I più grandi furti d'arte della storia non commessi da Lupin!
La realtà a volte è più incredibile della finzione mostrata in Lupin: scopriamo assieme alcun dei più grandi furti d'arte della storia
In attesa della seconda parte di Lupin, disponibile solo su Netflix dall'11 giugno, vi parliamo di alcuni dei più famosi furti di grandi opere d'arte nella storia...
Un giovane imbianchino italiano, di nome Vincenzo Peruggia, nel 1911 mise probabilmente a segno il furto più clamoroso della storia rubando la più famosa opera di Leonardo da Vinci dal Museo del Louvre a Parigi: la Gioconda. L'uomo, che aveva lavorato al Louvre, aveva imparato come eludere la sorveglianza e dopo essersi chiuso in uno sgabuzzino ne uscì a museo chiuso e si allontanò indisturbato nascondendo la preziosa refurtiva sotto il cappotto. Al museo si accorsero della scomparsa della Monna Lisa solo la mattina seguente. Ci vollero due anni per ritrovarla: secondo le due versioni più accreditate, Peruggia la tenne nascosta sotto il pavimento della sua stanza da letto o appesa sopra il tavolo della cucina. L'imbianchino si tradì quando, tornato in Italia, tentò di vendere il quadro a un antiquario di Firenze e una volta arrestato disse di averla portata via dalla Francia convinto che la Gioconda fosse stata illegalmente portata via da Napoleone. In realtà fu Leonardo da Vinci stesso a portarla con sé in Francia dove la vendette al Re Francesco I.
Nel 1969 due ladri riuscirono ad entrare nell'Oratorio di San Lorenzo a Palermo impossessandosi dell'olio su tela dipinto dal maestro ad inizio del Seicento. L'opera, valutata intorno ai 20 milioni di dollari, che al tempo del furto non era protetta da particolari sistemi di sicurezza, non è mai stata ritrovata. Negli anni sono state fatte diverse ipotesi sul destino del prezioso quadro, tra cui che fosse stata rubata dalla mafia, che soleva esporla in occasione di importanti incontri e leggenda vuole che fosse stata usata persino come merce di scambio nella trattativa Stato-Mafia.
Alcune ipotesi lo vogliono andato ormai distrutto dopo che il dipinto fu irrimediabilmente rovinato proprio durante il furto, mentre un giornalista dichiarò negli anni ottanta di essere stato a un passo dal recuperarlo in una trattativa che fu però interrotta a causa del terremoto in Irpinia.
L'URLO DI EDVARD MUNCH
Nel 2004 due uomini armati entrarono nel museo di Edvard Munch a Oslo e, davanti ai visitatori attoniti, portando via con sé la Madonna e l'Urlo di Munch tagliando semplicemente i fili con cui erano appesi alla parete e lasciando un biglietto di scherno con cui ringraziavano per la scarsa sicurezza della Galleria. Dell'incredibile furto si parlò in tutto il mondo e fu persino rivendicato da un gruppo antiabortista, una pista che si rivelò però falsa. L'Urlo fu ritrovato tre mesi dopo in un hotel di Oslo e 4 persone furono arrestate, ma il quadro subì tali danni che nessun restauro riuscì a riportalo alla condizione originale.
I PAPAVERI DI VINCENT VAN GOGH
La storia di questo olio su tela è piuttosto travagliata. Il dipinto, esposto al museo Mohamed Mahmoud Khalil di Giza, in Egitto, fu rubato una prima volta nel 1978 e ritrovato 10 anni dopo in Kuwait e, di nuovo e sempre dallo stesso museo, nel 2010. Nessun degli allarmi del museo suonò e nonostante le dimissioni di 11 dipendenti del ministero della Cultura e l'arresto e l'incarcerazione di alcuni lavoratori del museo, l'opera del valore di 50 milioni di euro non fu mai ritrovata.
PICCIONE CON PISELLI DI PABLO PICASSO
Nel 2010 l'opera fu rubata dal Musèe d'Art Moderne di Parigi assieme ad alte quattro. Per il furto, qualche tempo dopo fu arrestato Vjeran Tomic. Secondo quanto da lui raccontato, mentre passeggiava lungo la Senna, Tomic notò che le finestre del museo d'Arte Moderna erano simili a quelle di un appartamento in cui si era introdotto qualche anno prima, cosa che gli fece decidere di tentare di introdurvisi. Dopo un sopralluogo al museo si rese conto che sarebbe stato molto facile sottrarre qualche preziosa opera d'arte da un luogo che giudicò avere un bassissimo livello di sicurezza. Così, nella notte del 20 maggio 2010, il ladro si portò via 5 opere d'arte per il valore complessivo di 100 milioni di euro. Arrestato l'anno successivo in seguito ad una soffiata, Tomic disse di aver gettato il Picasso in un cassonetto dopo aver ricevuto una prima visita della Polizia, ma seppure le forze dell'ordine non gli credettero, il famoso quadro non fu mai ritrovato.
RITRATTO DI JACOB DE GHEYN III DI REMBRANDT
Ribattezzato "il Rembrandt da asporto", il quadro del famoso pittore olandese dipinto nel 1632 fu rubato per ben 4 volte, nel 1966, ne 1973, nel 1981 e nel 1986, grazie anche alle piccole dimensioni dell'opera, che misura circa 30 centimetri. Il quadro fu rubato per la prima volta dalla galleria Dulwich Picture di Londra e ritrovato dopo pochi giorni. Da allora, il Rembrandt fu sottratto nell'ordine da un comune visitatore che se lo infilò sotto la giacca, da ladri che si intrufolarono nel museo da un lucernario e da qualcuno che lo lasciò nel 1981 in un taxi. L'opera è sempre stata ritrovata ed è tuttora conservata nel medesimo museo.
LA SALIERA DI FRANCESCO I DI BENVENUTO CELLINI
Esposta presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna, la saliera fu rubata nel 2003 in un momento in cui si stavano facendo dei lavori di ristrutturazione al museo. Il ladro ne approfittò per arrampicarsi sulle impalcature, rompere una finestra e portare via il prezioso oggetto d'arte del valore di 50 milioni di dollari. Nonostante il furto avesse fatto scattare l'allarme, i custodi non se ne preoccuparono e la mancanza della saliera fu notato sola il giorno dopo. Nel 2006 furono diffuse alcune immagini del sospettato che fu identificato ed arrestato poco dopo: l'uomo era Robert Mang, e fu condannato a 4 anni di carcere dopo che confessò il furto e restituì la saliera che aveva sepolto in una scatola in un bosco fuori Vienna.
La seconda parte della prima stagione di Lupin debutterà venerdì 11 giugno su Netflix.