quanto sperato come The Weather Man e The Mexican. Insomma, che sia Jon Turteltaub la vera gallina dalle uova d'oro di Hollywood?