I migliori film che abbiamo visto a marzo 2021

Abbiamo raccolto i migliori film visti a marzo del 2021 tra quelli usciti al cinema, ai festival, on demand e in streaming

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Molto di quello che vediamo e raccontiamo con una recensione si perde. Alcune volte sono i film piccoli a non ricevere l'attenzione che meriterebbero, altre volte sono i migliori. Abbiamo così deciso di fare un piccolo riassunto ogni mese del meglio tra ciò che abbiamo visto. Senza distinzioni. Film usciti in sala, usciti in noleggio, usciti su una piattaforma in streaming come anche quelli visti ai festival e che non sono ancora usciti.

L'idea è quella di ricapitolare tutte le nostre segnalazioni scremando verso l'alto solo quello che pensiamo non vada perso, non debba sfuggire e meriti una visione. Ci saranno i film più noti e pubblicizzati come anche, con una certa preferenza, quelli che meno noti e dotati di una cassa di risonanza meno forte, che quando lo meritano hanno più bisogno di un riflettore su di sé per farsi notare.

Ecco quindi la nostra lista:

quasi natale

Quasi Natale

"È davvero sorprendente quest’opera seconda di Francesco Lagi prodotta in economia con lo stesso cast con cui ha lavorato a teatro, perché ha il tono e il passo del miglior cinema europeo, sembra Un padre, una figlia di Mungiu ma senza la meschinità della società, solo con il calore e la difficoltà dei rapporti personali.
È qualcosa che avevamo auspicato, richiesto e atteso così a lungo! Un film italiano capace di scrivere, dirigere, far interpretare ma soprattutto di disegnare una scenografia e immaginare dei costumi che parlino di una realtà diversa da quella standardizzata delle commedie e soprattutto lontana da quella pauperistica del cinema d’autore prodotto in serie.".

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il mio corpo vi seppellirà

Il mio corpo vi seppellirà

"Giusto dal punto di vista registico, il problema del film sta nella scrittura (che invece in Tarantino è tutto) incapace di tenere il passo con il ritmo del resto del film e un po’ troppo dilatata per il genere cui appartiene e le ambizioni di grande intrattenimento. E d’intrattenimento è la grande sparatoria finale, impeccabile, una bella dimostrazione di come in questo film la parte tecnica sia la migliore (escluso l’inspiegabile fuoco digitale fatto male). Tutti i comparti sono esaltati e anche gli attori hanno modo di lavorare fumettisticamente sui dialetti e l’uso del corpo come da noi non capita mai, aiutati da una violenza grafica opportunamente esagerata."

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Il sabba

il sabba

"Muovendosi tra gli spazi angusti e semibui della cella e della stanza dell’interrogatorio, Agüero sceglie la via del totale realismo e del naturalismo fotografico, fatto di fioche luci di candele e chiarori di luna; la vicinanza registica agli sguardi e ai gesti degli attori, rivelatori insieme di speranze e nervosismi, fa dispiegare con forza la potenza di una storia basata tutta su dialoghi e impercettibili tensioni. La scelta di Agüero si rivela vincente e giusta per il suo obiettivo: concentrandosi infatti sulle parole e su un continuo pensare e ripensare dei personaggi su quello che viene detto (e sul come devono dirlo) Il sabba riesce a tirare fuori la contraddizione terminologica e poi moralista che gli uomini provano trovandosi di fronte alle giovani donne."

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L'amico del cuore

l'amico del cuore

"Una storia di amicizia pervasa dall’incombenza della morte: questo è L’amico del cuore. Non una grande storia, nel senso di platealmente votata al drammatico, ma la storia vera di un grande rapporto, diretto da Gabriela Cowperthwaite con una significativa delicatezza. Non uno struggente film sul cancro, ma un film quasi sussurrato, sottilmente drammatico, che mentre ci illude di stare parlando della morte, silenziosamente ci porta soprattutto a capire (e lo faremo esattamente insieme ai personaggi) che tutto il dolore che si è visto è stato più sopportabile perché ad addolcirlo c’era una persona “speciale”. L’amico del cuore è infatti, banalmente, la storia di un amico."

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Girl Power

girl power

"È rimanendo sempre fiero della sua natura di teen movie che Girl Power – La rivoluzione comincia a scuola di Amy Poehler propone, riuscendo dignitosamente nell’arduo compito, la sua personale variazione sul genere, costruendo qui un racconto in cui sono primariamente il women power e la rivendicazione femminista il vero punto d’interesse della storia, nucleo narrativo e non solo tematico attorno a cui costruire l’impianto rassicurante del coming of age. Un’operazione rischiosa, facilmente tacciabile di qualunquismo, e che invece Amy Poehler mantiene saggiamente in bilico tra il necessario compiacimento del suo pubblico di riferimento (gli adolescenti) e la seria convinzione che è possibile trattare temi complessi in parole semplici."

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