Il corpo di Guy Pearce in Memento: la sceneggiatura inaffidabile nel film perfetto di Christopher Nolan

Per festeggiare i 20 anni di Memento Guy Pearce parla della sceneggiatura di Christopher Nolan, stimolando una nuova interpretazione

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Sono passati 20 anni dall’uscita in Italia di Memento, la fatica di Christopher Nolan che lo fece notare come uno dei registi maggiormente in grado di giocare con la forma filmica in un senso completamente moderno e innovativo. Guy Pearce, che nel film interpreta il protagonista Leonard Shelby, ha parlato a comingsoon.net ricordando il momento in cui ha ricevuto la sceneggiatura:

È l’unico film che ho fatto dove il prodotto finito era esattamente come nello script. In ogni film che fai, il venti per cento di quello che giri o non finisce nel film o viene inserito in un ordine diverso o adattato. Invece Memento è esattamente la sceneggiatura che ha scritto. Quando ho letto la parte volevo iniziare a girarlo immediatamente il giorno dopo. Era suggestivo. Mi sono immerso in pieno, nonostante il ginepraio di avanti e indietro che accadono nella storia.

Memento si è giustamente ritagliato proprio spazio nella storia del cinema per via dei suoi innumerevoli meriti. È un’opera che riesce a giocare con la forma cinematografica facendola diventare sostanza. Si dice che molti registi rifacciano all’infinito lo stesso film, per scavare sempre di più nella propria filosofia. Se fosse vero, per Christopher Nolan il film a fondamento dell’intero corpus di opere sarebbe proprio Memento. Il tempo, ossessione del regista, è qui quello del ricordo (il protagonista perde la memoria a breve termine). La frammentazione della pellicola, quindi l’effetto del montaggio cinematografico come successione di ricordi, si inscrive nella struttura stessa del film. Non a caso esiste una versione lineare in cui tutti gli eventi sono montati secondo l’ordine cronologico. Una versione dello "studio" godibile solo dopo ever preso parte alla storia "smontata". Ma molti di questi aspetti sono costantemente analizzati dai commentatori anche vent’anni dopo la prima proiezione.

Quello che invece, proprio come il protagonista, ci siamo dimenticati è l’uso straordinario che fa Memento del corpo di Leonard Shelby. Guy Pearce ha detto nella sua dichiarazione di avere ammirato particolarmente la sceneggiatura del film. Una vera e propria guida, passo passo, per mettere insieme tutti i mattoncini del gioco cinematografico. Proprio come un’impalcatura di Lego dove un pezzo si incastra con l’estremità dell’altro.

Eppure l’attore non nota che c’è una seconda sceneggiatura di Memento, o meglio in Memento: ed è proprio il suo corpo. Leonard utilizza la propria pelle come una lavagna dove imprimere gli indizi raccolti, le esperienze e gli accorgimenti appresi durante la sua ricerca. È la sua stessa pelle, la sua carne, che gli dice chi è, quali sono le sue motivazioni, qual è stata la sua crescita.

Tutti i passi della formazione dell’eroe sono impressi su di lui. Come se uno scrittore avesse preso il proprio personaggio e gli avesse incollato addosso i Post-it usati per tenere il passo della storia. Il passato, il presente e in una certa misura il futuro (per lo spettatore) sono già (in)scritti in lui.

Se quindi Memento è chiaramente un film sul fare film, i tatuaggi sono il trattamento e le fotografie lo storyboard. C’è poi un tema di identità: come si vedrà più in avanti, nel colpo di scena finale, l’istinto non basta. La tua pelle non sempre riesce a raccontare esattamente chi sei. L’esteriorità è solo una confezione spesso fallace. Anche lo sguardo, gli occhi, da cui si intravvede un momento di lucidità (come dice il protagonista raccontando la storia di Sammy Jankis un presunto finto malato di amnesia anterograda) possono essere una finzione. Quando Sammy Jankis incontra un’altra persona, per un istante sembra che si ricordi. È invece un riflesso istintuale, per dare all’interlocutore  un senso di famigliarità.

Memento

Ecco, anche Christopher Nolan costruisce il suo Memento facendolo assomigliare a qualcosa di già esistente. Sono tanti i riferimenti all’estetica noir: la femme fatale, il bianco e nero, il voice over del poliziotto. Ma questi appigli di riconoscibilità sono stravolti da una struttura (all’epoca) mai vista.

20 anni fa l’arrivo del digitale stava cambiando per sempre la tecnica produttiva dei film. Montare, senza i vincoli della pellicola, era molto più semplice. I registi potevano avere sott'occhio l’intero film sul computer. Potevano variarne la velocità, il tempo, correggerlo e rimontarlo a piacimento e senza difficoltà. Nolan aveva intuito che questa nuova tecnologia avrebbe spezzato le strutture classiche. Avrebbe dato la libertà di completare il film dopo la sua ripresa sul set. E dunque fa esattamente l’opposto. Gira su celluloide. Si affida ad una sceneggiatura ferrea. Non improvvisa, non spreca pellicola. Ma dà la possibilità allo spettatore di esplorare il suo film in maniera tridimensionale, grazie ai dvd, di dissezionare e rimontare il contenuto.

L’unica cosa che rimane invariabile è Guy Pearce. La sua crisi di identità che emerge dalla carne. Ma è proprio da quest’anima che ribolle sotto la pelle (come un ricordo lontano), che scaturisce la voce guida. Un narratore inaffidabile, come lo è la soggettività di ciascuno di noi.

Allora è interessante capire come Christopher Nolan abbia lavorato sulla riflessione nei confronti del cinema stesso proprio a partire dalla fedeltà assoluta alla sceneggiatura. È come se Memento raccontasse la produzione di un film fatto seguendo un rigido metodo (come dice spesso il protagonista). Una scena dopo l’altra, un passo dietro l’altro, sembra impossibile fallire. Eppure, anche a fronte di parole guida precise, prese alla lettera, il film, e quindi nella metafora l’ io di Leonard, si riscopre Sammy. Ovvero una persona diversa. Un film diverso.

Nolan, che è con Memento al suo secondo film, ha appena scoperto il dramma di chiunque voglia realizzare una propria visione. Una volta generata, filmata, impressa su pellicola, questo corpo di immagini inizia a mutare secondo una propria, misteriosa, essenza.

Guy Pearce dice che Memento è uscito proprio come scritto nella sceneggiatura. Ma Memento ci dice che nessun film è mai esattamente quello che il regista vuole. 

Cosa ne pensate di Memento? Fatecelo sapere nei commenti!

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