I Simpson e la risposta a Il signore delle mosche

Un concentrato di gag potentissimo, la rivincita degli autori di I Simpson su anni di infernali campeggi estivi

Critico e giornalista cinematografico


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Questo è parte della rubrica Tutto quello che so dalla vita l’ho imparato da I Simpson in cui ogni settimana rivediamo, raccontiamo e celebriamo i 50 episodi della serie che ritieniamo più significativi.

Qui trovi la lista completa.

I Simpson: “Kampeggio Krusty” – Quarta stagione, episodio 1

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simpson messaggero

È l’ultimo giorno di scuola, Bart ha tutte insufficienze e così non potrà andare al campeggio Krusty come promesso da Homer. La signora Caprapall però volentieri gliele converte in sufficienze e lui per ringraziarla le dà una pacca sul sedere ricevendo in risposta un “Oh Bart Simpson, mi mancherai”.
Segue una prevista e metodica distruzione di tutta la scuola, Nelson con il lanciafiamme portato da casa, Bart con la palla per demolizioni. Infine Skinner invita tutti a bruciare i registri.
Era un sogno. Ma davvero è l’ultimo giorno di scuola e davvero se Bart e Lisa avranno tutte sufficienze potranno andare al campeggio Krusty. E davvero Bart, invece, ha tutte insufficienze.

Così, senza nessun segmento introduttivo, parte l’episodio: dritto. È uno dei più avventurosi e inventivi anche se uno di quelli che la produzione ha faticato di più a chiudere. A stento sono arrivati ai 18 minuti minimi per la messa in onda e per questo hanno dovuto usare la canzone alla fine, South of the Border, con il collage di foto. Come spesso capita le contingenze e limitazioni pratiche danno vita agli esiti artistici migliori, quella chiusa è una delle più esilaranti e in un certo senso anticipa di 20 anni quella di Una notte da leoni, una serie di foto da cui possiamo desumere cosa sia accaduto.

Il punto di tutta la puntata è il racconto dei campeggi estivi, un’esperienza tipica americana, raccontata continuamente in serie per la televisione e film, considerata fino agli anni ‘80 un posto da sogno, l’incarnazione del vero spirito americano, il contatto con la natura e i grandi spazi aperti. Il momento in cui ogni ragazzo e ragazza fa i conti con le origini del proprio paese. Già negli anni ‘80 quando il cinema per ragazzi aveva iniziato a cambiare i campeggi estivi cominciavano ad essere ritratti per quel che erano: postacci in cui tra i ragazzi vigeva la legge del più forte e gli adulti che ci lavoravano erano una galleria di freak. Nessuno però era andato tanto lontano quanto avrebbero fatto I Simpson.

simpson lisa canoa

La differenza qui la fa il coinvolgimento personale. L’idea era di David M. Stern, lo sceneggiatore (lo stesso di episodi cardinali come Preside Azzurro e Bart rischia grosso), specializzato nella famiglia Bouvier e in particolare su Patty e Selma. Qui tuttavia è stato il propellente di una presa di coscienza collettiva sui campeggi estivi. Infatti anche Mark Kirkland, uno dei più storici registi di puntata dei Simpson in attività fino al 2008, era tra i più entusiasti dell’idea. Sono sue le idee riguardo le condizioni di vita precarie e la fatiscenza delle strutture al campeggio, nonché la resa dinamica di alcune inquadrature geniali come quella della barca su cui deve salire Lisa in un fiume agitatissimo.

simpson countdown

Così dopo la consueta critica alla scuola, dove Lisa prende una B non perché se la meriti ma solo perché “Ognuno ha bisogno di una macchia sul curriculum” come le dice la signorina Hoover e dopo un esilarante conto alla rovescia per la fine delle lezioni, a Bart non rimane che ingannare Homer e poter partire per il campeggio che, come viene detto apertamente nella pubblicità televisiva, “sorge su un cimitero indiano” come l’Overlook Hotel di Shining (mentre sullo sfondo una bambina viene spinta sull’altalena da un orso).

simpson krusty orso

Alla partenza i genitori saranno tutti ansiosi e con un colpo geniale quando il pullman è fuori dalla loro vista esultano. In I Simpson l’idea è sempre che la scrittura sia dalla parte di qualcuno, in questa gag è tutta dalla parte dei genitori che si comportano come non farebbero di fronte ai figli e che per tutta la puntata saranno in totale vacanza conducendo una vita straordinaria.
È uno dei grandi contrasti che popolano la serie rendendolo un racconto complicatissimo: la famiglia è sempre l’unica possibile salvezza in un mondo in cui lo stato non funziona, gli altri sono il nemico e qualsiasi corporation truffa e si approfitta dei consumatori; eppure la famiglia è anche un incubo, la madre di tutti i complessi e ciò che affossa le vite di Marge e Homer, limitando quelle di Bart e Lisa.

simpson genitori

Da quando però Bart e Lisa arrivano al campeggio la puntata prende tutto un altro giro. Arrivati al Kampeggio Krusty (la cui tragedia è annunciata genialmente dal ponte che crolla al passaggio del bus impedendo qualsiasi fuga) parte una girandola letteralmente inarrestabile di gag montate alla grande, con ritmo, una accanto all’altra. Non c’è bisogno di una storia vera e propria e Stern e Kirkland sono liberi di affiancare trovate per associazione di idee, proprio come avevano annunciato con il countdown per la fine della scuola. Puro demenziale senza senso che un senso invece lo acquista in quella bolla. Accettata la realtà infernale del campeggio Krusty i normali limiti di pseudo-realismo che I Simpson si pongono non esistono più, c’è solo la creazione.

simpson vento

Vediamo nell’ordine mr. Black, il gestore e rappresentante di Krusty (già presidente di Krustyland Europa prima che esplodesse) introdotto da un video di Krusty, la capanna dove dormono Bart e Lisa piena di polli e serpenti, un falò alimentato dalla benzina e uno pneumatico, il centro dimagrimento come Full Metal Jacket, buche e valanghe di rocce.
Tutto sottolineato da un coro che canta una canzoncina che illustra le cose terribili che vediamo. In chiusura i bulli che fanno da servizio d’ordine brindano alla perfidia davanti ad una tavola imbandita in uno degli incisi più memorabili di tutta la serie per tempismo e umorismo.

simpson perfidia

Come avviene nello scambio studentesco di Bart in Francia anche qui la vita dei bambini in quelle che sono promesse come attività formative ed esperienze importanti di un’infanzia dorata, è raccontata tramite l’iperbole dei loro occhi. Sono momenti terribili, male organizzati in cui a nessuno interessa il loro benessere. Il simbolo perfetto sono i bambini che come in Ben-Hur cuciono portafogli di Gucci al ritmo del tamburo.
L’ultima beffa sarà però quella fatale: un beone travestito da clown spacciato per Krusty. Bart inciterà la rivolta che sfocerà in Il signore delle mosche, il regno militarizzato dei bambini così violento da attirare il notiziario locale (“Sono stato in Vietnam, sono stato in Iran, ma qui la situazione è mille volte peggio” commenta Kent Brockman nel servizio intitolato Krisi al Kampeggio Krusty mentre un fantoccio di un clown brucia nello sfondo).

simpson brockman

È tutto così concentrato e giocato tra sfondi, audio e primo piano in una saturazione d’informazioni che anche una trama abbastanza lunga e articolata per gli standard dei Simpson dura pochissimo. E così dopo che Krusty, arrivato di corsa da Wimbledon crolla davanti a Bart confessando in lacrime di aver concesso il proprio nome ad un prodotto scadente perché “Sono venuti un camion pieno di denaro. Non sono fatto di pietra!!” finirà comicamente tutto a tarallucci e vino. Il tempo da lì alla fine sarà riempito da South Of The Border. Chiusa senza senso per un episodio demenziale.

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