I migliori film medi - seconda parte

Dopo avervi parlato di Mean Girls, Come d'incanto e de La ricerca della felicità, scopriamo quali sono i primi due prodotti medi migliori degli ultimi anni...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Per chi si fosse perso la prima parte, può recuperarla cliccando qui

2 - L’era glaciale

Ok, non si arriva ai capolavori della Pixar, né a quelli extrastatunitensi di Hayao Miyazaki, della Aardman o di pellicole francesi come Persepolis e Appuntamento a Belleville. Ma di sicuro siamo decisamente qualche spanna sopra ai titoli della Dreamworks, in particolare i deludenti Madagascar e Shark Tale. Merito di una storia solida che, in maniera discretamente classica, racconta un western ai tempi della preistoria, senza rendere tutto un gioco, ma mostrando anche ai bambini che la natura non sempre è benevola. Ovviamente, sono fondamentali una serie di personaggi che funzionano benissimo tra loro come il mammut Manfred, la tigre Diego e il folle bradipo Sid, in grado di integrarsi perfettamente in questo racconto con la sua follia. No, non l'abbiamo dimenticato. Le disavventure di Scrat ci hanno fatto morire dal ridere, anche se non erano assolutamente collegate alla storia. Ma con un tale spasso, chi se ne... 

1 - Il diavolo veste Prada
Curioso. Un film con Meryl Streep in cui il personaggio peggiore è quello di... Meryl Streep. In effetti, se l'interpretazione dell'attrice è comunque lodevole, il ruolo di Miranda Priestly non è ben delineato come sarebbe stato necessario. Quindi, perché è in cima alla lista? Per tante ragioni. Iniziamo dagli attori. Tenere testa alla Streep non è certo la cosa più facile del mondo, ma il cast ci riesce. La trasformazione di Anne Hathaway è perfetta ed è finora la parte più significativa della sua carriera (speriamo non sia così ancora per molto tempo e continui a migliorare). Ma sono due ruoli di contorno a farsi notare. Emily Blunt, nei panni della prima assistente, è assolutamente ossessionante come richiede il copione e mette in mostra tutto il suo fanatismo ("non è giusto che tu vada a Parigi, mangi carboidrati!"). Stanley Tucci invece, nei panni dello stilista che lavora alla rivista, ha le battute migliori ("taglia 42? E' la nuova 56", "dimmi quando la tua vita privata è completamente a pezzi, significa che sta per arrivare una promozione"). E se la sceneggiatura non sarà originalissima (Wall Street meets Sex and the City), almeno una scelta coraggiosa va sottolineata, ossia mostrare il percorso emotivo della protagonista anche quando va a letto con un bellimbusto presuntuoso. Di questi tempi pruriginosi, non è da sottovalutare...

La recensione

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