Il produttore di Brightburn, Kenneth Huang, è scomparso. Deve milioni di dollari a molte persone

Finanzia i film e poi scappa... la storia di Kenneth Huang, facoltoso investitore cinese amato da Hollywood ma sparito nel nulla

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Si può scomparire nel nulla anche quando si è un potente investitore cinese che ha costruito parte della sua fortuna grazie ai legami con persone ai vertici politici seducendo così Hollywood? Sì, se a inseguirti sono diverse cause legali e numerosi debiti. La storia di Kenneth Huang è una di quelle da film, ma anche una trama che l’industria del cinema americana non racconterà mai, perché si basa su una cosa troppo scomoda per essere data in pasto al pubblico: come si è fatta fregare

Fare film costa. Molto. Alle volte moltissimo. Quando bussa alle porte un ricco finanziere cinese, con l’intenzione di investire ingenti somme nei progetti tutti stanno automaticamente ad ascoltare. Se poi promette anche di usare le sue conoscenze come leva per portare i film prodotti sugli schermi cinesi, costui diventa automaticamente la persona più seducente nella stanza. È il caso di Kenneth Huang che tra jet privati, Lamborghini e una passione per il vino costoso non ha mai fatto mistero di avere tanti soldi. Così tanti da non sapere che farsene. O per lo meno così diceva.

Il primo tentativo è stato nel mondo dello sport. Dopo avere provato invano a prendere una quota di partecipazione nei Cleveland Cavaliers, nell’Inter e nel Milan, Huang ha tentato la scalata del Liverpool offrendo 325 milioni di sterline. Andò a vuoto, nel peggiore dei modi possibili. Nel 2010 vennero fuori alcune notizie secondo cui aveva mentito, sotto giuramento, sulla sua istruzione e i suoi interessi commerciali negli Stati Uniti. Il primo di una serie di bandiere rosse che alcuni dirigenti di Hollywood avrebbero fatto bene a notare quando, lasciato lo sport, la sua attenzione si diresse verso il cinema.

L’asia, il grande filone d’oro

Quando Kenneth Huang inizia a costruire la sua credibilità nell’industria del cinema americana è un periodo di grande fermento internazionale. Siamo intorno al 2010. La Cina ha aperto le sue porte a un numero limitato di film americani che spesso incassano moltissimo sui suoi schermi. Avere dalla propria parte un uomo come Kenneth Huang in grado di perorare la causa americana nelle maglie della censura può agevolare gli affari. Dallo sport al cinema il passaggio è avvenuto grazie a Sid Ganis, all’epoca presidente dell’Academy. I due si misero in società per costruire ponti tra la Cina e gli studio statunitensi facilitando accordi per portare prodotti Lionsgate, MGM e Paramount nel servizio di streaming governativo. Grazie a Huang Paramount riuscì a chiudere un accordo per filmare parte di Transformers - L’era dell’estinzione in Cina.

Molti furono catturati dal suo incantesimo. Amicizie ai piani alti, molti soldi (di cui nessuno sa l’origine) e un notevole spirito imprenditoriale gli aprirono molte porte. Anche quelle delle promesse non mantenute. Senza preavviso annunciò durante una conferenza stampa un adattamento di Il viaggio in Occidente e mostrò addirittura il poster! Promise che l’avrebbe prodotto Paramount in 3D. Solo che il film non aveva sceneggiatura, scrittori e nemmeno una bozza di progetto. Paramount nel frattempo si trovò pure in causa con il milionario Guo Wengui per non avere onorato un accordo di product placement per il Pangu Plaza hotel. Probabilmente per via di promesse eccessive e senza fondamento fatte in fase di contrattazione da Huang. 

Kenneth Huang a Hollywood: l’inizio della caduta

Nel 2017 Huang si trasferisce in California e inizia a fare sul serio. Sia negli investimenti che nelle bugie. Fonda la società The H Collective (THC) insieme a un gruppo di dirigenti di alto profilo dell’industria. Il primo progetto fu quello di riportare in vita xXx, il franchise con Vin Diesel di cui Huang era amico. Convinse la società di investimenti giapponese Weying Galaxy a investire 6 milioni di dollari. Aveva bisogno di 8 milioni per mettere in sicurezza l’accordo per il quarto xXx. Coinvolse anche Rakuten assicurandoli di detenere tutti i diritti sul franchise. Non era così, dato che per metà erano da spartire con Vin Diesel. Questo Kenneth Huang non l'aveva detto a nessuno.

Nel frattempo THC finanziò Un'improbabile amicizia, con Aaron Paul, dove tutto filò liscio sotto il profilo dei pagamenti. Mentre però gli americani dentro THC erano esclusi da ogni discussione su xXx, Huang divenne “amico” di James Gunn per produrre insieme Brightburn, film scritto da suo fratello Brian Gunn e dal cugino Mark Gunn.

Il film fu un flop, causa anche le polemiche che investirono Gunn con il conseguente licenziamento (provvisorio) dalla Disney. Nello stesso anno, il 2018, Weying Galaxy scoprì che THC non aveva il 100% dei diritti su xXx e fece causa insieme a Rakuten. 

Il terzo film che avevano intenzione di produrre era The Beast di Aaron W. Sala. I soldi per la pre produzione venivano sempre da Rakuten. Arrivò però il Covid e Huang staccò la spina al progetto… scomparendo nel nulla. Servì qualche giorno al suo staff americano, incredulo, per capire di essere stato completamente abbandonato tra cause, condanne, stipendi e affitti da pagare, e soldi dei finanziatori in sospeso. Secondo i rappresentanti di Rakuten le finanze venivano incanalate attraverso entità nelle Isole Cayman o dirottate verso l’Asia. Il fratello di Kenneth, Kent Huang, è ora a capo di THC e sostiene di non sapere nulla degli accordi finanziari fatti dal precedente CEO di cui nessuno, nemmeno lui, ha più notizie.

Kent ha fondato un’altra società, H3 Entertainment, per produrre nuove sceneggiature, recuperare il progetto The Beast e mettere in cantiere un sequel di Brightburn. Fonti vicine a James Gunn hanno negato categoricamente che ci siano piani a riguardo. La scia di bugie potrebbe non essere ancora finita ed essere, anzi, di famiglia. 

Fonte: Deadline

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