Il Padrino Coda: Coppola racconta i cambiamenti, le critiche alla figlia ed esclude un seguito

Il Padrino Coda dà una nuova versione dell'epica conclusione del film di Coppola. Ecco cosa cambia e perchè è stato necessario rimontarlo

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La saga de Il Padrino rappresenta una delle trilogie cinematografiche più amate e influenti di sempre. Il primi due capitoli sono entrati a forza nella storia del cinema guadagnando l’unanime status di capolavoro da parte di pubblico e critica. Una saga leggendaria, azzoppata però da un terzo film non all’altezza delle aspettative.

L’approccio di Francis Ford Coppola rispetto alla sua creatura è da sempre plastico. Nonostante infatti la storia dei Corleone sia un affresco epico perfettamente chiuso e completo, il regista la tratta da tempo come un processo in divenire e mai veramente concluso. Ne è un chiaro esempio il progetto di restauro e di rimontaggio de Il Padrino - Parte III, già disponibile in formato home video. Coppola ha apportato dei cambiamenti radicali alla storia, ha alleggerito alcuni passaggi di trama per realizzare un prodotto che fosse il più vicino possibile alle intenzioni iniziali, sue e dello sceneggiatore Mario Puzo.

Praticamente l’intera struttura portante è stata riscritta, dando nuova linfa vitale alla pellicola.

In occasione della promozione di questa nuova versione il regista e il cast hanno raccontato alla stampa americana alcuni interessanti retroscena che hanno accompagnato la decisione del nuovo cut. Vediamo insieme i più significativi.

Il cambio nel titolo

Il Padrino perde la “Parte III" e guadagna il nome del suo creatore. In Italia il film viene distribuito con il titolo Il Padrino Coda: La morte di Michael Corleone. La versione statunitense recita invece: Mario Puzo’s The Godfather: Coda: The Death of Michael Corleone.

Coppola ha infatti deciso di inserire il nome dello sceneggiatore come segno di rispetto per il lavoro fatto nella creazione di questo mondo narrativo, prima letterario e poi cinematografico. Non è la prima volta che il regista omaggia gli scrittori nel titolo (come con il Dracula di Bram Stoker) perché ritiene che gran parte della fatica nel creare una storia sia sostenuta da chi la scrive. E tra Il Padrino e Puzo la simbiosi è inestricabile.

Il termine Coda invece, secondo Coppola, racconta meglio le intenzioni con cui è stato prodotto il film. Il Padrino Coda è nato con l’obiettivo di tirare le somme dei primi due film. Per creare un epilogo tematico che lo rendesse più simile una chiusura dei primi due, che un terzo capitolo a sé stante.

Ma cosa era andato storto con Il Padrino - Parte III?

Dopo il successo dei film del 1972 e del 1974 Francis Ford Coppola era pronto ad andare oltre. Desiderava sperimentare altri generi e si opponeva alla volontà della produzione di rendere la storia dei Corleone un franchise con le potenzialità di infiniti capitoli.

Venne accontentato. Si dedicò a progetti come Apocalypse Now, Un sogno lungo un giorno e Cotton Club. La produzione travagliata del primo, e i flop al botteghino degli altri due film, fecero perdere in pochi anni parte del potere contrattuale di Coppola verso gli studios. Il regista aveva bisogno di un successo sicuro, di fare soldi e riguadagnare il favore di Hollywood. La Paramount gli propose quindi di dirigere un nuovo film de Il Padrino. Accettò, ma la deadline era inderogabile: il film doveva uscire in tempo per il Natale del 1990. Un'utopia, data l'ingente quantità di giorni di pre produzione e riprese, oltre che di risorse, che richiedeva un film del genere. Rispettò la data di uscita, ma fu una corsa contro il tempo.

Le operazioni di casting erano infatti ancora in alto mare nonostante avessero già iniziato a girare. La tensione sul set era palpabile. Il malumore diffuso. Persino Al Pacino organizzò invano alcune cene pur di convincere la produzione a rimandare l’uscita del film.
Per il personaggio di Mary Corleone, Coppola aveva vagliato tante attrici (tra cui Madonna e Julia Roberts). Aveva testato diverse variazioni di sceneggiatura con il personaggio più giovane o più vecchio. Aveva faticato a trovare la quadra per un tassello così. Importante nell’equilibrio della trama. La difficile ricerca finì quando venne scritturata Winona Ryder.

Arrivarono sul set italiano. Tutto era pronto, la macchina già avviata quando Ryder si ritirò all’improvviso. L’attrice era reduce da un periodo fitto di impegni e non era in condizione di sopportare un progetto così delicato. Girò poche inquadrature e, dopo un paio di giorni di riprese, l’allora fidanzato della Ryder, Johnny Depp, comunicò alla produzione che l’attrice non avrebbe potuto continuare a causa di impedimenti fisici. È probabile infatti che abbia subito un esaurimento nervoso a causa dello stress dei giorni precedenti che l’aveva privata di ogni energia. Coppola dovette cercare di corsa una sostituta e la trovò nella figlia, Sofia. Ma, come vedremo a breve, le cose non andarono secondo i piani. 

Il Padrino Coda- La morte di Michael Corleone

I cambiamenti di Coda rispetto a Il Padrino - Parte III

Da questo momento in poi l’articolo entra nel dettaglio della trama, vecchia e nuova, attenzione quindi agli spoiler. 

Il Padrino Coda: La morte di Michael Corleone è più corto di 12 minuti rispetto al montaggio cinematografico. Coppola ha cambiato 363 inquadrature per sveltire il racconto e renderlo più chiaro. Una delle principali debolezze del film era infatti una trama eccessivamente complessa e poco dinamica, che affaticava il pubblico con un inizio riflessivo, ma poco appassionante e un po’involuto. 

Per questo motivo i più grandi cambiamenti de Il Padrino Coda sono proprio l’inizio e la fine. L’apertura originale mischiava immagini dalla casa sul lago di Corleone, poco dopo il delitto de Il Padrino: Parte II, con il voice over di Michael (potete vederla qui).
Coppola si è espresso così su quell’inizio:

Ha reso difficile capire di cosa parlasse la storia. Il pubblico si approccia al film con una certa quantità di risorse. È disposto a seguirti nel viaggio, ma c’è un limite a quello che si può chiedere. 

Per questo motivo Il Padrino Coda inizia con una scena che, nella versione originale, si trova nel bel mezzo del film.

L’apertura è con Michael che sta negoziando un ricco accordo con l’Arcivescovo Gilday. Seicento milioni di dollari investiti nella Banca Vaticana per avere il controllo della Internazionale Immobiliare, società di proprietà dalla Chiesa. Questo nuovo inizio permette al film di stabilire sin da subito i temi della Coda (che, lo ricordiamo, è da intendersi - secondo la volontà del regista - come epilogo e non come terzo capitolo). Il Michael di Coppola e Puzo è ancora un malavitoso riluttante. Da anziano sta cercando di espiare i propri peccati, di uscire dal circolo criminale e riabilitare il nome della famiglia. Ed è esplicito sin dai primi minuti.

Il nuovo inizio richiama più direttamente quello de Il Padrino dove Vito Corleone che riceve ospiti nel suo ufficio e conclude affari. Non c’è nessuno che è immune: dai più umili lavoratori alle alte sfere come politici e religiosi, tutti sono coinvolti nel giro di corruzione e illegalità. E questa volta tocca al Vaticano, sin dai primi minuti.

Il nuovo finale sospeso

Tra gli altri ritocchi del film vi sono alcuni tagli minori alla parte di Don Altobello (Eli Wallach) ma, il cambiamento più clamoroso, è il nuovo finale.
La storia di Michael Corleone si conclude con la morte in solitudine dell’uomo. Una fine amara, vicina a quella di suo padre Vito, caduto in una normale giornata mentre giocava con il nipote. 

Il Padrino Coda, oltre ad enunciare La morte di Michael Corleone sin dal titolo, crea un significato metaforico più profondo. Il nuovo montaggio si chiude con il personaggio vivo. La dissolvenza in nero conduce a un cartello che recita “Quando i siciliani ti augurano “cent’anni” è un augurio per una lunga vita.. e i siciliani non dimenticano”.

In Coda Michael non muore fisicamente, ma resta sull’inferno in terra che si è creato da solo, a scontare la sua pena.

Secondo il regista, intervistato da Deadline, Michael:

Ha, per i suoi peccati, una morte peggiore della morte stessa. Può avere vissuto molti, molti anni, dopo questa dolorosa conclusione. Ma non ha mai dimenticato il prezzo che ha pagato per quella vita.

Un finale che ha soddisfatto anche l’attore Al Pacino il quale considera la vera tragedia del film proprio questo stato di veglia, e di non morte del personaggio.

Sofia Coppola e le critiche 

Volevano attaccare il film che, per qualcuno, non aveva mantenuto le sue promesse. E se la sono presi con una ragazza di 18 anni che aveva recitato per fare un favore a me. La figlia si è presa un proiettile per Michael Corleone. Anche mia figlia è stata colpita dal proiettile diretto a me.

Così Coppola ha commentato, a trent’anni di distanza, la pioggia di critiche indirizzate alla performance della figlia nel film.  All’epoca giovanissima e inesperta, non all’altezza dei grandi che hanno calcato le strade di Little Italy.

Un paragone, quello tra la vita vera e il film, che non cela il senso di colpa del regista per avere esposto la figlia al tritacarne hollywoodiano. La decisione di farla partecipare al film era stata presa da Francis Ford Coppola in un momento di grande crisi sul set. Sofia aveva accettato, senza l’interesse di diventare una grande attrice, per salvare il padre in difficoltà. Il suo arrivo sul set fu vissuto da tutti come un sollievo. Aveva risolto in poco tempo il problema Ryder.

Una volta in sala però le riviste e la critica l’avevano attaccata duramente (con una non troppo velata accusa di avere ricevuto nepotismo). È celebre la copertina di Entertainment Weekly che recita, accanto alla fotografia di Sofia Coppola, “È eccezionale oppure è così terribile da avere distrutto l’epica del padre?

Il Padrino Coda non risolve tutti i problemi del personaggio di Mary Corleone, ma cambia il ritmo e il tono di alcuni momenti, facilitando l’immedesimazione. In particolare un nuovo uso della colonna sonora sottolinea diversamente il momento in cui il padre dice alla figlia “preferirei bruciare all’inferno che vederti soffrire”. Il nuovo montaggio si sofferma maggiormente sull’affetto e l’importanza della figlia per Michael, offrendo nuove sfumature al dramma finale. 

La morte di Michael era stata inserita nel montaggio cinematografico proprio per dare una chiusura alla saga. Era il modo di Coppola per dire agli studios che aveva chiuso con Il Padrino, che era l’ultimo film, e per impedire nuovi capitoli.

Con questo nuovo finale aperto si può tornare a immaginare possibili seguiti della storia dei Corleone. 

Coppola ha però ribadito di non avere assolutamente in mente alcun progetto per un nuovo film. La Paramount, dal canto suo, si è detta possibilista, a patto che si trovi la storia giusta da raccontare (e un regista disposto a farlo). Insomma, non c’è assolutamente nulla da sperare (o temere) per ora.

Fonte: Deadline, nytimes

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