I migliori dieci film del 2008
In un 2008 incredibilmente ricco di titoli interessanti, non è stato facile scegliere i miei preferiti. Ecco quindi le pellicole che mi hanno convinto maggiormente negli ultimi 12 mesi...
Rubrica a cura di ColinMcKenzie
10 - Milk
E' facile dire che il cinema indipendente americano non è più quello degli anni ottanta e novanta, quando puntava a stupire ed eccitare, piuttosto che a vincere gli Oscar e a guadagnare tanti soldi. Facile e anche vero, in generale. Tuttavia, ogni tanto qualche succursale di major (perché ormai di indipendente nel cinema stelle e strisce non c'è praticamente nulla) offre una buona occasione a qualche regista di indubbio talento, riesce a mettere assieme un cast formidabile e sfrutta al massimo un budget che non basterebbe per i soli effetti speciali di altre pellicole. Se poi i nomi in questione sono quelli di Gus Van Sant, Sean Penn, James Franco e Emile Hirsch (solo per citarne alcuni) è normale vederne delle belle. In effetti, nella recensione si diceva:
Diciamo subito che la prima mezz'ora di Milk è probabilmente la più bella ed efficace che il regista abbia mai realizzato nella sua carriera. Van Sant, infatti, riesce a trovare un mix stilistico che non confonde mai e che soprattutto non ci allontana dai personaggi, ma al contrario ce li rende ancora più umani e vicini. Sembra quasi di vedere una pellicola della nouvelle vague o del free cinema inglese degli anni sessanta, con lievi tocchi da François Truffaut, Lindsay Anderson o Richard Lester.
9 - Taxi to the Dark Side
Molta gente è probabilmente convinta che i documentari politici/di indagine li abbia inventati Michael Moore. Magari sarà perché la memoria storica non è mai tanto forte, in particolare su un argomento come questo, che non suscita grossi clamori (d'altronde, l'opera di Errol Morris non si studia a scuola). Tuttavia, è bello constatare che i documentari impegnati non debbono sempre vedere il regista davanti alla macchina da presa per farsi notare (cosa che solo vent'anni fa sarebbe apparsa fuori luogo), ma che possono creare un'indagine seria e profonda mettendo al centro le vicende storiche e non il proprio ego. Il vincitore dell'Oscar 2008 corrisponde proprio a questa descrizione. Come avevo detto a suo tempo:
Quello che è più importante, è la capacità di collegare ogni scelta dei vertici (descritti attraverso le dichiarazioni dei vari Bush, Cheney, Rumsfeld come superficiali, insensibili e talvolta anche sciocchi) con quello che fanno i soldati più umili, dimostrato anche dai problemi accaduti sia nelle prigioni afgane che in quelle irachene. Insomma, non delle semplici mele marce come fa molto comodo credere, ma il frutto di una politica che non si arresta di fronte a nulla pur di ottenere delle informazioni, anche se sono di dubbia attendibilità.
La recensione del film
8 - Lo scafandro e la farfalla
Forse, come pellicola tout court, nonostante sia di ottima fattura, ce ne sarebbero altre più meritevoli ed equilibrate da inserire in una top ten. Eppure, anche considerando il 'criterio emotivo' di cui si parlava all'inizio, mi sembrava impossibile non citare il film con i venti minuti iniziali più impressionanti di tutto il 2008, impossibili da dimenticare, ma troppo forti per volerci veramente ripensare con piacere. E, giusto per non provocare equivoci, non è che il resto sia robetta, tutt'altro. Come avevo detto a suo tempo:
Infatti, una volta passato lo shock iniziale, il protagonista inizia a sognare di tutto: pasti notevoli con belle donne, ballerini che danzano nella sua corsia d'ospedale e anche Marlon Brando che viene a trovarlo. Schnabel ci regala immagini fantastiche (in cui non ci si preoccupa più del realismo) come il protagonista sulla sedia a rotelle sopra il mare.
La recensione del film
7 - Persepolis
Un film di animazione nella top ten, ma non è della Pixar? Prima di urlare al sacrilegio, forse è il caso di vederlo. Intanto, perché fa quello che dovrebbe riuscire a ogni prodotto animato: dimostrare che soltanto con questo mezzo espressivo sarebbe possibile fare un film del genere. Infatti, siamo di fronte a un'opera visionaria, che non si limita né a raccontare una vicenda malinconica con riferimenti a importanti fatti storici, né a saccheggiare pigramente dal fumetto autobiografico di Marjane Satrapi. Avevo scritto quasi un anno fa:
Invece, il lavoro di regia è assolutamente fantastico e dà vita ad una pellicola sognante e fantasiosa, che esprime gli stati d'animo della protagonista con grande immaginazione visiva. Così, il personaggio della nonna risulta (se possibile) ancora più toccante di come era su carta, mentre i dialoghi esilaranti con Dio e Marx continuano ad essere irresistibili.
La recensione del film
6 - The Wrestler
Di tutte le cose che si potevano pensare nel 2008, l'idea che uno 'sport' (diciamo meglio, 'spettacolo fisico') come il wrestling venisse sdoganato dal cinema 'serio' e magari vincesse il Leone d'oro a Venezia, non era quotata molto favorevolmente dai bookmaker. Eppure, Darren Aronofsky, che dopo il massacro ricevuto per L'albero della vita sembrava aver perso la testa (una pellicola sul wrestling? Ma stiamo scherzando?), ci offre il suo film più completo ed equilibrato. Magari Requiem for a Dream aveva vette più alte, ma The Wrestler ci regala un'interpretazione da annali del cinema (quella di Mickey Rourke, of course), ma anche una prova di supporto fantastica come quella di Marisa Tomei. Si era detto all'epoca:
Aronofsky compie un lavoro straordinario e quasi invisibile dietro alla macchina da presa, che senza bisogno di parole ci descrive questo mondo (ben diverso dal glamour dei circuiti professionistici di wrestling) fin dall'inizio, peraltro mostrandoci un'America che non vediamo spesso. [...] un solitario malinconico (ma senza che risulti troppo simpatico, elemento fondamentale), che ormai ha rapporti soltanto con wrestler, spogliarelliste e ragazzini. Il tutto mettendo in mostra una vastissima gamma espressiva (e chi dice che ormai il suo volto è mummificato e incapace di recitare, ha bevuto qualche birra di troppo), come in certi momenti impagabili in cui mostra tutto il suo imbarazzo.
La recensione - La scheda del film
Fine della prima parte - La seconda uscirà giovedì 1 gennaio