Il Festival di Roma ha rilanciato il cinema italiano?

Lo scrive Barbara Palombelli, che difende a spada tratta la manifestazione capitolina. Troppo, forse. Intanto, il fumetto di Dylan Dog vende in America più di Batman, mentre "Hollywood limita l'esportazione" dei suoi film...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Oggi, strano intervento di Barbara Palombelli, che di solito non si occupa di cinema, a difesa del festival di Roma, contro il cattivo ministro Galan. Difesa? Panegirico direi. Qualche estratto:

La festa del cinema di Roma è ormai un'istituzione, un evento, un monumento della città. Ci si sono affezionati tutti, destra e sinistra, giovani e vecchi. E' un appuntamento che aspettiamo, che ha rilanciato il cinema italiano".

I toni sono notevoli e più che di un festival che la popolazione comune segue distrattamente (a essere buoni) sembrano riferirsi alla vigilia del derby calcistico. Ma il punto fantastico è quello del rilancio del cinema italiano. Ricordiamo allora i titoli nostrani più importanti presentati nell'ultima edizione della rassegna. La scuola è finita (incasso totale di circa 35.000 euro), Il padre e lo straniero (poco più di 100.000 euro), Una vita tranquilla (meno di 1,5 milioni, nonostante la presenza del premiato Toni Servillo) e Io sono con te (poco più di 50.000 euro). Per onestà intellettuale, va detto che i film italiani di un certo peso vengono sempre presi da Venezia (a parte L'uomo che verrà) e quindi non è il caso di pretendere miracoli dal festival di Roma. Ma se la difesa punta su queste 'prove', è difficile non condannare l'imputato...

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Notevole recensione di Dylan Dog firmata da Giorgio Carbone, con perle come queste:

A tredici anni dalla nascita, il "comic" (Dylan Dog, ndr) riesce a varcare l'oceano, diventa un cult anche in America, sul cui mercato batte ancor oggi regolarmente il fatidico "Batman". E questo spiega come nella caccia ai diritti Hollywood abbia battuto Roma".

Chissà perché, ho difficoltà a pensare che un fumetto che vende più di Batman in America non riuscirebbe a trovare un budget superiore per l'adattamento...

Una bionda affascinante (come si fa a resistere?) chiede aiuto per ritrovare il solito "missing".

Un missing? Uno scomparso insomma? E io che pensavo si trattasse di scoprire chi aveva ucciso il padre della ragazza. In generale, solito tono da 'so tutto io', ma poi non spiega neanche perché manca Groucho.

Sempre Carbone  recensisce Non lasciarmi, dicendo che"piacerà al pubblico under 18 dei vari Twilight". Ora, non riesco a immaginare due prodotti più diversi tra loro...

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Grandi soddisfazioni ce li offre anche il Corriere:

La commedia Usa teme i flop e blocca anche la Portman - Hollywood limita l'esportazione: troppi insuccessi in Europa

Questo titolo è legato a un pezzo di Giovanna Grassi, che fa pensare quasi a un embargo. Non aiuta questo estratto iniziale del pezzo "Gli studios hanno deciso di limitare all'estero il lancio di molte commedie hollywoodiane". In realtà, molto semplicemente, tante commedie americane che da noi non funzionano possono arrivare subito in home video. Scelte che ovviamente fanno i distributori italiani, non certo i magnati di Hollywood. Embè? Tanto rumore per nulla.

Oggi invece Giovanna Grassi e Paolo Mereghetti danno vita a un eroico duo per parlare di Limitless e in particolare del fatto che "molti chiedono se esista davvero il miracoloso medicinale NZT" (Molti chi? Chiedetelo alla Grassi). Mereghetti invece dice "Perché allora stupirsi se qualche milione di americani possano credere davvero alla miracolosità di una pillolina capace di trasformare unfallito in un vincente". Sarebbe interessante scoprire chi ha fatto una ricerca per stabilire che milioni di americani sono così deficienti. Magari la stessa casa di produzione del film? Insomma, divertente l'idea virale di questi addetti al marketing, ma veramente al Corriere pensano che milioni di persone siano convinte che esista una pillola magica, solo perché c'è stata una campagna promozionale su questo film (che è andato bene, ma non è che sia stato visto da miliardi di persone)? A leggere articoli come questo o questo, mi pare dura...

Sempre il Corriere, nello spazio economia, titola così: "I cinesi? pazzi per i film in 3D". La dimostrazione? "Imax, la società Usa di schermi giganti in 3D ha già 45 cinema con questa tecnologia in Cina e ha annunciato di aprirne altri 75 in quattro anni". Ehm, da quando Imax e 3D sono sinonimi?

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Vi ricordo che, per segnalarci articoli interessanti, potete scrivere su questo Discutiamone nel Forum Cinema  

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