Il peggio della settimana in tv: il Festival di Venezia diventa terreno di caccia per VIP

Non solo film al Festival di Venezia, nel peggio della settimana in tv

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Si è aperta a Venezia la 75esima Mostra del Cinema che coincide con la settimana d’oro di Pascal Vicedomini, produttore, ideatore di vari festival nonché giornalista televisivamente noto a noi appassionati del piccolo schermo per le gradite incursioni nei luoghi più esclusivi popolati da vip di ogni sorta. Ed infatti eccolo ora scorrazzare per la manifestazione cinematografica più antica del mondo di cui ci parla nel programma Hit the road man, da lui stesso creato e presentato come il “magazine più brillante dell’estate tv” che si conclude proprio con uno speciale sull’importante kermesse.

Pascal conosce tutti ed e amico di tutti, anche delle star più inarrivabili che lui riesce a riprendere anche con telecamera traballante e immagini sfocate che però dimostrano inequivocabilmente che lui c’era ed era lì con loro.

La settimana che si sta concludendo tra gli altri eventi ha annoverato anche il traguardo delle ottanta candeline spente da Maurizio Costanzo e quindi la puntata della trasmissione di Vicedomini si apre con gli auguri speciali di Vittorio Sgarbi, in ammollo in piscina versione sirenetto agée, che omaggia l’amico Maurizio e nel frattempo si autoelogia, lodandosi come sempre è sua abitudine fare.

Ma è Venezia il terreno di caccia di Pascal, ovviamente caccia di star e divi, e mentre scorrono le immagini di un recente concerto di Albano e Romina, senza alcun apparente nesso logico, vediamo un’intervista a Ornella Muti, che bacia e abbraccia l’amico e si prepara a rispondere alle sue impertinenti domande del tipo “Cosa vuol dire essere glamour? Qual è l’immagine della donna del futuro?”. E la risposta dell’attrice è ancora più inutile ed imbarazzante della domanda rivolta: “Ognuno di noi deve rimanere se stesso”. Perle di vera saggezza.

Si tocca poi la spinosa questiona delle donne italiane che in questi anni di crisi possono trovarsi in difficoltà e la bella Ornella osserva arguta “Ci dovrebbe essere equità, c’è gente sfortunata, però non è che chi ha più soldi sta meglio di chi non ne ha“ e quando Pascal le chiede “Cos’è per te la felicità?” finalmente ci illuminiamo e ci appare tutto più chiaro quando arriva la lapidaria risposta “Chiedilo ad Albano". Ora che abbiamo capito il motivo delle immagini di prima, arrivano anche gli auguri del cantante di Cellino San Marco a Costanzo, definito dall’artista pugliese un “vero e proprio faro per tutti”.

Si vola alto poi col premio Oscar Christoph Waltz, qui in veste di giurato della rassegna cinematografica e Vicedomini bacia e abbraccia pure lui e poi si intrattiene con Naomi Watts dalla cui viva voce udiamo che dice che “la cosa più importante del mondo è la famiglia”.

La telecamera malferma riprende poi il presidente di giuria, Guillermo Del Toro mentre il nostro giornalista d’assalto lo invita a dire qualcosa agli italiani, e mentre una voce urla “tequila”, il simpatico regista messicano, per rimanere in tema risponde “Amaretto!” e aggiunge “Io molto felice”. Più felice di lui è sicuramente Vicedomini che ha raccolto questa rivelazione esclusiva!

Zompettando tra un attore nostrano e l’altro, si trova il tempo anche per un’incomprensibile marchettona galattica ad Alessandra Amoroso che, narra la voce di Pascal, dopo la perdita di due grandi amori della sua vita, la nonna e il cane, è tornata più grintosa che mai. E vai col primo video, girato a Murano, tanto per trovare un’attinenza, e poi mentre l’amico delle celebrità intervista Stefano Accorsi, ”uno degli attori più eclettici del cinema italiano” che con occhiali da intellettuale ci illustra gli odierni ammortizzatori sociali, passa per intero un altro video dell’Amoroso, proprio mentre l’attore sta parlando e di cui quindi sentiamo solo la voce. È chiaro che tra i due la cantante ha la priorità.

E come a lei, non si nega un bello spottone neppure ad una nuova piattaforma di intrattenimento globale qui presentata dal suo ideatore e neppure si può non dare spazio all’Università telematica che costa 3000 euro, nonostante lo zelante presidente sostenga che l’istruzione non debba essere un privilegio elitario per pochi, ma che la scuola, anzi, debba essere inclusiva. E dopo avere assistito a questo piccolo spazio pubblicità ai due imprenditori omonimi, dal red carpet lagunare, su cui, in splendida forma, è apparsa in quanto editrice del mensile Ciak, spostandoci in un'altra zona deluxe come la Versilia, ritroviamo Daniela Santanchè, stavolta collegata in diretta con il talk show di informazione L’aria che tira estate.

Nella puntata andata in onda venerdì si parla di mancanza di lavoro e incremento della povertà nel nostro paese, e l’esuberante parlamentare dialoga con gli ospiti in studio accomodata su di un divano a stampa giraffa direttamente dalla spiaggia del Twiga, lo stabilimento balneare con annesso locale notturno di sua proprietà, amorevolmente circondata dai suo dipendenti. La Santanchè, oltre ad essere una parlamentare, è anche un’imprenditrice e dopo avere rimarcato il fatto di dare lavoro a parecchie persone, sostiene ad alta voce e con foga che sarebbe opportuno devolvere i soldi destinati agli immigrati ai poveri nazionali e parte poi subito per la tangente accalorandosi sulle questioni clandestinità e criminalità.

Un attimo dopo, deviando dal contesto, racconta che la pagoda sulla spiaggia che stiamo vedendo alle sue spalle è stata messa sotto sequestro, a suo parere, per un’ingiustizia nei suoi confronti ed inizia ad inveire contro quegli invidiosi che le avrebbero fatto questo torto. Dallo studio il collega politico ed esponente dei Verdi Bonelli, dopo avere premesso di essere in fase zen e averle fatto notare che non può saltare dal discorso sul lavoro, agli immigrati e poi a questioni personali, perde le staffe.

La Santanchè sbraita di non avere le mani sporche di sangue, l’altro la invita a “Stare serena”, lei risponde “Stai serena lo dici a Letta”, tenta di sopraffarlo e allora lui sbotta ”Ma tu vieni a parlare di diseguaglianze quando stai in un posto dove la gente paga 1.300 euro al giorno per stare in quella pagoda?” . Lei ribatte che solo i cretini criminalizzano la ricchezza e lei non vuole confrontarsi con gente così e poi rincara la dose “Cretino e comunista”. Bonelli risponde “Cretina sei te e lo vai a dire a te stessa, perché io poi non sono nemmeno comunista, ma semmai ecologista”. A quel punto il conduttore del programma chiede di portare un bicchiere d’acqua al politico in studio e che qualcuno lo porti anche alla sua agitatissima ospite in spiaggia. E nel tentativo di sedare questa pietosissima lite passa la parola velocemente ad un’altra collega.

Clima molto più disteso invece per la sezione repliche estive, tra le quali questa settimana vi proponiamo Indietro tutta!30 e l’ode, programma in due puntate (noi ne abbiamo vista solo una e siamo a posto così) che ripropone i fasti di una delle trasmissioni cult per eccellenza della fine degli anni ‘80. La celebrazione dei trenta anni dalla messa in onda dell’indimenticato show viene affidata alla conduzione di Andrea Delogu con la partecipazione dei due pilastri del leggendario programma, Renzo Arbore, anche creatore dello stesso e Nino Frassica. I tre sono in uno studio trasformato in aula universitaria in compagnia di finti studenti, tenuti a bada dalla “professoressa” Delogu, insieme ai quali ripercorreranno tutti i momenti salienti di Indietro tutta.

I ragazzi, che negli anni ’80 non erano neppure nati, si sbellicano ad ogni battuta, riuscita o meno, dall’inizio alla fine della puntata, come facevano i loro omologhi di Drive In. Ma la risata forzata adesso risulta anacronistica e tremendamente fastidiosa e questa Indietro tutta! 30 e l’ode, con il gioco di parole dell’apostrofo in lode che diventa l’ode, è una rievocazione che fa acqua da tutte le parti. Intanto la puntata è tremendamente lunga, l’ode del bravo Frassica, un collage di battute vecchie trite e ritrite (Carducci che diventa Carlucci come Milly e Gabriella) mette malinconia, e i lunghissimi spezzoni riproposti del vecchio programma non riescono a trasmettere neppure un decimo dello spirito del tempo.

Arbore come sempre, gongola e si compiace ancora della sua fortunata creatura, si diverte con Frassica come ai tempi, e, non avendo copione come allora, ma andando a braccio, come si dice in gergo, uno dice all’altro “Mi vedono ballare e quindi mi chiamano a Ballarò”. I due raccontano poi di come, non volendo accettare gli sponsor che si erano proposti, fosse nata l’idea del Cacao Meravigliao, uno sponsor fasullo che però il pubblico credeva fosse vero (diventando così probabilmente la prima fake news) e con i soliti scambi di fraintendimenti, Frassica dice “Sponsor? Come i promessi sponsor?” e Arbore “No, così lei esce dal seminato” e l’altro “Ah, chi esce dal seminato non può più fare il prete”. E ridono, ma noi no.

Proprio come una volta, ripropongono finti dialoghi con politici, tra cui Mattarella, Prodi, De Mita e Craxi, ma per offrire qualcosa più al passo con i tempi, introducono anche un singolare Donald Trump, doppiato con spiccato accento pugliese, che osserva che le ballerine del Cacao Meravigliao sono troppo nere, e quindi lui preferisce le ragazze coccodè.

Le ragazze coccodè erano un’ironica rappresentazione del genere femminile visto nei panni di saltellanti e sensuali galline e allora uno dei ragazzi del pubblico chiede in modo serio “A distanza di trent’ anni è cambiato qualcosa nei confronti delle donne? “. La risposta volgare e non sense la fanno dare al Trump del Tavoliere “A 30 anni io preferivo il didietro”, e dopo questo slancio di classe anche Arbore non perde l’occasione di un grezzo scivolone facendo notare che tra le coccodè era stato inserito anche un ragazzo vestito da donna “per rappresentare anche quella categoria lì”. Che osservazione infelicissima. Ad un certo punto, in questa finta aula magna, fa la sua comparsa anche Paolo Guzzanti, vestito da magnifico rettore di ateneo e il suo intervento è borioso e noioso fino allo sfinimento. Frassica chiede “Magnifico, la posso chiamare meraviglioso?”. E la platea giù a ridere.

Uno dei ragazzi, evidentemente sbagliando domanda, chiede come mai non invitassero mai ospiti in trasmissione e nel frattempo, per rendere la domanda ancora più insensata, parte proprio uno spezzone che vede la partecipazione al programma del compianto Massimo Troisi. Arbore, già che c’è, approfitta per mandare un saluto alla sorella dell’attore scomparso.

La Delogu, comprimaria dall’inutile presenza, ride tutto il tempo talvolta fino a contorcersi ed accucciarsi e canticchia pezzi diventati iconici come Sì, la vita è tutto quiz, Canzone esagerata (nota come C’è chi c’ha) o la strafamosa Cacao Meravigliao, senza sapere una parola.

Da rievocazione a commemorazione il passo è stato davvero breve, se solo avessero rimandato in onda, in occasione di questo importante anniversario, una puntata qualsiasi dello show, ci avrebbero evitato un’ ineluttabile morte dei sensi, ma, lettori avvisati, se volete, la seconda parte di Indietro tutta! 30 e l’ode, vi attende baldanzosa il prossimo martedì. Solo per masochisti.

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