Il cinema italiano è maschilista?


Cosa accomuna protagonisti diversi del nostro cinema come Pieraccioni e De Sica a film come Notte prima degli esami e il recente Parlami d'amore di Silvio Muccino? Un'idea ce l'abbiamo...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

E' sempre difficile scrivere certi articoli e non rischiare malintesi. A me sembra che nel cinema italiano di maggiore successo ci sia una tendenza decisamente maschilista ed è il caso di dirlo. Visto però che trovo che ci siano poche cose pietose come un uomo che fa il femminista (dando per scontato che le donne intelligenti non abbiano bisogno di difensori), diciamo che questa tendenza è anche frutto del pubblico femminile, che talvolta si beve storie allucinanti pseudoromantiche che invece farebbe meglio a detestare.

Dopo essermi fatto qualche amico (e amica) in più, entriamo nello specifico, prendendo ad esempio alcune delle pellicole italiane più popolari di questi anni (l'ultima credo proprio che lo diventerà), utilizzando un linguaggio consono al livello della materia trattata (quindi non vi offendete, eh?).
Iniziamo da De Sica e Pieraccioni. Molto spesso le loro pellicole vengono criticate perché mettono assieme uomini di mezza/tre-quarti di età (loro stessi, mica scemi) con gnocche bellissime che per qualche strano motivo non fanno che sbavare dietro a loro. Giusta osservazione (e in effetti, a proposito di maschilismo...), ma può essere fatte anche per molte pellicole francesi o americane. Ma guardiamo più in dettaglio queste storie (SPOILER per chi non ha visto i film e non vuole rovinarsi la 'sorpresa').

In Merry Christmas, il personaggio di Christian De Sica ha due figli, un maschio un po' timido e una figlia leggermente più giovane (entrambi, da quello che si capisce, vergini). Così, mentre il papino fa di tutto per mandare a letto il figliolo con qualche bella ragazza (ed è fiero di lui quando lo trova in compagnia), la figlia di fare sesso non ci deve minimamente pensare perché non sta bene. Insomma, quando si dice l'eguaglianza tra i sessi...

Nell'ultima pellicola di Pieraccioni, Una moglie bellissima, il nostro eroe è sposato con una sventolona (ovviamente, molto più giovane di lui e decisamente troppo attraente per il suo personaggio, ma su questo abbiamo già detto), che ha il volto di Laura Torrisi, nella realtà uscita non da qualche impegnativa accademia drammatica, ma da Il grande fratello (a proposito di punti di riferimento culturali...). Lei lo abbandona per i soldi e la carriera e lui che fa? Invece di maledirla con termini non pubblicabili, attende pazientemente il suo ritorno e quando questo avviene, fa finta che nulla sia cambiato tra loro in quell'ultimo anno. Lasciamo perdere il discorso psicanalitico (omettere la realtà non è mai una grande idea), ma il punto è chiaro: gli uomini sono santi, le donne sono zoccole, ma per fortuna tutto ritorna a posto. Inutile dire poi che, nella storia, il ruolo delle donne è insulso (anche semplicemente per rimanere in ospedale, ci devono stare gli uomini, che cavolo...).

Arriviamo al grande successo a sorpresa Notte prima degli esami, pellicola considerata una commedia romantica. Romantica? Vediamo. Uno dei protagonisti si scopa la sorella della sua ragazza, ma poi si redime mettendosi in ginocchio, in fondo è uno buono e sono cose che capitano. Invece, il personaggio (che dà nuovi significati al termine stupidità) di Cristiana Capotondi non si rende conto che il povero innamorato cotto Nicolas Vaporidis arriva in piena notte per lei, così gli chiede il numero di telefono del suo amico. Insomma, coprotagonista maschile bravo ragazzo (anche se fa sesso con la sorella), protagonista femminile crudele ed insensibile perché chiede un numero di telefono e non si rende conto dell'amore che prova un povero giovane.

Infine, la new entry Silvio Muccino e il suo Parlami d'amore. Del film abbiamo parlato a lungo in fase di recensione, quindi limitiamoci ad affrontare il campo di questo articolo. Anche qui, abbiamo un povero ragazzo ingenuo e romantico (ma escono tutti dalle canzoni di Antonello Venditti questi qua?), mentre la sua coetanea e donna dei sogni è una sfattona drogata persa e assolutamente detestabile. Già l'idea che questo personaggio dovrebbe rappresentare la donna amata da porre sul piedistallo è incredibile, considerando che in tutto il film non ci viene data una minima ragione per non odiarla. Ma poi, arrivati alla scena clou, quando scopriamo chi ama veramente Muccinino, lei gli rivela il trauma che l'ha portata a comportarsi in maniera così delirante. Ora, sull'idea banale di sceneggiatura abbiamo già discusso, ma il fatto che un personaggio, di fronte ad una confessione così lacerante, prenda e se ne vada sprezzante (in maniera fiera), è incredibile. E sarebbe questo un personaggio maschile positivo e romantico?

Certo, va detto che il cinema italiano è anche altro, come dimostrano alcuni personaggi femminili di Muccino (Gabriele) ed Ozpetek decisamente più complessi. E d'altra parte, va dato atto ai film che ho citato sopra di essere grandi successi e almeno di non dipendere dai soldi pubblici (nel caso dell'esordiente Brizzi, almeno li ha restituiti) per le loro storie discutibili. Ma senza voler chiedere dei Pedro Almodòvar o dei George Cukor, è proprio impossibile pretendere di meglio dal cinema italiano più commerciale? Anche perché, al di là di qualsiasi discorso di democrazia, sbagliare i ruoli femminili significa già di partenza un 50% di personaggi fallimentari. E non è poco...

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