Il miglior horror del 2007?

Una pellicola europea e prodotta da Guillermo Del Toro viene giudicata da molti il miglior film di genere dell'anno scorso. Ovviamente, chissà se la vedremo da noi. Si tratta di...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie


The Orphanage
(o El Orfanato, in originale). E' un film spagnolo diretto da un regista che veniva dai videoclip, Juan Antonio Bayona, e che ha fatto furore l'anno scorso, ottenendo unanimi consensi. E, per una volta, possiamo dire meritati.

Impossibile, francamente, esimersi dall'utilizzare la pellicola per parlare della situazione del cinema italiano. D'altronde, The Orphanage è un film che non ammette scuse. Infatti, non stiamo parlando di megaproduzioni hollywoodiane e qui nessuno può dire che non ci sono soldi a sufficienza. Si tratta, molto semplicemente, di un prodotto a basso budget, magari costato anche meno di certi titoli sovvenzionati dallo stato con registi improbabili.

E poi, lo straordinario successo ottenuto in patria, dove ha raccolto qualcosa come 24 milioni di euro (roba che da noi neanche De Sica o Pieraccioni), segno che un buon prodotto di genere può portare le platee europee al cinema, anche senza essere una produzione hollywoodiana. La ragione di questo trionfo? Beh, è semplice. Bayona è molto più interessato a parlare al pubblico che ad ottenere i consensi dei critici togati e lo fa in maniera molto efficace. Anzi, a dire il vero, la sua caratteristica migliore potrebbe sembrare quasi una critica, perché il grande segreto del film è che... non c'è un grande segreto. In effetti, è difficile trovare spunti geniali nella pellicola, che invece sembra voler citare alcuni dei maggiori classici del filone paranormale degli ultimi quarant'anni (niente nomi, il rischio spoiler è forte). L'importante è come viene fatto, ossia mischiando tutto in maniera convincente e coinvolgente per lo spettatore. A Roma si direbbe, con un po' di 'paraculaggine', ma è una caratteristica che non sarebbe male vedere applicata maggiormente nel nostro Paese (e scommettiamo che Bayona entro due anni lavorerà a Hollywood?).

Per rendersi conto della professionalità di questa produzione, basta vedere i primi cinque minuti, con i deliziosi titoli di testa e la grande attenzione riposta su un elemento come il sonoro. Cose scontate? Forse in Spagna. E poi, dei personaggi ottimi e ben costruiti (a parte forse quello dell'inquietante vecchia, che non funziona come dovrebbe), con un cast notevolissimo, in particolare un bambino e una madre perfetti. Lui risulta assolutamente inquietante, ma senza risultare cattivo (e quindi permettendoci di appassionarci alla sua storia). Lei invece è la classica madre-coraggio di pellicole di questo tipo, che rischia la follia pur di non arrendersi di fronte a quello che sembra un destino senza speranza.

A Bayona va dato atto di aver creato un notevole film d'atmosfera, in cui non si punta al semplice spavento (tattica che viene adottata soltanto una volta, peraltro con risultati decisamente efficaci), ma si dà vita ad un prodotto equilibrato ed appassionante. Notevole, peraltro, una sua carrellata circolare in un momento di grande tensione nel finale. Insomma, se proprio vogliamo trovare un difetto a Bayona, è il fatto di non essere nato e di non lavorare in Italia. Cosa che, ovviamente, è la sua fortuna...


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