I migliori flop: 10 bellissimi film arrivati dopo il 2000 che sono stati un disastro al botteghino

10 flop imperdibili dal 2000 a oggi, film bellissimi che non sono riusciti a recuperare i costi e che meritano una seconda possibilità.

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Flop, insuccesso, fiasco. Quando si parla in questi termini dei film che sono andati male, molto male, al botteghino, si rischia di trarre in inganno il lettore. Perché talvolta, leggendo i risultati economici, si è portati a pensare che a questi corrisponda anche un’indicazione di qualità. Un semplice meccanismo psicologico per cui se un titolo scala la classifica dei più visti dell’anno allora avrà qualche merito. Se non riesce a fare profitto, non attirare spettatori in sala, allora manca di qualcosa.

Nulla di più sbagliato. I cinefili che amano andare alla scoperta di perle nascoste lo sanno: talvolta nel fondo della classifica di incassi si trovano opere rare, divisive, complicate eppure molto stimolanti. A volte i flop possono incassare anche bene, ma essere troppo costosi rispetto al guadagno che hanno portato. Lo ricordiamo, per fare profitto un film deve aggiungere al semplice costo di produzione almeno la cifra equivalente per coprire la promozione e la distribuzione.

Siccome tutti meritano una seconda possibilità, abbiamo cercato tra i flop dall’inizio del millennio a oggi 10 film bellissimi da non dimenticare. I numeri parlano chiaro: non sono stati visti da un numero sufficiente di persone. Voi eravate tra quelli? Fatecelo sapere e partiamo subito con il celebre...

I figli degli uomini

Si cita spesso I figli degli uomini come uno dei migliori film del nostro secolo, uno dei più importanti esempi di fantascienza contemporanea. Ma quanti l’hanno visto veramente? E quanti al cinema? L’opera di Alfonso Cuarón ha delle sequenze pazzesche, tra cui un piano sequenza in macchina tra i migliori di sempre. Tutto questo costa. 76 milioni di dollari per l’esattezza. Ne ha incassati solo una settantina. Ha avuto una nuova vita in home video grazie al passaparola, ma non sufficiente a cambiare le sue sorti. Eppure, se potessero tornare indietro nel tempo, molte delle persone che lo hanno visto invaderebbero i cinema nella prima settimana di uscita.

Steve Jobs

Si può fare un film cogliendo la palla al balzo di una morte celebre, farlo bene e addirittura con delle idee innovative? Steve Jobs è di Danny Boyle, ma la risposta affermativa a queste domande viene dalla ispirata sceneggiatura di Aaron Sorkin. La forma è sostanza: il fondatore della Apple è ripreso poco prima della presentazione di tre prodotti chiave dell’azienda. Una vita raccontata attraverso gli apici, gli oggetti, e i tormenti. Costato 30 milioni di dollari avrebbe potuto incassarne tranquillamente il doppio, se non di più, grazie ai nomi coinvolti, all’affetto del pubblico per l’imprenditore e ai numeri attoriali che fanno Michael Fassbender e Kate Winslet. Un inciampo fu il concorrente Jobs, uscito poco prima. In breve l’interesse sulla sua vita calò. Tutti avevano letto la biografia, perché guardare il film? Incassò solo 34 milioni di dollari. 

L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford

Il film di Andrew Dominik ha risvegliato l’entusiasmo per una reinterpretazione dei miti del western con la sensibilità autoriale di oggi. Il film è bellissimo, la fotografia di Roger Deakins è fuori dal mondo, eppure nemmeno Brad Pitt è riuscito a portare la gente in sala. A dirla tutta a fianco a lui c’erano star del calibro di Casey Affleck, Sam Rockwell, Jeremy Renner, Sam Shepard. La sola produzione è costata 30 milioni di dollari. L’incasso fa paura: 15 milioni.

West Side Story + The Fabelmans

Steven Spielberg è arrivato in sala con due film bellissimi che il pubblico non ha visto. West Side Story aveva l’alibi di essere un remake, un musical, e di uscire in un momento pandemico ancora difficile. The Fabelmans no. Difficile indagare le ragioni del flop. Probabilmente sono molteplici (un titolo non semplice, una campagna promozionale sbagliata, la portata contenuta della storia), ma quest’ultimo è uscito particolarmente ammaccato dalla scorsa stagione. A peggiorare il tutto la sconfitta agli Oscar. Poco male, guardatelo lo stesso insieme a West Side Story. Avrete tutto per voi non uno, ma due gioielli cinematografici.

Madre!

Darren Aronofsky è già di suo un regista divisivo. In più con Madre! Ha costruito un film fatto apposta per dividere in due sia la critica che il pubblico. Estremo, incasinato, sperimentale, folle, non è una sorpresa il suo insuccesso. Fu fischiato anche duramente a Venezia. Scene di rabbia e sgomento che non si sono più riviste (per ora). Costato 30 milioni di dollari è stato un fiasco da 44 milioni. Solo 17 in USA, 26 nel resto del mondo. Il traino di Jennifer Lawrence e Javier Bardem è stato molto minore di quanto auspicato. Vale però la pena provare a passare sotto questo tritatutto. Le emozioni saranno tante: odio o amore. Sicuramente non indifferenza. 

Warrior

Due fratelli. Un torneo di arti marziali miste. Entrambi sono costretti a vincere. In Warrior Tom Hardy fa capire tutto quello che può fare come attore. Joel Edgerton lo segue come può. Nick Nolte svetta su tutti. Frank Grillo allena con un carisma commovente. Lacrime muscolari, virili, in un film grande, grosso e bellissimo. Fu un flop di quelli che dispiacciono proprio tanto. Nel mondo incassò solo 9 milioni di dollari. Non coprì con il totale nemmeno i suoi esigui 25 milioni di costi di produzione. Aveva le carte in regola per entrare nel cuore degli spettatori e, magari, influenzare il genere portando più dolore e sentimenti.

La fiera delle illusioni - Nightmare Alley

Colpa della pandemia o del disinteresse degli spettatori paganti? La fiera delle illusioni di Guillermo Del Toro è un noir pazzesco, tra i migliori film del regista. Costato 60 milioni di dollari ne ha incassati 37 prima di finire su Disney Plus. Un flop tremendo e ingiusto, tanto che persino Martin Scorsese difese il film scrivendo una lettera aperta. Diceva di farsi un regalo e andare a vedere il film. È rimasto inascoltato. 

The Last Duel

Era il 2021 e mentre il mondo cercava di convivere con il Covid, Ridley Scott sparava sul grande schermo due film. Uno bello e uno brutto. Nessuno dei due ha fatto particolari faville, l’anno era parecchio difficile per il box office. Solo che quello brutto (House of Gucci) è andato molto meglio di quello bello: The Last Duel. Preparatevi ai numeri, che fanno male. Con un budget da oltre 100 milioni di dollari ne ha incassati poco più di 30 milioni. Ridley Scott si innervosì un poco dando la colpa del flop ai millennials

Blade Runner 2049

Il film impossibile. Quello da cui nessun regista ne esce incolume. Solo i pazzi possono pretendere di fare bene un sequel di Blade Runner. O i registi molto bravi. Denis Villeneuve appartiene alla seconda categoria. Così il suo Blade Runner 2049 è un po’ strano, non rivoluzionario, non appassionante come il primo, ma perfetto, curatissimo, rispettoso, innovativo a modo suo. Il discorso sull’identità, sugli automi e gli umani che si innervano nel tessuto delle città cyberpunk è andato avanti bene.

La risposta del pubblico è stata chiara: non ci fidiamo. Non toccate i classici. Il break even era stimato intorno ai 400 milioni di dollari. Riuscì a racimolarne solo 267.

Vizio di forma

Paul Thomas Anderson non è certo un regista da incassi stratosferici. La sensazione è però che nessuno, al di fuori della stretta cerchia di appassionati, abbia visto il suo bellissimo Vizio di forma. I numeri ci danno ragione: 14 milioni di incasso in tutto il mondo. Molto male per un film con Joaquin Phoenix, Josh Brolin, Owen Wilson, Reese Witherspoon, Benicio del Toro, Jena Malone, Katherine Waterston e ovviamente Maya Rudolph.

Vale la pena acquistarlo in home video e dedicargli una serata. A questo e agli altri film che abbiamo citato. Per gustarsi del gran cinema. E per poter dire agli amici: “io l’ho visto, e tu?”. 

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