I migliori film di febbraio 2022 in streaming o al cinema

Ecco i migliori film di febbraio del 2022 che sono usciti al cinema o in streaming: da I segni del cuore a Il legionario

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Ecco i migliori film di febbraio 2022 che abbiamo visto in streaming o al cinema

Molto di quello che vediamo e raccontiamo con una recensione si perde. Alcune volte sono i film piccoli a non ricevere l’attenzione che meriterebbero, altre volte sono i migliori. Abbiamo così deciso di fare un piccolo riassunto ogni mese del meglio tra ciò che abbiamo visto. Senza distinzioni. Film usciti in sala, usciti in noleggio, usciti su una piattaforma in streaming come anche quelli visti ai festival e che non sono ancora usciti.

L’idea è quella di ricapitolare tutte le nostre segnalazioni scremando verso l’alto solo quello che pensiamo non vada perso, non debba sfuggire e meriti una visione. Ci saranno i film più noti e pubblicizzati come anche, con una certa preferenza, quelli che meno noti e dotati di una cassa di risonanza meno forte, che quando lo meritano hanno più bisogno di un riflettore su di sé per farsi notare.

Ecco la nostra lista di febbraio 2022:

il discorso perfetto

Il discorso perfetto

"Vorrebbe disperatamente poter manipolare il tempo Adrien (Benjamin Lavernhe), da quando la sua fidanzata Sonia (Sara Giraudeau), con uno sguardo comicamente esausto, gli ha annunciato di voler mettere in pausa la loro relazione. Da quel momento, che avviene subito nel fulminante incipit di Il discorso perfetto, il regista e sceneggiatore Laurent Tirard accompagna il disperato Adrien con uno spirito di divertita – e molto divertente – empatia nel tentativo maniacale di questo di ricapitolare una vita di insicurezze ed errori imbarazzanti, raccontata quasi interamente per aneddoti e immaginata per “se”."

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i segni del cuore

I segni del cuore – CODA

"Siamo ormai così assuefatti alla formulaicità senza ispirazione di tanti film “mordi-e-fuggi” (soprattutto in ambito teen/coming of age), schematicamente funzionanti ma svuotati di qualsiasi tipo di emozione, che quando ci passa davanti agli occhi un film tanto (ma tanto) semplice ma così genuinamente commovente come I segni del cuore ci ritroviamo improvvisamente senza difese, travolti da un’ondata di amore per un cinema dell’innocenza che davamo ormai per disperso."

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senza fine

Senza fine

"È decisamente sui generis Senza fine: senza un finale ma anche senza un inizio e, nello svolgersi, senza una direzione. Questo documentario di Elisa Fuksas su Ornella Vanoni fa della suggestione la sua cifra poetica e tra richiami a sirene – il mondo marino in cui la Vanoni si rispecchia metaforicamente e si immerge fisicamente, attraverso una piscina – e un passato evocato e mai raccontato, il film diventa un’operazione sperimentale che vive delle sue mancanze, di ciò che non c’è, in un modo talmente sconclusionato da diventare, però, quasi affascinante."

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i want you back

I Want You Back

"Questa storia di due sfigati ordinari che avevano dei sogni, che fingono di essere quello che non sono e che nel farlo finiscono per credere alle loro menzogne e scoprire qualcos’altro, contiene il cuore di quello che le commedie romantiche dovrebbero sempre essere, cioè un modo per raccontare la difficoltà nell’avere a che fare con sentimenti estremamente ordinari, inquinati dall’attrazione sessuale e la tragedia della diversità che esiste tra uomini e donne. Peter ed Emma iniziano come stereotipi, la parte della coppia meno attraente e meno di successo, un po’ ridicoli e pieni di difetti, e finiscono come personaggi a tutto tondo, lungo un film che ce li fa esplorare invece che presentarci solo le loro avventure e che, una volta tanto, addirittura fa ridere".

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il truffatore di tinder

Il truffatore di Tinder

"Questo nuovo documentario dalla produttrice di Giù le mani dai gattini, è un viaggio nelle debolezze umane. Come già nell’altro non è la mente nera del colpevole ad affascinare ma la vulnerabilità di chi subisce, indaga e mette in moto gli eventi. Le donne vittime sono ritratti ordinari, borghesi e apparentemente non fragili. Come tutte le persone truffate è necessario un certo grado di creduloneria ma Il truffatore di Tinder cerca di superarlo, cerca di andare più a fondo e guardare e indagare tutti i meccanismi che scattano nella mente femminile e che rendono possibile la truffa. Cosa cercavano queste donne sole, cosa le ha convinte, su cosa facevano leva, che bisogno avevano da spingerle a credere così tanto in un uomo".

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Ennio

Ennio

"La bravura di Tornatore e dei montatori Massimo Quaglia e Annalisa Schillaci riesce a rendere la visione scorrevole, emozionante e coinvolgente, non facendo pesare in nessun modo la durata di quasi tre ore che contraddistingue il progetto. Impossibile non commuoversi quando Ennio Morricone ammette le proprie insicurezze e i momenti difficili, proposti comunque con grande sensibilità, divertirsi con gli aneddoti legati alle bocciature che ha riservato ad alcune delle sue composizioni più conosciute e amate, o indignarsi quando viene ricordato il modo in cui il suo memorabile lavoro venisse sottovalutato a livello artistico, rimanendo poi conquistati dalle rivelazioni riguardanti le origini di elementi originali utilizzati in musica come l’urlo del coyote o i suoni di bidoni di latta".

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il legionario

Il Legionario

"Non si può non applaudire di fronte ad un esordio con mano così ferma e soprattutto scritto così bene (da Giuseppe Brigante, Emanuele Mochi oltre dallo stesso Papou a partire dal suo cortometraggio omonimo), in cui l’impressione è che non ci sia un minuto di troppo o uno stacco buttato via, in cui i dialoghi hanno la schietta onestà della lingua realmente parlata e gli intrecci e le svolte fondamentali nel creare l’incastro in cui è preso Ciobar, si presentano con grande naturalezza. Sembra l’ABC ma sappiamo bene che non lo è. Infine risolvere una storia simile, trovare cioè una chiusa coerente, sensata e non semplicistica al grande showdown finale tra le due anime di Ciobar, è forse la conquista maggiore del film che addirittura sa anche quando chiudere tutto e mettere la parola fine senza odiose code, sottofinali e conclusioni che tirino morali posticce e paternaliste".

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After Love recensione

After Love

"Se la prima parte è tutta focalizzata su Mary, la seconda si apre anche a Geneviève, mettendo in luce in particolare il suo dramma nell’essere una “seconda scelta”. Poco per volta emerge la vicinanza tra le due donne, nella ricerca di un impossibile contatto con l’uomo, che passa attraverso toccare e annusare i suoi vestiti, ascoltare vecchie audiocassette da lui registrate. I possibili segni di una sua presenza (come la polvere che all’improvviso compare nelle stanze, le crepe che si formano sul muro) rendono l’atmosfera claustrofobica e spettrale, che allontana il film dalle tinte da Soap opera, verso cui lo spunto di partenza poteva portare".

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