I Soprano: dieci motivi per (ri)guardare subito la serie di David Chase

I Soprano è la serie migliore di sempre? Forse sì, forse no: noi comunque proviamo a convincervi a (ri)guardarla

Condividi
I Soprano è disponibile in streaming su NOW!

Scrivere qualcosa su I Soprano è come recensire la Gioconda di Leonardo o la nona di Beethoven: è già stato fatto, infinite volte, e sempre con l’adorazione assoluta e incondizionata che si riserva alle opere intoccabili e universalmente riconosciute come massime espressioni della propria arte di riferimento. I Soprano sono la migliore serie di sempre, I Soprano sono la serie più rivoluzionaria e importante di sempre, niente era come I Soprano e niente lo sarà mai più… se bazzicate anche solo in maniera periferica il mondo della televisione avrete sentito queste frasi decine e centinaia di volte, e se avete visto la serie avrete probabilmente annuito convintamente. Perché è vero che si tratta nel migliore dei casi di esagerazioni, nel peggiore di inesattezze storiche che considerano la serie di David Chase come una sorta di epifania improvvisa e non tengono da conto il percorso culturale che ha portato fino alla sua concezione, né dell’arcinoto problema della non-esistenza di oggettività quando si parla di arte e cultura. Ma è anche vero che chi ha visto I Soprano sa che, oltre alla grande scrittura e alle grandi interpretazioni e alla sublime messa in scena e a tutto quello che c’è di tangibile e dimostrabile della bellezza della serie, c’è anche qualcosa di più, di indefinibile e magnifico, che eleva la storia di Tony Soprano e di tutto il mondo che gli ruota intorno e che va a fare presa su quelle parti del nostro cervello che si occupano di tutto ciò che resiste alle definizioni e si limita a essere bellissimo.

Per cui, dopo attenta analisi, abbiamo concluso che il modo migliore per parlare di I Soprano non è raccontandone la genesi – per quello ci sono fior di libri, per esempio su Amazon trovate questo che, come promette il titolo, è completo. Né provando a riscrivere la storia della critica televisiva: a 22 anni dall’uscita del pilot non c’è alcun motivo per rivalutare o svalutare I Soprano, la cui qualità è rimasta intatta anche dopo due decenni di cosiddetta peak TV. Non ha senso fare ancora paragoni con altre serie contemporanee di qualità paragonabile (si veda The Wire) per stabilire quale sia meglio; né tantomeno ci metteremo a discutere per l’ennesima volta del finale, che ancora oggi perseguita il povero David Chase e che probabilmente conoscete anche se non avete mai visto la serie (per esempio potreste avere visto I Griffin).

Gabagool

No, abbiamo deciso di puntare sui colpi al cuore, o allo stomaco se preferite; di andare a stuzzicare la vostra parte più emotiva o nostalgica, per farvi tornare quell’inspiegabile voglia di ziti che credevate sopita. Abbiamo provato a farlo senza spoiler, ovviamente. In questo modo, se ancora non conoscete le vicende della famiglia Soprano speriamo di farvi venire voglia di recuperarle, e se invece già le conoscete, be’, sapete bene che un rewatch è come una fettina di gabagool: non fa mai male, e come fai a dire di no?

Per ricordarvi dov’è cominciato tutto quanto

Avevamo promesso di non parlare di storia della TV, per cui vedetela come una frase nostalgico. Nel 1999 la TV stava già cambiando, per chi era capace di accorgersene: da un paio d’anni andavano in onda Buffy, uno degli show più rivoluzionari di sempre in termini di linguaggio, grammatica televisiva e anche contenuti, e Oz, il prison drama che per primo inaugurò l’epoca d’oro degli show da un’ora di HBO. C’era fermento ma ancora mancava il prodotto che sarebbe poi finito a simboleggiare il salto di qualità, o quantomeno un profondo cambio di paradigma: I Soprano uscì su un canale a pagamento e ora della sesta stagione raccoglieva comunque una decina di milioni di spettatori a episodio, ed è anche per questo (lo show di nicchia che fa numeri da sitcom) che è diventato un simbolo.

Funerale

Perché I Soprano sono cinematografici senza essere asserviti al cinema

Quante volte negli ultimi anni avete sentito parlare di “serie TV molto cinematografica” o ancora peggio “che sembra il cinema”? Sono espressioni che di solito si riferiscono a show ad alto budget che puntano molto del loro impatto su una messa in scena concepita per il grande schermo e trasportata controvoglia sul piccolo, e che solitamente trascurano o ignorano la verticalità del racconto per puntare tutto sull’orizzontalità – il famoso “film da otto ore”. I Soprano è indubbiamente una serie cinematografica, che guarda ai classici del gangster movie di Hollywood, con una storia molto orizzontale che è di fatto un’epica in sei stagioni e 86 episodi, e che anche produttivamente aveva tempi e metodi più simili a quelli del cinema che della TV. Ma è anche, ed è qualcosa che molte serie uscite sulla sua scia non hanno imparato, una serie TV che sa di andare in onda in TV, e che rispetta quindi anche le regole e i formati della narrazione televisiva, che non si dimentica l’importanza della verticalità e degli archi narrativi che durano una puntata. È una serie che ha cambiato la TV facendo TV, non una serie che ha fatto di tutto per farsi scambiare per un film.

Per i titoli di testa

Un perfetto connubio tra immagine e suono, con il delizioso dettaglio che la canzone utilizzata è stata scritta ed eseguita da una band inglese, non americana. Se non sono i titoli di testa migliori di sempre sono comunque almeno in top 3.

Per la colonna sonora

A proposito di musica: I Soprano sono quello che sono anche per via della musica usata nello show. Che raramente è composta per l’occasione: la serie è quasi priva di commento sonoro ma è stracolma di canzoni più o meno note che vanno da Britney Spears ai Metallica, dai Punk Floyd agli Eurythmics, e che sono tutte accuratamente selezionate per complementare la situazione o dirci qualcosa sul personaggio che ne sta ascoltando una. Esistono due diverse versioni della colonna sonora della serie: Music from the HBO Original Series e la più completa Peppers and Eggs, che contiene anche una selezione di monologhi e dialoghi della serie.

Perché Tony Soprano è il nonno di Walter White, Don Draper e infiniti altri

Cioè l’antieroe, il buono/cattivo, che da un lato è il protagonista assoluto dell’opera e il suo unico punto di vista, e con il quale viene quindi spontaneo identificarsi, dall’altro è indiscutibilmente un villain, una persona negativa che fa cose negative e con il quale è sbagliato identificarsi. E d’accordo, ci sono diverse sfumature di questo archetipo – White è uno spacciatore e omicida, Draper è solo uno stronzo tossico da ufficio –, ma risalgono tutte all’OG Tony Soprano, capomafia ma anche padre di famiglia ma anche fedifrago ma anche vittima dei genitori ma anche violento e imprevedibile ma anche pesce piccolo in un mare malavitoso di pesci più grossi.

Silvio

Perché parla di italoamericani nel New Jersey

E non, attenzione, di italiani: lo show ci tiene a ribadire ogni volta che può che c’è una differenza culturale enorme tra le due categorie. I Soprano vengono spesso tirati in ballo a sproposito come esempio di stereotipizzazione di cui saremmo vittima noi italiani; il punto che sfugge a chi propone questi argomenti è che per i Soprano l’italianità è solo una parte dell’identità – importantissima, ma non l’unica, tanto è vero che le rare volte che incontrano degli italiani veri lo stacco culturale diventa improvvisamente molto evidente, e il messaggio altrettanto chiaro: siamo italoamericani, non italiani.

Perché così vi commuoverete il doppio per questo video di Dominic Chianese che canta Core ‘ngrato

Per fare il gioco dei volti noti

Il chitarrista di Springsteen, Steve Buscemi, Cypher di Matrix, Peter Bogdanovich, Annabella Sciorra, Annette Bening, un Baldwin a caso, Sydney Pollack, Julianna Margulies quando era ancora “quella di E.R.” e non “quella di The Good Wife”, Jon Favreau… guardare I Soprano è anche un divertentissimo gioco di caccia alla faccia, noto anche come “dove ho già visto quel volto?”. Se volete una variante, potete giocare a “Caccia a Quei bravi ragazzi”: il cast del film di Scorsese e quello di I Soprano hanno in comune 27 tra attori e attrici.

Per (ri)vedere la scena più violenta della storia della TV

Per tornare a discutere del finale

Abbiamo detto che non l’avremmo fatto, non che sia sbagliato farlo. Se non l’avete mai visto smettete di leggere QUI.

I Soprano finale

Se invece l’avete visto volete la nostra interpretazione in una frase, eccovela: il finale di I Soprano non vuole dirci se Tony Soprano muore o no in quel diner, vuole dirci che è un uomo morto.

I soprano è interamente disponibile in streaming su NOW!


 

Continua a leggere su BadTaste