I risultati di Eragon

Arrivata alla fine della sua corsa, la pellicola fantasy si appresta a raggiungere i 240 milioni di dollari. Meglio di quanto pronosticato ad un certo punto, ma comunque una notevole delusione. Ecco quali sono le possibilità per un sequel

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Dati: Box Office Mojo

Eragon sta terminando la sua corsa, con (attualmente) 73 milioni di dollari negli Stati Uniti e 165 in quelli internazionali (insomma, alla fine saranno circa 240 complessivi in tutto nel mondo).
Visto che avevo già fatto ammenda per i pronostici sbagliati sugli incassi di Eragon, spieghiamo da cosa è derivato l’errore. Intanto, come già detto, dall’aver sottovalutato le conseguenze positive delle feste natalizie sugli incassi. E poi, dall’aver pensato che i risultati internazionali non divergessero molto da quelli statunitensi, mentre invece la pellicola è decisamente andata meglio all’estero che in patria. Tant’è, che mentre i pronostici sui dati americani (all’inizio avevo parlato di 60-70 milioni) non si sono discostati molto dalla realtà, sono stati proprio i mercati esteri a fare la differenza.

Detto questo, non è che la pellicola sia stata un successo, tutt’altro. Basta ricordare i risultati di altre saghe fantasy recenti, come Il Signore degli Anelli (tra gli 871 milioni e 1,1 miliardi incassati da ciascun episodio) e Harry Potter (976 milioni per il primo capitolo, il più fortunato, e 789 per il terzo, quello meno visto al cinema) per capire la differenza di pubblico. Ma se queste due serie erano probabilmente irraggiungibili (anche se molti episodi, incredibile a dirsi, sono costati meno di Eragon!), quello che lascia più perplessi è il dato di un film come Le cronache di Narnia, che ha ottenuto 744 milioni complessivi. Sulla carta, quell’adattamento non era certo migliore, né dal punto di vista qualitativo, né per quanto riguarda il potenziale pubblico (anzi, probabilmente sono più i lettori giovani che hanno letto Eragon).

Ma, insomma, qual è la situazione dal punto di vista economico? Beh, la pellicola è costata almeno 100 milioni di dollari (ma c’è chi sostiene che questa cifra sia bassa, come evidenziato da questo articolo, e possa quindi aggirarsi sui 110-120, peraltro decisamente poco visibili sullo schermo). Aggiunte le spese di marketing e distribuzione, siamo almeno sui 180 milioni di dollari, ma probabilmente una cifra intorno ai 200 milioni è ragionevole.
Per quanto riguarda i ricavi, dai 240 milioni va tolto il 45%, che è la quota media degli esercenti. Significa che l’utile per la Fox è intorno ai 130-135 milioni. Insomma, la pellicola è decisamente in rosso al momento, di una cifra che oscilla tra i 50 e i 70 milioni di dollari. Non è poco, anche se, tra home video, vendite televisive e accordi commerciali, sicuramente verrà recuperata.
Il punto non è tanto che Eragon sia un po’ in passivo o in attivo. Certo, rispetto ai dati che avevo pronosticato, questi lasciano qualche speranza per vedere un sequel. Il fatto è che, a mio avviso, il prossimo (eventuale) episodio potrebbe andare molto peggio e quindi essere ancora meno vantaggioso di questo.

Prendiamo una serie che, come costi/ricavi, ha diversi punti di contatto con Eragon, quella di Tomb Raider. Il primo episodio, costato 115 milioni di dollari (quanto probabilmente è costato in realtà Eragon), incassò 274 milioni nel mondo, comunque 30 milioni in più della pellicola fantasy. Ma il prodotto non era certo piaciuto al pubblico e alla critica (19% di pareri positivi su Rotten Tomatoes, risultato molto simile al 15% ottenuto da Eragon) e il sequel ne ha risentito, guadagnando solo 156 milioni, con una perdita quindi del 43% da un film all’altro. Se Eragon seguisse lo stesso schema, guadagnerebbe intorno ai 135 milioni di dollari. Ora, magari questo paragone è troppo semplicistico, il numero di appassionati magari limiterebbe un po’ i danni. Ma sono diversi i motivi per cui un eventuale sequel, quasi sicuramente, incasserebbe molto meno del suo predecessore e che fanno pensare che quella cifra non sia molto distante dalla realtà (magari, ‘arrotondata’ a 150).

Intanto, generalmente il primo film non è piaciuto, né agli spettatori comuni (che magari, di fronte ad un sequel lascerebbero proprio perdere e si dedicherebbero ad altro) né ai lettori del libro (che magari si limiterebbero ad una sola visione o addirittura aspetterebbero l’arrivo del dvd). La mancanza di gradimento è evidente nei cali subiti (praticamente ovunque) dalla pellicola rispetto ai risultati del primo weekend. Inoltre, è quasi impossibile che la Fox lo rimetta a Natale, preferendogli titoli più promettenti (anche quest’anno, sarebbe stato meglio, con il senno di poi, far uscire all’estero Night at the Museum durante le feste). Quindi, un eventuale Eldest non beneficerebbe neanche del Natale e del pubblico che in quel periodo si vede qualsiasi cosa. Inoltre, gli accordi con gli esercenti dovrebbero, evidentemente, essere meno vantaggiosi. Eragon è rimasto in 3.000 cinema americani per quasi un mese, nonostante delle medie per sala sconfortanti, perché sicuramente gli esercenti saranno stati obbligati per contratto a tenerlo tanto pur di poterlo proiettare (cosa molto appetibile, quando si pensava che sarebbe stato un grande successo). Per le stesse ragioni, gli altri studios avranno meno paura e potranno proporre pellicole simili nello stesso periodo, aumentando la concorrenza (che in quest’occasione è stata minima). E anche gli accordi per il merchandising, qualsiasi cifra abbiano portato per il primo film, andranno rivisti al ribasso. Aggiungiamo che il genere fantasy, che così bene ha fatto negli ultimi anni, probabilmente calerà come risultati nel prossimo futuro e il quadro non è dei migliori.

Non è un caso, quindi, che i produttori non abbiano ancora parlato del sequel. In teoria, quando un film va bene lo si annuncia immediatamente, ma questo non era proprio il caso. Quindi, da una parte si aspettano giustamente i risultati dell’home video, ma dall’altra si perde tempo prezioso per lavorare ad un eventuale nuovo episodio. Comunque, è difficile aspettarsi risultati straordinari dall’home video, considerando il prodotto che verrà proposto (e di cui abbiamo parlato in questo articolo). Peraltro, il dvd fa pensare (considerando la presenza di scene tagliate e allungate) che non ci sarà una versione estesa (e quindi un’ulteriore fonte di reddito). Ma, anche così, almeno un documentario lungo e corposo (le featurette sono generalmente speciali di 10-15 minuti al massimo) ci stava bene, assieme magari ad un commento del cast.

Un altro problema per un possibile sequel è il regista. Cambiarlo sarebbe la cosa migliore, ma costerebbe troppo ricominciare con uno nuovo (peraltro chi? Non certo un grande nome…) e visti i risultati ottenuti… D’altronde, anche sostituire il cicciobello protagonista sarebbe ottimo, ma questo è ovviamente impossibile.

L’unica soluzione per fare un sequel è, a mio avviso, abbassare notevolmente il budget. Soluzione non facile, considerando che sono stati spesi più di 100 milioni per un episodio certo non esaltante per quanto riguarda lo spettacolo, e che Eldest promette diverse scene impegnative e costose. D’altra parte, si ritorna al modello Tomb Raider. Dopo i risultati non straordinari (ma comunque migliori di Eragon) ottenuti dal primo episodio, i produttori optarono per diminuire di venti milioni il budget del successivo, portandolo a 95. Il problema è che non andò bene neanche così, visti gli incassi. Ma con Eragon si pone un problema supplementare. Mentre i realizzatori di Tomb Raider poterono (dopo aver constatato l’insuccesso) fermarsi al secondo episodio, quelli di Eragon hanno in mano una possibile trilogia. Non sarebbe proprio il massimo realizzarne 2/3 e lasciare da parte l’ultimo capitolo. Per evitare questo rischio, o si girano i due episodi insieme (cosa impossibile, visti i risultati) o forse sarebbe meglio lasciar perdere. Anche per gli amanti del buon cinema…

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