I Simpson andavano contro il sessismo e i moralismi moderni già 15 anni fa
Nel 2006 I Simpson dedicavano un'intera puntata a prendere in giro ciò che sembrava meno si potesse prendere in giro per parlare di sessismo e moralismo
Questo articolo è parte della rubrica Tutto quello che so dalla vita l’ho imparato da I Simpson in cui ogni settimana rivediamo, raccontiamo e celebriamo i 50 episodi della serie che riteniamo più significativi.
Le ragazze vogliono solo sommare, Simpson e sessismo - Diciassettesima stagione, episodio 19
SOVRINTENDENTE CHALMERS: “È meglio che si sbrighi, guardi che hanno fatto alla sua auto”
SKINNER: “No quella è sempre così”
Una volta tanto vale la pena partire dalla fine. Questa puntata si chiude con una canzone e non con la sigla finale. Si chiude con Thick As A Brick dei Jethro Tull. Non sono mai scelte casuali o senza significato queste, perché implicano il pagamento di diritti d’autore non economici e una variazione dalla norma (cioè la chiusa con la sigla finale). In più prima che parta il brano c’è Martin che ne canta un pezzo in particolare, non l’inizio ma un punto preciso in mezzo.
Thick As A Brick è un concept album che nel 1972 faceva la satira dei concept album. Si basava sulla storia falsa (ma all’epoca spacciata per vera) di un bambino che vince un concorso di poesia e poi viene squalificato. Le parole del lungo brano che occupa tutto l’album sarebbero quella poesia. Il dettaglio cruciale è che il premio viene ritirato a seguito di proteste e minacce scatenate dal contenuto offensivo di quella poesia e la sospetta instabilità psicologica del bambino. Quel contenuto offensivo sarebbe un testo che se la prende contro i moralismi. In particolare la parte che Martin canta dice: “Virtù fragili come castelli di sabbia vengono tutte spazzate via nell’onda distruttiva e nella baruffa morale”. Non va più avanti perché Lisa lo interrompe colpendolo con una sedia pieghevole di quelle usate nel wrestling. E poi parte la vera Thick As A Brick sui titoli di coda.
È la summa e la chiusa di un episodio che prende di mira un certo modo di fare la morale e l’ira dei moralisti che si abbatte su chi questa morale non la promuove. Le ragazze vogliono solo sommare (in originale il titolo è un gioco di parole con Girls Just Wanna Have Fun di Cindy Lauper, in sé una canzone dallo spunto femminista ed emancipato) ha il coraggio di prendere di mira un certo modo di intendere il femminismo militante che diventa moralismo e nel farlo scherza sull’inferiorità delle bambine nel campo dell’intelligenza, dello studio e delle materie “che contano”. Trolla, prende in giro e canzona. È una satira spietata e cattivissima (ad un certo punto diretta anche contro le dinamiche da branco maschili con la medesima cattiveria) che dimostra l’insofferenza degli autori per il desiderio imperante di assecondare, rassicurare e rendere tutto facile a bambini e bambine, di fatto impedendogli il processo di errore, umiliazione e miglioramento che nel mondo americano è parte della loro mitologia della seconda occasione, della caduta e ripartenza del vincente.
Era il 2006 quando l’episodio andava in onda. Non ci furono grandi reazioni. Oggi probabilmente non sarebbe la stessa cosa. Era un momento in cui la superiorità morale manifestata da certi movimenti iniziava a farsi notare ma non era ancora forte come oggi, I Simpson raccontavano una storia paradossale in cui nessuno si salva e non c’è vera morale.
Tutto parte con The Circle of Knife. La famiglia Simpson va a vedere un musical di Grattachecca e Fichetto il cui titolo è ispirato al Sir Spam-a-Lot dei Monty Python (si chiama Stab-a-lot) ed è modellato sulla versione di Broadway del Re Leone da cui la canzone The Circle Of Knife (ma ce n’è anche una sulle note di I Don’t Know How To Love Him di Jesus Christ Superstar). Finita la rappresentazione la regista viene applaudita e sul palco compare il preside Skinner che afferma che lei ha studiato alla scuola elementare di Springfield.
Quando la regista dice di aver faticato con la matematica Skinner inizia a dimostrarsi come lo stereotipo dell’uomo sessista. Dice “Non c’è da stupirsi, sei una donna”. Il pubblico trasale.
Per giustificarsi ovviamente peggiora e affonda con il maschilismo, sostenendo che lo sanno tutti che i ragazzi riescono di più nelle materie scientifiche “che poi sono quelle vere, che contano”. Generando altro stupore e scandalo in sala. Infine chiuderà “Beh comunque siamo tutti d’accordo sul fatto che questa donna è veramente carina giusto?!” cercando approvazione e trovando grida di vergogna e oggetti lanciati. In un concentrato degli atteggiamenti patriarcali diventa il bersaglio delle femministe di Springfield che protestano di fronte alla scuola elementare e per placare le quali dà il via al primo di “molti molti molti forum sulla diversità di genere”. L’atteggiamento di Skinner continua però ad essere quello patriarcale “Farò finta di essere d’accordo con loro” spiega al sovrintendente Chalmers.
Il bello è che visivamente c’è uno stacco netto tra Skinner e queste femministe. È una platea di personaggi inediti (più sua madre!) che hanno un design nuovo e abiti al passo con i tempi. Accanto a loro Skinner sembra subito un personaggio vecchio, vestito come sempre, privo di complessità e accessori, immobile in un’altra era, perfetto per simboleggiare il tipo d’uomo incapace di relazionarsi in maniera obiettiva con l’altro sesso e che di colpo, in questi anni, si trova il mondo contro da che quello stesso maschilismo di cui era alfiere prima era ampiamente accettato. Quando cerca di scusarsi fa peggio, viene attaccato per ogni cosa che dice. Se afferma l’uguaglianza non va bene, se dice che c’è diversità qualcun altro se la prende. Ogni cosa è offensiva. Ad un certo punto gli viene urlato: “Lei è una versione peggiore di Hitler”. Alla fine, esausto e terrorizzato dice: “Sono le differenze che non ci sono a rendere l’uguaglianza eccezionale… QUALCUNO MI DICA COSA DIRE!!!” e sviene. Momento in cui viene nominata una nuova preside, donna e femminista.
Qui la puntata introduce l’idea centrale, cioè il fatto che per favorire le bambine, da sempre svantaggiate, la scuola elementare viene divisa in due, una per bambine e una per bambini. Separare i sessi così da impedire ai maschi di rovinare lo studio alle femmine.
A scrivere c’è Matt Selman, autore particolarissimo tra quelli che hanno preso parte a I Simpson nella loro seconda fase (dalla nona stagione in poi), quando una buona parte degli sceneggiatori originali se n’era andata e la produzione doveva rifondare la serie cercando di non far sentire la differenza mentre al tempo stesso le storie necessariamente dovevano andare in un’altra direzione, quella più adatta ai nuovi sceneggiatori. Selman è l’anima più tradizionale, quello che meglio ha traghettato il vecchio modo di scrivere per I Simpson nel nuovo mondo. Questa puntata ha infatti il sapore delle serie migliori.
A casa Homer discute con Marge del patriarcato e le fa un elenco lunghissimo delle cose che hanno inventato gli uomini mentre lei fatica a stare al suo passo rispondendogli cose inventate dalle donne. Finirà a dormire sul divano per aver detto una cosa vera. Selman va durissimo con la satira. Vuole affermare di non aver bisogno di lisciare il pelo all’altro sesso e di non concordare con quest’atteggiamento. E lo stesso accade nella storia.
Il primo giorno nella nuova scuola inizia con un’idea esilarante: lo scuola bus arriva a destinazione e Otto saluta le bambine dicendo: “Buona emancipazione a voi leader di domani!” poi mette il metal e va nel fondo del bus ad aprire la gabbia in cui sono rinchiusi ragazzi: “Niente morsi!”.
La parte femminile della scuola ha dipinti di pittrici donne e aule colorate con banchi moderni: “Ora che non c’è l’aria intimidatoria degli uomini possiamo respirare” e la loro matematica somiglia alla new age. Lisa comincia subito a sospettare. La matematica radicalmente diversa è finalizzata alla fiducia in sé e non all’apprendimento. Le bambine sono rassicurate e non gli viene insegnato niente. Tutta la scuola gira intorno sull’autostima e non alle nozioni, cosa che Lisa non tollera. Vuole imparare e quindi decide di scavalcare e vedere com’è la parte maschile attraversando un laghetto e un ponticello ben curati per finire dall’altra parte in quella che è una specie di discarica. La parte maschile.
Lasciati a se stessi in meno di una giornata i maschi hanno reso la loro parte della scuola simile alla Manhattan di 1997: Fuga da New York con un elicottero crollato e la sagoma di un cadavere per terra. La musica che l’accompagna è quella di Arancia Meccanica.
Se la satira sul mondo femminile pone l’enfasi sulla ricerca sempre di autostima e l’incapacità di accettare critiche per il terrore di essere giudicate, quella sul mondo degli uomini riguarda la violenza e le dinamiche di branco. Anche Skinner, diventato aiuto-giardiniere e ormai senza opinioni sue (“Nessuno è meglio di nessun altro e ognuno è il migliore a tutto”) viene bullizzato dagli scoiattoli che dovrebbe avvelenare.
Intanto continuano le baruffe a casa tra Homer e Marge perché lui è sessista. Homer non riesce a trovare la parole giuste con lei, la fa arrabbiare e finisce a dormire sul divano. Lì parla con il cane ma non trova le parole giuste nemmeno con lui e finisce a dormire nella cuccia. Nulla è preso davvero sul serio e la permalosità di tutti è il vero bersaglio, il fatto che ognuno si senta offeso facilmente. Vale la pena ripeterlo. Era il 2006!
Lisa si traveste da maschio per poter studiare la vera matematica su libri che comicamente hanno scritto “VERA MATEMATICA” in copertina e troverà un mondo di violenza e sopraffazione. Viene subito emarginata e vessata con soprannomi infami e botte dai bulli. Per integrarsi chiederà l’aiuto di Bart e la risposta sarà che lei a sua volta deve sopraffare qualcuno (Ralph, il più debole). Cioè la dinamica di branco. Il fatto di aver dato un pugno al più debole della scuola la renderà una vera eroina, come fosse un’impresa, e subito sarà accettata.
Ciò che fa ridere è come il mondo dei maschi funzioni ad insulti, violenza e sopraffazione anche in classe. Lisa sbaglia una risposta di matematica, viene corretta e si stupisce che nessuno si sia preoccupato dei suoi sentimenti e così ha imparato qualcosa. Proverà a risolvere questioni violente con le parole e i sentimenti venendo solo menata di più. Aver picchiato qualcuno a sua volta farà sì che possa studiare e imparare, la renderà in pieno parte del branco ma anche totalmente sottomessa a quelle regole. È un momento interessantissimo. Lisa ha quello che vuole ma ha dovuto rinunciare ad una parte di sé, abbandonarsi alla maggioranza e soprattutto fare del male a qualcuno per non essere picchiata a sua volta.
Vincerà un premio per il miglior studente in matematica e lì svelerà di essere una ragazza, cioè quelle che si diceva non potessero capire la matematica. Una ragazza è la più brava della scuola ma, obietta Bart, solo perché lui le ha insegnato a ragionare come un maschio. Lisa si rende conto di quanto sia sadico e crudele il mondo dei ragazzi (cosa che fa comicamente esultare tutti i ragazzi in sala come fosse un merito), ma capisce di essere migliorata con questo sistema “e allora credo che la vera ragione per la quale non vediamo molte ragazze trionfare nelle materie scientifiche sia perché…” e proprio mentre sta per tirare la morale viene interrotta dal direttore del coro che preme per far esibire Martin con il flauto.
“Sono felice di essere una ragazza e felice di essere brava in matematica” chiuderà senza dare una risposta. Risposta che non c’è ovviamente se non nell’esibizione di Martin con il flauto raccontata all’inizio. La puntata non vuole dare risposte, almeno non direttamente, ma prendere in giro, prendere in giro e prendere in giro chi non tollera di essere preso in giro esattamente sulle questioni su cui non tollera di essere preso in giro.