I migliori vampiri del cinema

Dracula, ovviamente, ma anche suo cugino e una vampira ballerina: ecco la nostra selezione dei migliori vampiri mai visti al cinema

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Questo pezzo avrebbe potuto essere molto più semplice di così. “I 10 migliori vampiri del cinema”: facile, la risposta è “Dracula” per dieci posizioni, e si tratta solo di scegliere chi l’abbia interpretato meglio. E invece no, troppo facile così! Dracula è il vampiro per antonomasia e il protagonista di una percentuale parecchio alta di film sui succhiasangue, ma non è l’unico. Anzi! Il cinema di vampiri è un (sotto)genere florido e sempre prolifico, e soprattutto che non ha mai mollato il colpo in un secolo di storia: non esistono periodi nei quali si è smesso di fare film sui vampiri, a differenza di altri mostri celebri come gli zombi che si sono sempre mossi a ondate. Parlare un’altra volta solo di Dracula sarebbe uno spreco di materiale.

E quindi parleremo di vampiri in generale, esponendoci così al quintuplo delle critiche: “dov’è Chris Sarandon in Fright Night?” vi starete già chiedendo. “È davvero possibile parlare di vampiri senza parlare di Vampires di Carpenter?” urlate con disperazione. Avete ragione: abbiamo dovuto fare una dolorosa selezione, e quindi lasciar fuori alcuni grandissimi succhiasangue del passato più o meno recente. Non prendetevela: i vampiri sono immortali e gli esclusi hanno quindi tutto il tempo di finire in una classifica simile a questa ma scritta tra cento anni. Per ora godetevi le nostre scelte, presentate come sempre in rigoroso ordine alfabetico.

Blacula (William Marshall)

Il protagonista del primo film di blaxploitation a tema vampiri esiste proprio grazie a Dracula: nel film di William Crain, Mamuwalde è un principe africano che si rivolge proprio al vampiro supremo per chiedere il suo aiuto nel fermare la tratta degli schiavi. Dracula rifiuta e maledice Mamuwalde, trasformandolo in Blacula, e mettendolo al centro di una storia che ricorda il romanzo di Bram Stoker, ma virato alla modernità e ambientato in un quartiere nero di Los Angeles.

Dracula (Gary Oldman, Christopher Lee, Bela Lugosi…)

L’alfabeto ci permette di toglierci subito il dente e con esso il dolore. Ovvio che in questa lista c’è anche Dracula: abbiamo detto che ne volevamo fare una con i migliori vampiri del cinema senza dedicarla solo a lui, ma non abbiamo detto che l’avremmo escluso. Di quale Dracula parliamo, però? C’è l’imbarazzo della scelta, e un vampiro per tutti i gusti. Lo volete goticheggiante e romantico, un po’ bella e un po’ bestia, e molto erotico? C’è Gary Oldman. Lo preferite più classico, austero e spaventoso? Bela Lugosi è lì per voi. Magari, ecco, lasciate il Dracula di Dominic Purcell lì dov’è.

Eli (Lina Leandersson)

Abbiamo scelto la versione svedese dell’adattamento del romanzo Lasciami entrare, e di conseguenza la straordinaria (e straordinariamente eterea) Lina Leandersson, ma anche la versione americana, diretta da Matt Reeves e nella quale la vampira è Chloë Grace Moretz, merita una menzione. In entrambe, la figura del vampiro è trattata in modo diverso dalla media, e presentata come più fragile ed emotivamente ricca del classico succhiasangue immortale e privo di preoccupazioni terrene.

Marlow (Danny Huston)

Ogni tanto fa bene un vampiro senza fronzoli e con scarse capacità comunicative – una bestia feroce e assetata di sangue, un classico mostro da film horror invece che una figura ambigua e affascinante. Di 30 giorni di buio avevamo parlato qui, dicendo che funziona anche senza vampiri. Inutile dire però che con i vampiri è meglio.

Max (Edward Herrmann)

Il vampiro perfetto è quello che riesce a confondersi tra gli esseri umani e a non farsi beccare, che non ha bisogno di sporcarsi le mani per compiere le sue gesta perché è il capo, e sotto di lui c’è una banda pronta a eseguire tutti i suoi ordini. Il vampiro capo di Ragazzi perduti si rivela come tale in un gran finale a sorpresa: fino a quel momento si spaccia per proprietario di un negozio di videocassette. Non sarà come avere un castello in Transilvania, ma di sicuro dà meno nell’occhio.

Miriam (Catherine Deneuve)

Miriam si sveglia a mezzanotte è la storia di una vampira immortale e dei suoi amanti a scadenza: ogni volta che trasforma un’altra persona in un vampiro se la può godere solo per un paio di secoli, prima che questa inspiegabilmente si consumi in breve tempo. Il film segnò il debutto di Tony Scott, una delle persone di cinema di cui più sentiamo la mancanza.

Nosferatu (Max Schreck)

Direte “ma è Dracula!”. Eh no! Nel Nosferatu di Murnau, il vampiro che vive in Transilvania non si chiama Conte Dracula ma Conte Orlok, ed è quindi tutto un altro vampiro. Non c’entra nulla, ovviamente, il fatto che al tempo il romanzo di Stoker fosse ancora protetto da diritti (negli Stati Uniti lo sarebbe stato fino al 1962) e che quindi cambiare il nome del protagonista fosse un modo per proteggersi dalle accuse di plagio. Curiosità: Nosferatu, uno dei più grandi film della storia del cinema, fu il primo film prodotto dalla neonata Prana Film, che andò in bancarotta poche settimane dopo l’uscita.

Peina (Christopher Walken)

Peina è il Dracula di The Addiction di Abel Ferrara: il vampiro alfa, quello vecchio, saggio e che ha imparato a controllare i suoi istinti più bestiali e a confondersi senza fatica tra gli esseri umani. E che quindi si tiene alla larga da tutti i casini del film, preferendo godersi la vita domestica leggendo libri e discettando di filosofia.

Santanico Pandemonio (Salma Hayek)

Uno dei twist più shockanti della storia del cinema è la rivelazione dell’identità di Santanico Pandemonio, reso ancora più shockante dal fatto che è preceduto da questa scena:

Vladislav (Jemaine Clement)

Oggi What We Do In The Shadows è “quella fantastica serie di vampiri che fa un sacco ridere e un sacco di successo”, ma meno di dieci anni fa era un film da cui nacque tutto, e che contiene alcuni dei vampiri più esilaranti della storia del cinema. Noi abbiamo eletto Vladislav a migliore del gruppo, ma se non siete d’accordo possiamo capirvi: è come quando ti chiedono se vuoi più bene al papà o alla mamma.

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