Il nuovo iPad - Dalla rivoluzione, alla risoluzione

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Il nostro commento al keynote di ieri, durante il quale Apple ha presentato il nuovo iPad.

Ci sono momenti in cui rivoluzioni il mondo, altri in cui ti limiti a “risoluzionarlo”. Con “il nuovo iPad” (nome ufficiale di iPad 3/iPad HD) Apple ha deciso di non lanciarsi in innovazioni enormi, proponendo invece l’ennesimo perfezionamento di un prodotto già piuttosto completo com’era il vecchio iPad 2.Il buon Tim Cook un volta sul palco ha sostanzialmente confermato tutti i rumour che vi avevamo esposto in questo articolo, mostrando al mondo un prodotto molto interessante ma non rivoluzionario come alcuni avebbero voluto.La caratteristica centrale di questo iPad di nuova generazione è, senza dubbio, il suo schermo in HD 1080p che, con una risoluzione di 2048x1536 pixel supera di gran lunga qualsiasi dispositivo portatile, andando a creare una fascia di mercato del tutto nuova, mai esplorata prima da alcun produttore. L’intento di Apple è abbastanza palese, portare la fruizione di contenuti in Alta Risoluzione anche in ambiente mobile e, al tempo stesso, garantirsi una superiorità tecnologica sia nel comparto telefonico che tablet difficilissima da contrastare. Al di fuori dello schermo, però, le vere innovazioni latitano abbastanza, abbiamo un chip più veloce (addirittura quad core), Siri in grado di parlare giapponese e una fotocamera della stessa classe di quella montata su iPhone 4S. Tutto molto interessante per gli appasionati ma decisamente poco per chi, magari, possiede già un iPad e vorrebbe vedere un vero salto tecnologico nel comparto tablet.A questo giro, spiace dirlo, Apple ha mostrato poco coraggio, un po’ come era avvenuto al momento della presentazione del nuovo iPhone, sei mesi fa. Laddove iPad 2 portava alcune innovazioni vere e concrete, come le due telecamere o l’idea della smart cover, il nuovo iPad scommette tutto sul suo nuovo schermo che, tuttavia, farà molta fatica ad essere apprezzato dalla massa dei consumatori incapaci di distinguere fra la qualità visiva del blu ray e i DVD peggio compressi. Il problema di base, com’è ovvio, risiede sia nella struttura attuale del mercato che richiede nuovi device ogni semestre ma non da alle aziende il tempo necessario per portare a termine dei cicli completi di ricerca e sviluppo. Per questo motivo anche a Cupertino hanno dovuto fare di necessità virtù e passare da un modello basato sulla rottura degli schemi a un più tradizionale business incrementale, dove i prodotti di successo vengono via via rifiniti e migliorati. Il mercato però non è una risorsa infinita e per quanto il settore dei tablet sia ancora abbastanza sottodimensionato, non è detto che nei prossimi anni sia in grado di recepire innovazioni sempre a questa velocità.Facendo un paragone con iPhone, dovrebbero far molto riflettere le flessioni registrate in Europa e Nord America per quanto riguarda le vendite del 4S. L’ultimo melafonino, infatti, pur avendo battuto ogni record precedente in quanto pezzi venduti, ci ha messo molto più tempo a scalare le classifiche, segno che anche gli early adopter più fiduciosi stanno cominciando a diminuire. iPad rischia di fare la stessa fine, cannibalizzando il suo stesso mercato più che finendo vittima di una concorrenza di fatto totalmente inesistente. Naturalmente ora come ora aspettiamo di avere il dispositivo fra le mani per un commento completo, per ora ci limitiamo a rilevare come la previsione che Jobs ha fatto a Isacsson pochi mesi prima di morire (e che si può trovare trascritta nella biografia ufficiale) si stia trasformando in realtà: Apple è destinata a diventare una “normale” azienda tecnologica, perché “quando domini il mercato non sei più un pirata, ma devi cominciare a comportarti da bravo marinaio”. I tempi della one more thing nei keynote sembrano dunque definitivamente tramontati e Tim Cook, molto diligentemente, si sta impegnando nel consolidamento aziendale. Forse è un bene, ma da appassionati non possiamo non rilevare la tristezza complessiva dell’intero processo.
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